Il Costa dopo breve pausa nella bassa per sfoggiare il suo traghetto americano è ripartito per il villaggio ed ora è inserito, con tutti gli onori del caso, nel Consiglio dei Saggi della Tribù.
E’ arrivato colà alla volta di ieri sera, sanosano, che con quella “vettura” non sembra neanche di aver fatto tutti quei pochi duemila chilometri.
Ieri sera prima abbuffata tra la più ristretta cerchia di consanguinei, stasera un paio di anelli di estensione, domani sera un altro paio e domenica e lunedì trionfo panoramico di ogni grado di parentela, amicizia, semplice conoscenza con ammissione al desco anche dei “nonciconosciamomapassavodiqua”.
La Cuccinattroia è in calore animale liquescente da lunedì ed è calda e pronta all’uso in qualsiasi luogo, modo, momento e quantità alla faccia di quel “grancornutazzo” di suo marito, che pare non avere minimamente fiutato l’approssimarsi dello tsunami di sborra che travolgerà la sua irreprensibile consorte ad opera incestuosa del cuccinodipraca.
Tempo previsto di rientro del bardo: non prima del prossimo weekend, vuoi perché la strada è la strada, ma vuoi anche che la fica della cuccina è una tangenziale trafficabilissima, per cui già che è di mano, perché non sollazzarsi la nerchia a dovere tra i fetidi pelazzi suini della meridionale verace? Ebbeatoallui, minghia.
L’ho rassicurato sull’andamento del fior di bordello che ha lasciato qui a malincuore e l’ho aggiornato che i primi transfughi italiani stanno sopraggiungendo a frotte ad impreziosire l’acustica del locale con le imitazioni più fedeli dell'urlo dell'orango in arrapamento irreversibile.
“BBenebbene, Tà, chemmidici lo facciamo bbene il biznez astapasqua allò?”
Lo facciamo da dio, Costaminchia, pur essendo io totalmente estraneo alla gestione, molto presente alla riscossione e, a tratti sporadici, alla fruizione gratuita.
A ciascuno il suo.
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