L’esibir guardando è un’esigenza fisiologica, una spinta interiore, un
narcisismo autoseducente, un desiderio di pubblica carnalità, un compiacente
autocompiacimento, un disinvolto compiacere.
Per un esibizionista-guardone l’inverno comprime le propensioni e le
attitudini, la creatività!, e può talvolta indurre serie crisi esistenziali. Con
giornate soleggiate la mente corre subito alla leggerezza delle vesti ed all’essenzialità
minimalista del numero di indumenti indossati, seppure non sia sufficiente un
filo di sole per condurre a tale paradisiaca situazione.
Argini, boschetti spontanei, spiaggette segrete assai note, ritornano
alla sua mente in un arabesco vivace fatto di nuda pelle, esibizione dei
genitali in tutto il loro fertile splendore e trasversalità del piacere che
esula dall’omosessualità o dalla bisessualità, pur non negandola od
escludendola.
Nell’esercito dei “marciatori”, ovvero di coloro che vagano raminghi (e
totalmente nudi) tra boschetti, cespugli, argini e molto ben note spiaggette
segrete, l’aggregazione masturbatoria non è necessariamente l’espressione di un
meeting gay con agreste libero sfogo. E’, piuttosto, una cerimonia di
consacrazione e celebrazione dell’eccitazione libera ed aggregativa: la signora
laggiù offre uno spettacolo esplicito? Questo spettacolo genera diffusa
eccitazione? E perché mai ciascuno dovrebbe sfogarla in proprio con privata e mesta privacy?
L’esibizionista-guardone è, alla fine, una forma partecipativa realsocialista
della prima ora, dove il bene è di tutti e ciascuno lo rispetta, pur
usufruendone, ma nella coscienza che è del popolo. Nessuna area privata, né da
parte di chi materialmente lo detiene (il marito), né da parte del bene stesso
che per natura può essere di molti, seppur a vario titolo (la moglie), né da
parte della società (gli esibizionisti-guardoni) che ne usufruiscono l’utilità
(a variabile titolo di partecipazione) rendendo disponibili nel contempo altri
servigi di natura simile (sempre a variabile titolo di partecipazione), quasi a
voler rivisitare i paradigmi fisiocratici di François Quesnay o ad assodare il
concetto di mutuo fabbisogno proprio dell’economia del baratto.
Ebbene sì, un filo di sole questa mattina mi dona impaziente necessità
di infrattarmi nei più noti tra i posti segreti, talmente elevato nello spirito
da ritrovare storici cenni filosofico-economici persino in un comune sgrullar di
cazzo esibito in risposta ad un artato lisciar di sorca.
Ha!
La cultura! La cultura!
ma lo sai che io oggi avevo gli stessi pensieri???
RispondiEliminarievocavo, con sguardo perso e incipiente turgore,quei miti giorni di tarda primavera, quando arriva il momento di organizzare gioiose scampagnate verso il fiumiciattolo campagnolo o, ancor meglio, verso le ridenti spiaggette liguro/francsi ricche di anfratti in cui dar sfogo all'intimo e profondo legame con la natura che ci contraddistingue...
ma che spiriti sopraffini di leggiadra beltà!
Come siamo in sintonia, ho riso non poco. Comunque di masturbatorio, l'aggregazione gay di certi posti non ha proprio nulla (o poco). Posso testimoniare.
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