"Và che ti puoi rilassare eh Tazio. Và che i miei casini ce li ho anche io eh. Cioè, non è che se te mi dicessi 'diventa la mia morosa' io ti direi di sì, chiariamo 'sto punto, che io le mie batoste ce le ho belle, vive e scottanti, vè."
Rassicurante, sgomberante, chiarente, appianante, adattante e tranquillizzante. Eccola qua, bella nuda nel suo letto, sotto le coperte assieme a me, che mi spiega con parole adulte che la ficcarella è consentita, poichè non vi sarebbero le condizioni per andare oltre questa stupendammicizia condita di stupendossesso.
Manca solo la stuppendattrans e poi il mondo sarebbe perfetto.
Già, chissà che fine ha fatto la Ade e la Stupendattrans. Boh.
"Ci andresti a letto con una trans?" le chiedo, dando prova di dissociazione mentale, visto che l'argomento era la tranquillità ficcaiola.
"Manco morta, mi fanno schifo" ed io apprezzo la veracità della Mietta, che è avvocatessa e sa della vita.
"E con una donna? Ci andresti? O ci sei già stata?" chiedo, perchè io sono uomo di schemi, a volte liberi, ma pur sempre schemi.
Non l'ho mai dato a una Maiala senza farle, prima o poi, un questionario ed io certe domande le devo fare, mi spiace, è la prassi.
"Ci son stata" e mi guarda come se mi avesse rivelato il sedicesimo segreto della Madonna del Parabrezza. Va ben, Mietta, ti piace la passeragione, sai che novità. E' quasi uno standard per voi ficazze up-to-date, sarei rimasto deluso dal sapere che la fica non l'hai assaggiata mai.
"A me piace il cazzo" esordisco con una tranquillità psicopatologica e lei mi guarda e ride. Cazzo ridi, Mietta, non sto scherzando. E a sostegno di ciò che ho dichiarato produco una dettagliata descrizione di cosa mi piace di un uomo, di come mi piace prenderlo, di come lo succhio e in qualche minuto sento la sua mano che mi agguanta l'uccello sotto le coperte e comincia una lenta sega, al che mi informo se l'argomento che sto trattando la vada annoiando ed ella mi risponde che, anzi, lo gradisce assai e mi prega di continuare ed io continuo, continuo, ci infoiamo e la chiavo.
La chiavo alla missionaria, caricandomi le sue gambe sulle spalle e Mietta gode, gode, gode, gode ed è, onestamente, proprio bello farla godere, perchè quella Femmina è fatta per scopare, va detto e ridetto. Le lecco i piedi, chiavandola. Glieli lecco e, in tema di rivelazioni, le spiego con minuzia dettagliata della mia fissazione feticista e lei pare godere pure di quello. Al che, rincuorato di tanta condivisione ed accettazione proattiva, le chiedo se gli oggetti del mio desiderio siano dotati di aggressivo bouquet, se sapientemente coltivati, ed ella mi risponde che sì, che se sapientemente coltivati essi emanano afrori intensi ed io, allora, la prego di non lavarli, per stasera, sortendo un accondiscendete e sorridente consenso.
Certo che c'è poco da fare i coglioni, i furboni, quelli che giocano a rimpiattino con questa bella ficazza carnosa, perchè può pure starci che lei subodori che io faccio il coglione fingendo di assecondare le sue prevedibili tattiche, ma alla fine la mano vincente è sempre la sua, nel bene e nel male, perchè è incontrovertibile che io sia a letto con lei, che io la stia chiavando, che le stia dando il più grosso cazzo che abbia mai preso, quel cazzo che "credevo esistessero solo nei porno". E poi va detta anche un'altra grande verità, per onestà intellettuale, per non prendermi e prendervi per il culo. Va detto che sono a letto con una Turbotroia a trenta chilometri da casa, al caldino, senza sbattoni, va detto che domani sera me la richiavo quanto e quando voglio, va detto che è furba e asseconda di tutto e io, al momento, da questa situazione traggo solo enormi vantaggi ed enorme godimento sessuale.
E' allettante, è un'eventualità che tenta, che compete, che sta in pista benissimo con la situazione complicatissima e deprimente con la Skizza. Mi sento una merda a dirlo, ma se non lo dicessi sarei ancora più merda. Io amo la Skizza, la amo da morire, ma io sono anche io e non c'ho ventitre anni che per una figa uno va in Alaska con la 50 Special, io sono stanco, fiacco, c'ho una marea di cazzi che anche ieri non vi dico e voglio le cose semplici, semplificate, easy, voglio dei semplici "Domani sera come sei messa? Usciamo?" - "Ok, va benissimo" - "Non metterti mutande e reggiseno e non ti lavare" - "ok…." ecco, io è questo che voglio adesso, poi magari fra una setimana non mi interessa più, ma adesso mi serve, assolutamente, senza dubbi o incertezze.
Son quasi completamente vestito, in piedi di fianco al letto dove lei giace ancora, nuda sotto il piumone.
Mi infilo il maglione e sento che lei mi sbottona le braghe. Guardo in giù.
"Mi piace che non porti le mutande" sussurra prendendomi in bocca l'uccello.
Non è niente, è il pompino della buona notte. E succhia e ingolla la mia minchiona mugolando. "Sai di figa" commenta sospendendo l'azione per quei secondi necessari a dirlo. Fuori piove e c'è la nebbiolina. Fa freddo.
Mi rispoglio.
Dormo qua, con lei, nudi.
Stamattina, quando mi sono svegliato, lei non c'era.
C'era un biglietto in cucina.
"Sono in studio, se hai bisogno chiamami al cell. Il caffè è pronto, basta schiacciare il bottoncino verde. Occhio che sei senza chiavi e se ti tiri dietro la porta, sei fuori. Ci sentiamo più tardi. XXX".
Che bella scrittura che ha.
Ed è cominciato il sabato, il sabato taziale.
Indugio prima di entrare nella doccia, annusando le sue cose.
Mi masturbo sotto l'acqua caldissima e non riesco a pensare a niente.
A niente.
io mentre leggo continuo a chiedermi come sarai in carne ed ossa e quali difetti orribili potresti avere perché a leggerti, ed è un complimento, mi sembri davvero indecentemente perfetto, cazzo. questa chiusa sul sabato taziale è una favola, me l'hai fatta gustare come una cosa non mangiata da mesi. buon natale.
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