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martedì 20 settembre 2016

Anzela e Tazzzzzio

E allora lo scazzo si è ripercosso come frustata di fune spezzata sulla mia buffa esistenza allorchè ho appreso che, come funesta fine, il lunediale meschino delle taziadi trascorse nella, spero, temporanea agenzia asilante, ha riservato un prolungamento forzato sino alle ventitre e zero due, causa consegna lavoro promozionante tomaie dozzinali, nonché deprimenti.
Fuggi fuggi del manipolo 0ed io, meschino, con lo stomaco vuoto e le palle piene che fo, nella solitudine forzata, lontano da casa e dagli affetti più cari?

Mi incuneo triste nel vicino localaccio pieno di boriosi lestofanti che bevono e ridono, nell’odore di briciole arse per incuria della sciatta locandiera, un toast e una birretta, pronti che arrivano.
E dopo di loro alcuni Single Barrel, che debbo dimenticar la sorte ria, quand’ecco che al banco mi si affianca una giunonica MILF dagli occhi azzurrissimi, la carnagione biscottata e una chioma leonina assai appariscente.

Bevi?, le chiedo avvertendo fumi di zolfo e meretricio, e beviamo, libiamo, pantaloni di pelle nera con cernierine al ginocchio e zatteroni settanta style, ma pure potevano essere del settanta original, come ti chiami, Tazio, Anzela piazere, ma cosa fai qui Tazzzio, ma bevo con te Angela e si ride, bianchissimi denti rifatti, zampette di gallina che si increspano e mi tira d’improvviso il cazzo con quel profumo dolcissimo e dozzinale, consunta bagascia stagionata da dio, che peschi coglioni spaiati come me.

Ma io SONO coglione e io ci sto, ci sto, ci sto sempre e allora Tazzzzzzzio, sentimo qua, ma sei solo?, secondo te Anzela?, ma allora zerchi compagnia? e carezza lurida la pelle soave del mio avambraccio regale, mo sì Anzela, e tu la offri? la compagnia intendo, e giù ridi che di battute così quando mai se ne son sentite, che sagoma che sono, e allora è una rosa mezz’ora da me Tazzzio, una rosa?, cento sacchi mezz’ora e chi sei? Angela Merkel? no sentimo Anzela, famo a capisse come diciamo noi nella bassa, è mezzanotte, sei a secco che se no chi cazzo te lo faceva fare di rimorchiare me, c’hai un’età che non è che mi vai a far budget sul marciapaisis a quest’ora che è umido, donc ti do una rosa e un bocciolo e facciamo tre ore che me mi van via come il pane, me, con quelle mammellone che c’avrai la sesta e che nel complesso, seppur stagionata (da dio), sei una bella vigliaccona da pompar nel didietro, a proposito, lo prendi raidue da te? lo prendo, lo prendo, ma amore, una rosa e mezza per tre ore che è tardi… non facciam niente stasera, allora sentimo qua Anzela l’ideona che zò avuto, ti caccio una rosa bella sana sana e ci ficchiam dentro due orette che se prendi raidue van via come niente, che su raidue fan sempre dei bei film a quest’ora, no Tazzio, vado, grazie del luischi, figurati Anzela, vado anch’io che si è fatta quell’ora.

E dove vado?
Affanculo vado, ecco dove vado.

Allegria e spensieratezza, amisgi!, che laif is nau.

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