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lunedì 15 aprile 2013

Casa nights

A trecento metri dal mio dissanguante hotel sorge un clubbino niente, ma niente niente male. Zeppo di gente, per lo più occidentale, musica pop e techno araba a cannone, alcolici a gogò, fumo fantastico e puttane una più figa dell'altra.
Il mio clubbino, insomma.
Ieri sera avevo bisogno di straviarmi e il Clubbino ha fatto la sua cazzo di parte, oh sì.
Appena entrato una tizia veramente figa mi ha chiesto se mi interessasse del fumo e io, dopo meditata riflessione, mi sono sentito di dirle di sì. A volte mi stupisco di me stesso. Mi ha venduto un ciocco di marocchino così, che bisogna andarci piano altrimenti stai in orbita sei settimane.
E vi dirò un fatto interessantissimo.
Io, lo sapete, sono un appassionato di erba, il fumo di norma non mi piace.
Ma qui raga, cazzomerda, c'han del fumo da premio Oscar che non c'è erba che tenga.

Mi sono seduto, mi sono slippato il mio svuotino e mi sono goduto la serata.
Che botta, cazzo. Fantastico.
Mi sono calato due mojito e poi è iniziato lo spettacolo vero. Una tizia (una performer del locale, ovviamente) è salita sul banco dove c'era il palo da pole e si è messa a ballare. Gran figone, fidatevi del Tazietti. Balla che ti riballa arriva sul banco la versione grossa di Hulk, perizomato in pelle e palestrato che pareva una scatoletta di Simmenthal.
Si piglia la tizia, la spupattola, si palpano e poi a lui spunta un tarellazzo così, piegato all'insù che era commovente.
E anche la tizia si è commossa eh. Beh una meraviglia. Dopo spompinamenti e cosette si sono messi a chiavare sul banco, belli nudi e sudatissimi.
C'avevo la minchia dura a guardarli.
Ma la cosa più fantastica erano le bariste. Non si scomponevano e continuavano a correre qui e lì a servire. Magari dicendo dentro di loro "checcoglioni 'sta storia che mi inculano mezzo banco".
Ha!

Poi lui viene, applauso generale e via di techno araba a palla di nuovo.
C'avevo una voglia di menarmelo che non vi dico. Che a me il fumo mi fa sto effetto, mi mette una inusuale voglia, incredibile eh?

Fatto un po' di tempo arriva una ragazza da urlo, che si siede al mio tavolo.
Scura di pelle, due tette monumentali (oh ma ste marocchette c'han tutte due cocomeri così?) un vestito bianco inguinale di quelli che il pezzo del davanti con il pezzo del di dietro son tenuti insieme da distanziate cinghiette sui fianchi, che tu lo capisci subito che là sotto non alberga nè reggipoppe nè coprifica. Capelli neri dritti, lunghissimi, raccolti in una coda che le arrivava fino al culino e ai piedi due sabottoni trasparenti da iperzoccola fottimifottimi.

Verso l'obolo al locale, pagandole due giri di da bere, di quello iperlight per lei e strong per me, come sempre va. Poi le palpo una coscia, lei si fa palpare, arrivo persino a toccarle la fichetta rasata, poi le abbranco una zinna e poi lei mi dice che con 5.000 mi fa godere come un calamaro ai ferri e io tratto. Zero trattativa, non può, veramente.
C'avevo una specie di avambraccio duro nei pantaloni e mi sono detto: ma che cazzo te ne frega, fattela, guarda che ditina dei piedi che c'ha, guarda quant'è figa e mi sono convinto in un attimo di avere ragione, ok per 5.000, vamos.

E usciamo dal retro e infiliamo una porta e come sculi amore mio, poi c'è un corridoio, poi apre la porta e via dentro al paradiso dell'ammmorrrre.
Diodellamadonna che pezzo di figa. Da paralisi. Sgancio i dineros e lei mi slingua in bocca, cosa rara, rara come il suo costo, d'altra parte. Ma anche come il mio selvaggio arrapamento, in ogni caso.

Le ho cancellato il buco del culo e la fica a furia di leccare. Cristo me lo menerei anche adesso al solo pensiero. E che piedini. Che ditina. Ho succhiato come un poppante, ficcandole dentro delle gran cazzate titaniche sia per dimensione che per durezza, che la facevano sussultare. Che meraviglia, che meraviglia, che meraviglia.

E poi, dulcis, ma veramente dulcis in fundo, il culetto. Puttanella che culetto che c'hai e quanti ne hai presi di cazzoni lì dentro, che è bastata una spruzzatina di gel che te l'ho troncato dentro fino al piloro. Ah che spettacola, marocchella del mio cuore, un colpone nella fica e un colpone nel culo, uno nella fica e uno nel culo, che c'avevi due caverne sfondate e buie, separate solo da un piccolo perineo arrossato e lucido di gel che eri da fotografare e appendere al Louvre, meravigliosa Puttana Marocchina.

E quando il cazzo mi faceva male da quanto avevo bisogno di sborrare, ho applicato la liturgia taziale: siediti, unisci i piedi, aspetta che mi sgommo, ma mentre mi sgommo la mia Divina Sacerdotessa del Cazzo Rampazzo coglie al volo l'esigenza e mi cosparge di gel la minchia, facendo lo stesso ai suoi divini piedini e mi tira una delle seghe coi piedi più memorabili della storia delle seghe coi piedi, con quella fica spatasciata davanti ai miei occhi e un sorriso divertito sulla sua bocca stupenda.

Le ho sparato uno schizzo di sborra che le ha centrato il canale di Suez delle tettone sublimi, ma che brava con quei piedini, che talento, che ragazza simpatica, che intelligente. Minchia me lo dovrei menare sul serio, sto scrivendo con un tronco di baobab nelle mutande.

Bella Casa, veramente, veramente.
Se resto qui un altro po' mi dissanguo totalmente e mi devono rimpatriare dall'Ambasciata.
Ma che figa, però.
Che figa.

2 commenti:

  1. Ho le lacrime agli occhiii...

    B

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  2. anche io sempre stata una aficionada della cara maria, mon taziet, ma qui in spagna sto fumo te lo tirano, costa la metà e c'hanno certi ovuletti neri e morbidi che ti fanno piangere, letteralmente...e quindi ci sta allargare un po' gli orizzonti, no? ;)

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