"Che cazzo è 'sta roba?" chiedo al Costa.
"Un pornazzo dei puffi"
Svaccato sul divano di casa sua, senza pantaloni, ma con la Lacoste, in slippone bianco sgambato con rigonfiamento della minchia, che guarda un porno con dei deficienti tinti di blu che fanno i puffi sozzi. Mi permetto di obiettare, spinto dalla deformazione professionale che dovrebbe avere anche lui: "Sì, ma che cagata, ma non vedi che mentre chiavano cazzi e fighe tornano rosa che gli va via la tinta e gli va via pure dove sudano? E' uno schifo".
Non si scompone e mi dice "Me mi piglia lo stesso" e la conversazione è finita.
Allora vado in cucina, dove Max e il Loca si stanno girando un cannellone ripieno alle erbette pazzesche pazzeschissime.
Chiacchieriamo e sfumazziamo rimanendo in cucina, perché 'sto pornazzo dei puffi fa cagare a tutti.
Poi, alle dieci, arriva l'Umbe, suona e sale, sale recando in dono una bottiglia di vodka russa che guarda è una bomba e mi ricordo della bomba che c'aveva il Costa in congelatore che sono rimasto svenuto per due giorni.
Poi arriva l'uomo di Neanderthal che i puffi avevano finito, con la minchia mezza dura e si siede a rovescio su una sedia della cucina.
"Vero ominidi" dico puntando lui e l'Umbe "andate via domenica sera, sì? Che lunedì mattina comincia alle nove l'ambaradan." e loro annuiscono bovini.
Sì, perché dovete sapere che ho comperato un drone. No, non voglio attaccare la Libia, questo drone serve a portare in volo una telecamera per le riprese aeree.
E' un elicotterino radiocomandato del costo di diecimila euro che ho ribattezzato drene visto che, per l'appunto, ho dovuto vendere un rene per comperarlo.
E lunedì i due androidi vanno vicino a Trieste per una settimana di corso di formazione al volo.
"Minghiaoh io c'ho voglia, andiamo a troie" sentenzia didascalico il dotto Costascienziato palpandosi la minchia sopra le mutande.
"Ma sei ha chiavato come un toro per un mese! Cazzo rompi i coglioni!" esordisce Max con mani giunte e aria da "eddai".
Sì perché il calabro saudita è stato un mese intero giù in Carabia, dove ha pompato serrato e massiccio la cugina racchia. Racchia, ma porca come poche, a suo dire. La donzella, con la quale si unisce carnalmente dall'età di sedici anni, è fidanzata, ma ciò non le ha impedito di prendere tutto il giorno il tarello del nostro prode bardo, per poi congiungersi all'amato fidanzato e promesso sposo nella primavera dell'anno prossimo, nel dopo cena.
Un' organizzazione perfetta, debbo dire. Belle cose, anche, mi sento di dire.
"Ci potevi venirci pure te che te l'avevo addetto" risponde piccato. Perché la cugina racchia e porca ce n'ha per tutti eh. La proverbiale ospitalità meridionale.
"E' pelosa di sotto" chiedo all'infastidito Costa che si gira, mi mette una mano sul braccio e mi sussurra "dibbrutto Tà" e io annuisco con sacrale serietà, mentre il Max spara una risata schioccante battendo le mani e il Costa si solleva dalla sedia, con la minchia mezza dritta dicendo "Oh minghia ridi porcodd** mi stai facendo girare ai goglioni te stasera" ed io tento una mediazione immediata, appellandomi al fair play per cui siamo conosciuti worldwide e mi giunge in aiuto il Loca, che in tutto questo signorile dialogo ha incessantemente letto la Gazza, che a voce alta legge parole e nomi a me incomprensibili, ma che appaiono di un appeal irresistibile al branco di amadriadi, appeal così intenso da spostare l'obiettivo dalle irsute pudende della cugina racchia-ma-porca, alle sorti di qualche calciatore amato od odiato al punto di coinvolgerli tutti, ma tutti, in una lite sportiva che fa dimenticare il mondo, i Puffi, le troie, la Calabria e la cugina pelosa RMP.
E mentre assisto alla lite non capendo un cazzo di quello che dicono, penso.
Penso intensamente ai fatti miei, ai miei vuoti, alle mie nostalgie, alle mie paure, alle mie delusioni e mi alzo e saluto ed esco di casa, scendo, prendo la macchina, guido, guido, guido, guido e poi mi fermo per far salire Nadine che mi sorride fluorescente nella notte italiana.
Che venerdì sera di classe.
Basterebbe questo post per fare un film. Pure bello, secondo me. B
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