Buonaseeeeeeera.
Minchia oh, come dice il dottissimo Costa, se stavamo a tavola un altro
po’ ci servivano la cena.
Le faighe, che temevo ci dessero buca, sono venute tutte. Al pranzo,
intendo.
Tranne la Betta che è allettata con l’influ.
Veramente di rilievo l’intervento del Loca al riguardo “Oh, ma ci pensate a quanto se la deve sgrillettare
la Betta sotto le coperte? Per forza non guarisce, cazzo, quella si debilita a
colpi di medio”.
Scorci di grandissima classe. Dei signori rinascimentali.
I’m proud of my filthy
crew.
Tutto bene, comunque. Ho tolto il Costa dalla carbonella accesa su cui
pareva essere seduto all’inizio, l’ho portato fuori e c’ho fatto due
ragionamenti. Primo ragionamento. Questa è l’ultima chiamata, se me lo tira in
culo in quel modo un’altra volta (in quel
modo, perché se me lo volesse tirare in quell’altro,
potremmo parlarne) non ci saranno chance ulteriori. Secondo: a me non me ne
frega un cazzo se si chiava la Giulia, ma dirmelo, secondo me, non ci stava poi
così male. Detto questo fine. Pranzo.
Storia dimenticata e io se dico fine è fine.
Alcuni epici momenti, tutti sex based, ovviamente.
Epico momento quando la ciurma maschile schiumante di ormoni ha proposto
alla Marghe Margherita di far vedere le tette a tutti, che tanto non c’era
nessuno se non noi. La Marghe ha resistito dispensando auguri di rapporti anali,
ma poi il mitico Umbe ha lanciato la proposta: siamo in dieci maschi, cacciamo
la 100 euro a testa e tu ci servi il caffè nuda.
Prima di mandare affanculo l’Umbe con raffinatissime rivelazioni in
merito all’attività lavorativa della mamma, della sorella e anche della nonna
dell’Umbe, abbiamo notato tutti che la Marghe s’è fatta due conti, per un
attimo ben visibile.
Si è riso allo sfinimento, un autentico girone di bestie, proprio molto
natalizio, yes.
Quando c’è l’eleganzia, no?
Altro Epico momento quando Matt Matteo Matthew, carico di vino come un
autotreno della Zonin, ha sguaiatamente confessato alla Giogia che ci son delle
volte che a guardarle il culo quando porta un particolare tipo di jeans gli
diventa duro l’uccello. Un successone di critica e di pubblico. La Giogia rossa
con un sorriso di sale e il Loca che, alla guida dell’altro autotreno della
Zonin, chiama l’alzata di mano su quanti se la farebbero, la Giogia.
Aggiungendo che ha chiamato la votazione per eliminare il pensiero che Matt
fosse un porco, in quanto tutti siamo porci là dentro. Che finezza, che classe.
Terribile passo falso, sempre del Loca, che in un momento di entusiasmo
grappeo reiterato è andato a dire a tutti che c’ho una minchia tanta. E le
ragazze non erano ubriache, badate. E le ragazze, che sono precise, hanno
subito chiesto come mai il Loca lo
sapesse. Pirla di un pirla. Io l’ho lasciato dimenarsi a cercare di salvare la
situazione, godendo nel vederlo precipitare.
E’ stato bello vedere come, solidali con la Giogia, lo abbiano
massacrato dandogli del culattone.
Bello anche vedere che a me nessuna m’ha rivolto un lazzo, pirla di un Loca. Eh.
Alla fine sono intervenuto dicendo che la sua morosa prima era la mia e
che ha sempre avuto la brutta abitudine di non tenere la bocca chiusa e non
solo per parlare.
Bello, dai.
Nemmeno durante il militare quando facevamo i campi ne venivano fuori
di così infami.
Bello davvero.
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