Questa mattina mi sono spostato dall’albergone lussuosissimo verso l’Humble Brothel and Hotel, ma solo dopo aver completato le note cerimonie di tappìarrullanz, nuoto, sauna e colazione.
Come accennavo nel post precedente, mi sono colà recato per ritirare la mia busta gialla contenente i danari guadagnati ieri con il sudore della fica delle cavalline erotiche, verificando anche nel contempo che nessuna delle troie fosse morta e che nessun cliente pure.
Superate queste cerimonie amministrative, che mi fanno sentire veramente un uomo di business arrivato, mi sono spostato all’Hotel, che ho temporaneamente abbandonato causa italica presenza, per andare a salutare la Venka e a ringraziarla personalmente della cortesia in merito alla ricerca dell’ipotetico locale dell’ipotetica galleria dell’ipotetica arte.
Ma vi dirò sino in fondo: mi correva anche la curiosità di sovrapporre quell’immagine onirica di lei porca, plasmata durante la mia piacevole sega, con quella reale. In altre parole: che margine di realtà può possedere l’ipotesi di una Venka maiala che cavalca il mio cazzo randazzo rampazzo mugolando in ceco mentre le sue capezzolute mammellone dondolano materne e vigliacche? Ci può stare che possa essere vero che la mia imperfetta sposotta coetanea sia amante della cappella introdotta nei suoi più intimi, carnosi e odorosi orifizi, oppure è semplicemente il sogno di un erotomanepornosessivo impenitente?
Difficile a dirsi, davvero difficile a dirsi. Con una nota di tristezza debbo anche ammettere che la Venka mi ricorda nel tipo (non nelle fattezze, seppur anch’ella munita di ragguardevole culone estasiante, specie se immaginato intarsiato di cellulite erotica) la Marghe Margherita Marghera, che frantumò, assassina spietata, tutti i miei pornoromanzionirici con quella gelida dichiarazione di chiusura totale verso il sesso.
Mah, argomento fumoso e spinoso, non so.
So solo che lavora domani e domenica, ma lunedì è a turno di riposo, cosa che le impedisce forzosamente di ricongiungersi con la figlia che, attualmente, vive a Katowice in Polonia con la sua famigliona, che non è propriamente dietro l’angolo.
Per cui, cara Artemisia, può anche essere che domani mi prenda lo sghiribizzo di invitarla a cena da qualche parte, indagando sulla percorribilità del sentiero selvaggio che conduce all’interno delle sue mutande a vita alta con cappette al bordo incluse.
Anche se, ripeto, la vedo gran difficile da sperarsi.
Tra poco scenderò nella sala ristorante dell’albergone dove mi sfamerò di cibi che non esistono, ovvero di quei cibi dal sapore strano, anche se gradevole, che inducono a pensare siano propri della cultura di un paese che non esiste, popolato da persone senza volto, oppure da Playmobil gialli dalle braccia senza gomito; l’avete capito: mi riferisco alla cucina internazionale.
E poi non so.
La hall pullula di puttane ultrastrafighe di altissimo bordo, magari ne invito una in camera a vedere la mia collezione di unghie dei piedi e di caccole, oppure mi abbandono ignudo sul letto a vedere senza nulla intendere la bulgara Planetatv o mi sforzerò di capire una puntata del Commissario Rex in ceco o di Friends in russo che rende un casino, specie nelle battute.
Vi aggiorno domani, buona serata.
Pasqua-con-chi-vuoi lascia sempre dietro di sé uno strascico di turbamento esistenzial-filosofico.
RispondiEliminaQui comunque ti si segue affezionati da casa, e magari ci scappa pure la sega della buona notte in compagnia.
Love.
Me curiosa ! Se riesci nell' impresa ti tributeremo lodi e onori . ;)
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