E allora lo scazzo si è ripercosso come frustata di fune
spezzata sulla mia buffa esistenza allorchè ho appreso che, come funesta fine,
il lunediale meschino delle taziadi trascorse nella, spero, temporanea agenzia
asilante, ha riservato un prolungamento forzato sino alle ventitre e zero due,
causa consegna lavoro promozionante tomaie dozzinali, nonché deprimenti.
Fuggi fuggi del manipolo 0ed io, meschino, con lo stomaco
vuoto e le palle piene che fo, nella solitudine forzata, lontano da casa e
dagli affetti più cari?
Mi incuneo triste nel vicino localaccio pieno di boriosi
lestofanti che bevono e ridono, nell’odore di briciole arse per incuria della
sciatta locandiera, un toast e una birretta, pronti che arrivano.
E dopo di loro alcuni Single Barrel, che debbo dimenticar la
sorte ria, quand’ecco che al banco mi si affianca una giunonica MILF dagli
occhi azzurrissimi, la carnagione biscottata e una chioma leonina assai
appariscente.
Bevi?, le chiedo avvertendo fumi di zolfo e meretricio, e
beviamo, libiamo, pantaloni di pelle nera con cernierine al ginocchio e
zatteroni settanta style, ma pure potevano essere del settanta original, come
ti chiami, Tazio, Anzela piazere, ma cosa fai qui Tazzzio, ma bevo con te
Angela e si ride, bianchissimi denti rifatti, zampette di gallina che si
increspano e mi tira d’improvviso il cazzo con quel profumo dolcissimo e
dozzinale, consunta bagascia stagionata da dio, che peschi coglioni spaiati come
me.
Ma io SONO coglione e io ci sto, ci sto, ci sto sempre e
allora Tazzzzzzzio, sentimo qua, ma sei solo?, secondo te Anzela?, ma allora zerchi
compagnia? e carezza lurida la pelle soave del mio avambraccio regale, mo sì Anzela,
e tu la offri? la compagnia intendo, e giù ridi che di battute così quando mai
se ne son sentite, che sagoma che sono, e allora è una rosa mezz’ora da me
Tazzzio, una rosa?, cento sacchi mezz’ora e chi sei? Angela Merkel? no sentimo
Anzela, famo a capisse come diciamo noi nella bassa, è mezzanotte, sei a secco
che se no chi cazzo te lo faceva fare di rimorchiare me, c’hai un’età che non è
che mi vai a far budget sul marciapaisis a quest’ora che è umido, donc ti do una
rosa e un bocciolo e facciamo tre ore che me mi van via come il pane, me, con
quelle mammellone che c’avrai la sesta e che nel complesso, seppur stagionata
(da dio), sei una bella vigliaccona da pompar nel didietro, a proposito, lo
prendi raidue da te? lo prendo, lo prendo, ma amore, una rosa e mezza per tre
ore che è tardi… non facciam niente stasera, allora sentimo qua Anzela l’ideona
che zò avuto, ti caccio una rosa bella sana sana e ci ficchiam dentro due
orette che se prendi raidue van via come niente, che su raidue fan sempre dei
bei film a quest’ora, no Tazzio, vado, grazie del luischi, figurati Anzela,
vado anch’io che si è fatta quell’ora.
E dove vado?
Affanculo vado, ecco dove vado.
Allegria e spensieratezza, amisgi!, che laif is nau.
E poi dicono che c'è crisi...
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