[Oggi pomeriggio, suitona lussuosona dell’albergone lussuosone.]
Quei jeans stretch blu grigi le fanno un culo da capitello della venerazione ad ogni crocevia.
Cammina con le ciabattine di spugna dell’albergo, senza calze, un maglione verde sottobosco scollato a barchetta, i lucidi capelli corvini raccolti in una coda.
Reggiseno e perizoma di cotone nero, brava la mia Romi.
Mi piace stare qui a scrivere al Mac con l’occhio che va dal suo stupendo culo allo skyline di Praga, sapendo benissimo che al termine delle mie memorie le salterò addosso per scoparla come se non avessi scopato mai. E questo è bello, come pensiero, mentre l’occhio va dal suo stupendo culo allo skyline.
Culo, skyline.
Lei cerca casa come da mansioni affidatele, diligente assistente dalle piccolissime poppette chiodate, mentre io mi godo la coda di balena del perizoma nero che le esce dai jeans e, tra me e me, considero che la vita della puttana non faceva per lei semplicemente perché lei NON è una puttana. Non ha il mood, la propensione, né l’avida attitudine della puttana da bordello.
Forse, boh, non so. Sta di fatto che chiavare con me le piace eccomeddiolosa che le piace, che se avesse chiavato con i clienti come chiava con me, altro che Galina. Ed è in progress, eh. C’ha anche venticinque anni, è giusto che sia in progress.
Culo, skyline.
Che tranquillità assoluta, che piacere. L’aroma dell’ottima maria si diffonde grosso per tutta la suite, il cielo si addensa promettendo forse pioggia, la temperatura è caldina, culo, skyline, che bello. Questa sera ristorante italiano, sì, deciso. Ce n’è uno toscano qui vicino che promette delle belle fiorentine, vedremo. La carne qui, comunque, è fantastica. Ho un bel po’ di voglia di Italia a tavola, ma la voglia a letto è sozzamente moldava. Per il momento, almeno.
Culo, skyline.
Domenica bisogna fare le valige e domani dobbiamo controllare cosa ci manca e andare a comperarlo, perché a Riga fa tanto, ma tanto, freddo. Sono emozionato dal pensiero di poter andare a camminare in riva al Baltico. Bello.
Poi il tutto potrà essere ancora più bello se certe cose andranno in porto, lassù.
Sarà difficile a dirsi sul subito, ma i negoziati devono sempre avere un inizio.
Culo, skyline.
“Ne ho segnati due tre che bisogna andare a vedere” dichiara all’improvviso con voce concentrata. Poi si alza, ciabatta in camera e torna con l’acetone e lo smalto bianco perlato. Comincia a sverniciarsi le mani e so che lo farà anche sui piedi. “Fai a meno di metterlo, dopo. Anche sui piedi”. Alza gli occhi con la faccia ridente stupita e mi chiede se sono davvero serio e dico di sì, dico che non ho mai visto le sue unghie al naturale e lei risponde ‘ok’ continuando l’operazione con un sorriso pacifico.
“Mi piacerebbe vederti la fica pelosa anche” aggiungo trasognato pensando al bel triangolo nero che deve avere.
“Ehhh? No caro, mi spiace, mi fa schifo. Questo devo dire il no. Tropo abituata”
E allora che il no vada detto e sia, va benissimo Romi.
Culo, skyline.
Avrei mille e mille richieste pervertite da fare a quella bella moldavina dalle minuscole poppette chiodate e perfette, ma mi trattengo.
Che fretta c’è?
Lunedì andiamo a Riga e sai mai cosa può succedere di notte laggiù.
E adesso aspetto che finisca di sverniciarsi per poi andare a infilarle tutta la lingue nel buco del culo, sotto gli occhi della stupenda skyline.
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