Pranzo con la Skizza, al bar Centrale.
Ha i jeans, grazie a Dio. In compenso c’ha le ballerine, che hanno
tutto un loro perché, specialmente olfattivo/traspiratorio.
Mangiamo una quiche e beviamo
un bicchiere di vino.
C’è il sole, anche se l’aria pizzica.
E’ un po’ scura, la Skizza. D’altra parte la Grande Artista Di Sta
Ceppa rientra oggi e sarà di pessimo umore.
“Sei sicura che non vuoi che
usciamo?” le chiedo.
“Sì, Taz, sicurissima. E’ una
tassa che va pagata. Lei ritorna e io resto con lei, mi faccio insultare,
rompere i coglioni, mi faccio dire che sono una fallita e una puttana, mi sorbisco
gli esempi mirabolanti delle troie succhia cazzi delle figlie delle sue amiche succhia
cazzi e strarotte in culo e, se resisto, da domani tutto si sistema, perché da domani
comincerà a trafficare per andarsene via di nuovo per un po’. Funziona così.”
E se funziona così, con questa serenità, facciamolo funzionare così.
“Come sei messa con i lavori di
casa?” chiedo nell’imbarazzo di non saper superare i suoi silenzi.
“Bah più o meno ci sono. Mi
mancano una lavatrice e i bagni e ho finito” commenta ispezionando la quiche.
“A che ora arriva?”
“Verso le sei”
“Vabbeh dai Skizz, domani ti
installi in campagna e ti abbrustolisci. Dicono che ci sia il sole come oggi,
domani.”
“Domani devo andare a Domiziopoli
con la Raffa che ha una visita.”
“Oh. Niente di grave spero”
“No, no”
Pausa interminabile.
“Che poi mi stragirano i coglioni perché da
stasera sono anche a piedi del tutto, perché a lei la macchina ‘può servire all’improvviso’
e quindi non la si può prendere mai. Neanche fosse un agente della CIA porca
merda. Quella di mio padre non si tocca che è una reliquia e così io sono a
piedi” sbotta nera.
“C’hai la mia” dico per
sgomberare il campo da problemi inesistenti.
“Sé la tua… grazie Taz del
pensiero davvero… ma a te serve”
“Nah. Io prendo quella del Costa
se ho bisogno di muovermi.”
“E vabbeh e il Costa?” mi
chiede.
“Prenderà quella del Loca. E se
il Loca ne ha bisogno prenderà quella di Zack, che se ne ha bisogno prenderà
quella dell’Umbe, ma se anche l’Umbe ne ha bisogno vuol dire che in bottega a
lavorare non c’è nessuno e quindi li licenzio, tanto la Fornero mi spedisce le
sue mutandine usate se viene a saperlo” e finalmente ride.
“No, sul serio Skizza, tienila tu
la macchina, a me non serve a un cazzo. Domattina vieni in ufficio che te la
lecco e poi ti do le chiavi” e ride di nuovo e sono contento.
Stasera passo dal Ladro Sorridente e vedo cosa c’ha di usatissimo.
Se trovo qualcosa che mi piace gliela regalo la Marzedes.
Non esiste che ci si inchiodi l’esistenza su un pezzo di ferro.
Il superabile va superato.
Tanto l’insuperabile arriva sempre.
Che tenera la mamma della Squinzy...proprio una mamma modello. Buon mercole a Tutte. GQ
RispondiEliminaAh guarda, una santa.
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