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lunedì 13 aprile 2015

Meriggiali domenichiadi parchensi taziee, romildee e praghee, basi dell’intrapresa futurea

Stesi satolli e affumicati, Romi ti togli le scarpe e i calzini?, sorriso del tipo “lo so” e poi via, bella stesa e scalza sull’erba, dio che tiro di quattro avelignesi nelle mutande  he c’ho, poi le palpo le tette sul giubbotto della tuta adidàs e sento che manca qualcosa, ce l’hai?, no, sorride, sorrido, allora apriamo la zip?, se vuoi, ma sei poi arriva la polizia?, meglio di no, cazzomerda, ti palpo così lo stesso, e mi sbottono i jeans, steso su un fianco e mentre limono faccio prendere aria alla manichetta dell’idrante dell’amore e sento delle dita sorridenti che sfiorano e poi un giubotto che rende private le intime relazioni umidintime e lei, puttana in senso esclusivamente creativo, muove le ditina dei piedi, io mugolo e lei sussurra roca e sorridente, scapigliandomi lenta “ti piacciono tanto eh?”, “da morire, ma soprattutto mi piaci tu”, “anche tu” e lingua, lingua, lingua, lingua, giaccone che copre anche il suo bacino, zip et voilà, si accarezza la micia accarezzandomi il boa e quando tento di rendere collaborativa la manovra ricevo un “no ho voglia di farmi io, tu continua a baciare bene così”.

Canna, vodka, intimi palpeggi ed agresti masturbazioni, il cielo va e viene, ma che bello e che bene e sotto il giaccone coprente l’adidàs è aperto e le poppette chiodate accessibili e più veniamo e più ci ingolliamo, e più ci ingrifiamo e più fumiamo e beviamo, più lei diventa osè, gioca, si scopre, si ricopre, piccola esibizionista repressa, ma poi materializzo un’idea in un fulmine di razionalità e gliela propongo.

“Ascolta” le dico mettendomi a sedere, raffreddando l’irresistibile fornicazione tra noi.
E le prospetto il quadro fresco di stampa, semplice, pulito, intelligente, stimolante e sereno.
Le propongo di chiudere col bordello lunedì sera, liberandosi senza umiliazione, rendendola edotta del fatto che il Costa l’ha già infilata sulla rampa di lancio, ma tanto lei lo sospettava.
“E poi?” mi chiede, lontanamente lontana dal resto, ma io mi affretto a delucidarla.
“Poi ti assumo io come assistente” e lei, vuoi la canna, vuoi la vodka, vuoi la fica gonfia di voglia come i salsiccioni dianzi mangiati, ride come una matta.
E invece non ridere sciocchina: ti assumo come assistente, ti do mille euro al mese, più vitto e alloggio. Se vorrai rimanere dove stai ora ok, ma io fin da stasera prendo una suite all’Hotellone Lussuosone e da domani sera se vuoi puoi stare da me, mentre da martedì mattina ti metti in moto a trovarmi un ufficio e un appartamento in Praga 1. Quando avremo l’uno e l’altro terrai la casa come una mamma, pulirai, laverai, stirerai e cucinerai, verrai in ufficio dove ti farò fare delle telefonate, perché visto che parli ceco, russo, italiano, rumeno e inglese sarebbe un peccato sprecare tutta questa abilità con la lingua e lei mi guarda trasognata.

“Guarda che se prendi per il culo io non rido”
“Non prendo. Dimmi di sì adesso e andiamo dall’avvocato a fare il contratto di lavoro”
“Devo pensare”


“Ok pensaci. Pensa anche che puoi dire a me che te ne vai, perché io lì dentro valgo un terzo. Così mentre vai a recuperare le tue cose, io sbrigo la suittona dell’Hotellone Lussuosone e chiamo il Costa e tu da subito stai con me.”

Pensieri silenziosi per due ore, abbracciati, meno libertini, affettuosi e carini e poi lei si alza, decisa, si chiude, si sistema.
“Andiamo avvocato prima per favore, mia risposta è sì”.

Taziosuperstar.

1 commento:

  1. questo è il vero Amore Taziale che ci piace tanto: sozzo, pazzo, universale, incondizionato e incondizionante :)

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