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martedì 16 aprile 2013

Nelle sudicie pliche della Casablanca peccatrice

Due natiche monumentali, scure, che si inseriscono nella schiena creando due sensuali piege profonde che si dipanano lungo i fianchi, lasciando il depresso solco spinale a correre verso il collo piegato e inondato di mossi capelli nerissimi e lucidi.
La mia concubina occasionale ha più di quarant'anni e due occhi che da soli basterebbero a farsi una sega.
Adoro il contrasto tra il candore del mio cazzo incappucciato e la scurezza quasi nera del suo ano dilatato e teso a ciucciarmi la minchia. Adoro la sua carne di femmina, morbida, rotonda, le sue mammellone pesanti, piene, con quei capezzoli quasi neri che mi fanno perdere la testa. La sua bocca, perfetta, con quei denti candidi e gli occhi sozzi, luridi di lussuria, la pancia generosa e morbida, l'ombelico, la ficona pelosa, le sue ascelle calde e profumate, i suoi piedi asciutti, secchi, duri, callosi, eccitanti.

Otto giorni.
Sono otto giorni che sono qui. Ho superato la febbre egregiamente, mi sono introdotto nelle pliche anali viscide della Casablanca che fa godere, adoro le donne marocchine, mi eccitano da impazzire i maschi marocchini, il fumo è fantastico, l'idea che tutto è possibile è intrigante.

Ieri pomeriggio Massoud è salito nella mia camera. Aveva voglia del mio culo e io gliel'ho dato, come si conviene ad una puttana obbediente. Massoud ci sguazza in questa situazione in cui io aspetto da lui l'auto per andarmene. E mi fotte come la sua puttana e io ci godo anche. Però Massoud non mi conosce. Non sospetta minimamente che il mio programma si è già formato e che io scomparirò definitivamente dalla sua vita salendo su un aereo domani sera per raggiungere Dakar nel cuore della notte di dopodomani, in regola col mio librettino delle vaccinazioni, in regola con tutto quello che serve per corrompere e comperare.

La mia Puttanona marocchina è stata uno spettacolo. Bellissima ed economica. E la trattativa è stata eccitante al punto che me lo sentivo indurire mentre le parlavo, in strada. Chiedere il culo senza mezzi termini a questa signora insospettabile, sentirsi rispondere che non c'era problema e poi seguirla lungo quella scala buia e angusta e dopo averle cagato i 1.000, ritrovarmi aggrovigliato sulla sua pelle, in piedi, contro un muro della sua camera, nudi, scoprendo che sotto il suo vestitone nero era già tutta nuda, pronta a farsi palpare, frugare lurida, stupendo. Inginocchiato ai suoi piedi a leccare quella ficona grossa, carnosa, pelosa, odorosa, mentre le sue dita inanellate tendevano la carne per aprire l'ostrica e farmi spompinare il cazzetto duro e scappellato che sporgeva nel mezzo di quella foresta selvatica.

Lascio un po' il cuore a Casa, vi dico la verità.
Poi per uno metodico come me, rinunciare al certo per l'incerto è sempre una forzatura.
Ma questa volta va fatta. Assolutamente.
Certo, il culo di queste donne è un'esperienza mistica. Vedere come lo prendono, come se lo fanno mettere, come se lo infilano da sole nel culo è estasi pura.
Le Puttane marocchine sono stupefacenti. Potrei innamorarmi stregato di una di loro solo per  come prende in bocca il cazzo, solo per la devozione che ci mette nel succhiare.

E domani sera volo via.
Volo nell'Africa Nera. Mi eccita da farmi una sega questo pensiero. Non vedo l'ora di scoparmi una gazelle. La voglio nera come il carbone, setosa, liscia. La voglia sudata, odorosa come piace a me. L'Africa Nera. La fica nera. E pink bright di dentro. Il massimo.

Che femmine le nordafricane. Calde, appassionate, sensuali, seducenti. Tutte. Hanno degli sguardi che mozzano il fiato, delle occhiate che ti fermano il cuore e con Dalila, la mia Puttana Matura, non è stato diverso di certo.
Le ho schizzato sulle tettone dopo avergliele chiavate e lei le strizzava offrendomi quelle falangi di carne dura che sono i suoi capezzoloni scuri. Che femmina, che femmina.

Penso che oggi tornerò a trovarla.
Non posso sopportare l'idea che qui le più gettonate siano le ragazzette e che monumenti di sesso e carne come Dalila non trovino molti sozzi porci maniaci appassionati come me.
E' un'ingiustizia che devo colmare.
Almeno sin che sono qui.

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