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giovedì 8 novembre 2012

Zaffate d'Italia

Ho passato due orrende ore, stamattina. Ho litigato alla stragrandre con l'ultranervoso  Loca via Skype, che è una delle cose più frustranti e surreali che esistano. Niente, non c'è niente da fare, la settimana prossima devo scendere, non ci sono cazzi.
La banca, la tizia, il tizio, quello e quell'altro e poi questo e sopra e sotto e, insomma, cazzo Tazio p******o, quando minchia torni, si può sapere?
Non riusciranno a cagliare il latte della mia beatitudine: scendo, sistemo e me ne torno qui.

lunedì 29 ottobre 2012

Skype dimmerda

Tanti auguri, tanti auguri, lo vuoi adesso il regalo? non se ne parla Tazione, me lo dai stasera e sorridi che già ti pregusti, com'è giusto che sia, la serata dei festeggiamenti e che bello. Poi parti zompettante verso il viaggio che ti aspetta e io allora mi ricompongo mi sistemo, mi addresso e lancio Skype verso l'inimitabile avventura di ritornare in bottega.
Bonjour Bettina, come va? como estas? todo bien? tres bien anche se è lunedì, Tazio, già, è lunedì anche qui sai? ma dai? ma sì, ma pensa.
Che tette che c'ha la Betta, anche su Skype.
Poi arriva il Loca, trafelato, preoccupato, cosa c'è? niente, solo un merdaio perchè bla e bla e bla e bla. Devo chiamare io? Se puoi mi faresti un favore, ok dopo lo chiamo e poi ti richiamo, ma senti, venerdì liberi tutti eh, ponticello che schifo non fa, non possiamo Tazio siamo nel marasma che oggi finiamo un girato e poi bla e bla e bla e bla, piuttosto, quand'è che ti rivediamo, che dobbiamo parlarti di cose che capitano di là e bla e bla e bla e bla e bla e bla e bla e bla e bla e bla e bla e bla e bla e bla e bla e bla e bla e bla e bla e bla e bla e bla e bla e bla e bla e bla e bla e bla e bla e bla e bla e bla e bla e bla e bla e bla e bla e bla e bla e bla e bla e bla e bla e bla e bla e bla e bla e bla e bla e bla e bla e bla e bla e bla e bla e bla e bla e bla e bla e bla e bla e bla e bla e bla e bla e bla e bla e bla e bla e bla e bla e bla e bla e bla e bla e bla e bla e bla e bla e bla e bla e bla e bla e bla e bla e bla e bla e bla e bla e bla e bla e bla e bla e bla e bla e bla e bla e bla e bla e bla e bla e bla e bla e bla e bla e bla e bla e bla e bla e bla e bla e bla e bla e bla e bla e bla e bla e bla e bla e bla e bla e bla e bla e bla e bla e bla e bla e bla e bla e bla e bla e bla e bla e bla e bla e bla e bla e bla e bla e bla e bla e bla e bla e bla e bla e bla e bla e bla e bla e bla e bla e bla e bla e bla e bla e bla e bla e bla e bla e dico che credo che mi abbia detto tutto e lui mi dice di sì, allora dico che ci penso un attimo e lui riattacca, ok, ma quand'è che torni tu? io non torno più, dico scherzando e lui si agghiaccia, poi dico tranky scherzavo, ma non credo prima del 13. Silenzio di ghiaccio. Ma avevi detto il 5. Sì, ma adesso dico il 13, ma che problemi hai senza di me? Hai le redini del comando, sei in pista alla grande, ti manco sotto un profilo sessuale? Ti capisco sai? Vaccagare Tazio, no è che ti devo parlare di persona e non su Skype, devo preoccuparmi Loca? nononononononononono è solo che dobbiamo riorganizzare le cose perchè così diventa difficile, scusa Loca, questa conversazione ci stava dopo otto mesi che non ci vedevamo e sentivamo, ma invece sono solo otto giorni, cosa succede? Bisogna che parliamo Taz, con 'sto coso non ci riesco, ok, allora dopo il tredici, ok, dopo il tredici.
Che ansia.

giovedì 27 settembre 2012

Perfidio

Ieri pomeriggio, verso le cinque, entrano nel mio ufficio il Loca e il Costa con i caffè. Bravi guaglioni.
Lo scopo, però, non era portarmi il caffè, ma rendermi edotto della straordinaria serata, di finissima classe, trascorsa con la Sognasugna superstar.
La scrofa ha fronteggiato, ponendoli anche in difficoltà, la bellezza di cinque cazzi di diverse dimensioni, in una gangbang di periferia degna dei film dell'indimenticabile Joe D'Amato, padre del pecoreccioporn all'italiana. Assatanata come una ninfomane che è stata in cella di isolamento per un anno e si ritrova all'improvviso in una cella di senegalesi a loro volta reduci da sei mesi di isolamento, la bella maialeradimerdolera a un certo punto ha addirittura esordito dicendo "Chiamate dei vostri amici che voglio più cazzi" e questo è davvero commovente e tenero e induce a pensare che stupenda moglie e mamma sarà.

Insomma, il Loca a un certo punto mi dice, con occhio da killer: "Ti sei perso un numero da paura Taz" al che io, anche un po' infastidito dal dovermi sentir dire dalla Banda Bassezze cosa fosse ottimo per me, lo colpisco con un dardo al curaro dicendogli "Mi sa invece che il numero da paura te lo sei perso tu, per tua fortuna, perché dopo due minuti che avete transumato verso la stalla del Costa, al wine bar è entrata la Emy, che se entrava due minuti prima e vi vedeva tutti a sbavare su quella merda di donna, te compreso, forse non avrebbe pensato che sì, che sei veramente l'uomo della sua vita" e sorseggio il caffè con un sorriso interiore, perché ho fatto scacco matto in una mossa.

"La Emy?". E la domanda è la più idiota del mondo. Cosa si può rispondere a una domanda così?
"E cosa ci faceva la Emy là?" incalza con una maschera di grigio sale foggiata a piega amara della tragedia.
"Tu non ci crederai, sono rimasto di sasso e incredulo anche io" incalzo perfido "ma era entrata a prendersi le sigarette. Pazzesco no?" e sorseggio guardandoli con l'occhio di Belzebù.
Ma ecco che arriva in aiuto quel fine pensatore, quell'esteta, quel filologo del Costa.
"Minghiaoh svegliati bello" esordisce spingendo la spalla dell'amico "quella è venuta là a fare la cosa delle cose per avere la scusa che ti incontrava minghia ma dove ciai il cervell?"
Ci metto un pochettino a realizzare, ma quando realizzo capisco che il Costa sta aprendo gli occhi al Loca e gli sta dicendo che la Emy gli va dietro. Mi si attorciglia la milza, ma lascio fare. Anzi coadiuvo satanicamente.
"Beh Loca" dico con aria serena "in fin dei conti può avere ragione il Costa, i rapporti non si stanno addolcendo? E poi pensa anche a un'altra cosa: a lei il wine bar non è mai piaciuto, ma sa che tu fai parte dell'arredamento, vorrà dire qualcosa, no?"

"Minghiaaaaaaaaaaa sentiatTà eddai goglione" schiamazza il Costa precipitandosi a pizzicargli il pacco all'urlo di "lo vogliamo oliare 'stu sventrapapere, lo vogliamo oliare eh? Eh?" e ride come il testicolo adorabile che è, mentre l'altro lo serra al collo mandandolo affanculo e dicendo di mollare la presa e poi si alzano ed il Loca dice con malcelata soddisfazione "Mah… forse…" e il Costa che mima la monta alla pecora urlando "Ecchiamala minghia che quella è cotta guagliò" e si allontanano ghignando, che bel team di professionisti, che gran persone, che orgoglio.

Eh già, la Emy è cotta a puntino, basta che il Loca alzi un dito e tac.
E tac che glielo recide.
Quando torno da Londra la chiamo, la Emy.
Perchè una cosa è certa: non si dà il numero di cellulare a uno se non si vuol essere chiamate.
Con la emme.
Ma forse anche con la vù.

mercoledì 26 settembre 2012

Dei culi

Entro in bottega, in puntuale ritardo, recando i plichi che il postino, incontrato sul portone, mi ha consegnato direttamente.
Entro spulciando le buste ed odo, dall'ufficio della Betta, un'accesa discussione sul culo di quella gran consigliera della Minetti e quello di quella gran puerpera della Fico, discussione accademica che coinvolge i più illustri esponenti dell'intellighenzia emiliana: Costa, Loca e Zack.
I chiarissimi professori sono assiepati sul Mac della Betta ed aprono incessantemente finestre su finestre, zoomando sul culo di questa e di quella, con rovente diatriba relativa a chi dovesse meritare il palmares della chiappa migliore.
Entro e appoggio la posta, mentre una cascata di "ciao" mi investe senza mollare la compulsiva ricerca di altre foto eloquenti.

"Intanto ciao un cazzo" dico solenne "oggi mi chiamerete tutti Sire o Maestà e vi rivolgerete a me dandomi del voi, che qui è ora di cambiare".
Il Loca alza gli occhi dallo schermo e mi dice "ma và a cagare" ed io mantengo il mio regale aplomb, ma dopo una pausa di alcuni secondi dico "Elisabetta, cortesemente, si annoti di chiamare il boia, che domattina questo marrano dev'essere decapitato" e la Betta, suddita perfetta, mi risponde "Sì Sire" ed io le rivolgo un grazioso sorriso di compiaciuto ringraziamento.

Poi apro gli occhi alla suburra.
"Siete una manica di imbecilli e parlate perché c'avete la bocca in mezzo alla fazza. Aprire immediatamente il sito dell'Ansa e cercare la manchette dedicata a Salma Hayek intitolata "Salma Hayek e la bellezza delle forme". Scorrere la fotogallery sino ai fotogrammi sei, sette e, soprattutto, otto. Perché quello è un culo, anzi, quello è IL culo, è il protoculo, è il culo disegnato da Dio in persona, è il culo di cui si dovrebbe fare copia perfetta e lo si dovrebbe conservare a Ginevra, accanto al metro campione, perché quello è il culo |assoluto| e tutto il resto sono chiacchiere e come certamente avrete sentito dire, le chiacchiere stanno a zero".

IL Culo
"Ma è una culona!!" esordisce Zack.
"E ma cazzo Taz fa provincia" rincara il Loca.
Guardo il Costa e gli dico "Pesa le parole, perché sei al momento l'unico di loro che ha ancora un lavoro".
"Me mi piace" dice il calabro saudita ed io non so se gli piace veramente o se gli piace lo stipendio.
"Elisabetta, cortesemente, chiami il commercialista per la pratica di licenziamento di Zaccagnini. Per Locatelli non se ne curi, tanto lo decapitiamo domattina. Ora signori, vi prego, andate a svagarvi lavorando, che qui avete profuso abbastanza, per oggi"
"No, ma Taz, a parte gli scherzi… fa provincia"
"TUTTI-FUORI-DAI-COGLIONI-TEMPOZZERO" urlo come il tenete dei parà che ero.

E rimango con la sublime Betta, dal vestito a taglio Chanel senza maniche di shantung di seta blu petrolio e le vertiginose peeptoe abbinate e le sussurro "Il più bel culo in assoluto è il tuo, ma non potevo dirlo, Elisabetta" e lei mi sussurra "Se lo dicevi ti tagliavo il pisello, Sire" ed io le sussurro "Forse non ti sarebbe convenuto, Elisabetta" e lei mi sussurra "Conosco un bravo imbalsamatore, Sire" e io le sussurro "Sei cattiva, Elisabetta" e lei mi sussurra "Sì, ma ho un gran bel culo, Sire" ed io le sussurro "Mi piacerebbe rivederlo, Elisabetta" e lei mi sussurra "Fuori dai coglioni in tempozzero, Sire".

E' mercoledì e domani vado a Londra.
Chissà se c'è anche Salma Hayek.

Le stategiche manovre di riavvicinamento di quel mago del Loca

Pomeriggio proficuo, quello di ieri. Prenotato tutto, domani sono a Londra, albergo e volo, ritorno boh.
Poi cena alla Solita, la Marghe Marghera culata come sempre, culata oversize, culata paradise, che mi si intosta il pistone martello pensandola nuda e alla pecora. I soliti pensieri che mi vengono alla Solita, mangiando il solito.
Poi raggiungo il wine bar dove trovo quel manipolo di ominidi a cui passo lo stipendio mensile che si sollazzano con la Sognasugna, poiché se è pur vero che i rapporti con la Siusy si sono congelati, quelli con la Sognasugna rimangono belli vivaci. E così mi unisco al tavolo spermatozoicovulazionale e offro un giro.
Attori: Costa, Loca, Zack, Max, il Sa-arti e la regina della samba canarina. Livello della conversazione a meno sette, drammatico, la porca fa la porca ad ogni occasione e i montoni scalpitano e insufflano ormoni e sudore inguinale, grugnendo parole senza senso.

Alle undici, dopo abbondante bevigione interrotta da sporadica spinellagione, scatta la fase operativa del piano X21-Mount e come un sol uomo tutti si alzano, direzione casa del Costa, regola di ingaggio fottere in gruppo la bella maialera.
Oh Taz, dai cazzo, ci sta, che la facciamo, cazzo Taz dai, dai cazzo Taz, dai Tazzo caz, daz Cai Taz e mi avete rotto i coglioni, non ci vengo per una somma estesa di ragioni, prima tra tutte perché la bisteccona mi sta sul cazzo in maniera insopportabile e poi voi nudi coi vostri insulsi cazzetti mi deprimete, fanculo Taz, fanculo voi, chiavatevela e non infastiditemi la genitalia.

E così il set porno di quarta categoria parte e va, con la bella letamaiera che schiamazza risate attorniata dai verri in calore e io rimango a leggermi Repubblica sorseggiando in pace sublime un bel bicchiere di Chardo. Che meraviglia.
La Malika mi fa gli occhi e i sorrisi da dietro al banco e io rispondo facendole gli occhi e i sorrisi e mi sa che va a finire che una botta gliela dò perché é tanto carina e bellina e chissà come saranno i suoi piedini e mentre sento Mastro Rampazzo che sostiene entusiasta i miei progetti, entra dentro una stanga di bionda alta tre metri, capelli corti, vestito champagne al ginocchio, coprispalla di makramè color corda e due sandali fottimifottimi da prima pagina sul Carlino di oggi. Compra le sigarette, poi si gira e mi guarda con un sorriso Colgate anni settanta e mi alzo e ci baciamo sulle guance, ma guardati sei splendida, anche tu, ha-ha-ha, come stai?, bene e tu?, sto benone, dai siediti che ci facciamo un bicchiere, sì ma sto pochissimo che domattina devo essere in piedi all'alba, va benissimo, prego.

La Emy. Sì la Emy ex morosa del Loca, in ex odore di matrimonio, la Emy che faceva i festini, ma rimanendo sul suo, cioè chiavandosi solo il Loca, la Emy che pare che il terremoto abbia contribuito ad un riavvicinamento col Loca, la Emy che quando viene citata tutti giungono le mani e alzano, devoti, gli occhi al cielo come se si parlasse di Bernadetta Soubirous o direttamente dell'Immacolata Beata Vergine Maria Santissima Dal Ciel Mandata. Perchè la Emy è una figona cosmica, va detto, sottoscritto, ribadito e inciso nella roccia.
E' veramente un tronco di gnocca mai visto.

E chiacchieriamo. Di tutto. Persino del Loca affair e mi sorprende l'apprendere che la Mistica Emy manco per la capocchia di cazzo del formichino pensa di rimettersi con lui e, anzi, è pure parecchio contenta della sua singletudine e allora io, mentre lei parla, penso a quel branco di dissociati che, invece, favoleggiano riavvicinamenti che sulle medie distanze porteranno a un rinsaldamento e mi dico che l'uomo maschio è davvero un coglione miope, ipermetrope, diplopico, strabico e presbite.
Poi parliamo di lavoro, di famiglia, anche di politica e poi lei mi dice "Taz non sai quanto mi dispiace, ma devo andare che domattina alle nove devo essere a Bologna" e io mi alzo con lei e poi lei si ferma e mi dice "Ce l'hai il mio numero di cellulare?" e io rispondo di  no, che non sta bene avere i numeri di cellulare delle morose degli altri, lei mi dice scemo ridendo e comincia a dettarmelo e io scrivo diligente e poi lei mi dice telefonami subito che così c'ho il tuo e io eseguo, ma che bel quadretto di amici carissimi, che figa da ischemia, anche una sua narice è sensuale.

Poi lei va, io pago, flirto con gli occhi con la Malika e esco, esco pensando se solo solo la Emy fosse entrata un dieci minuti prima quanto sarebbe stata orgogliosa di quel tavolinetto di amici e come si sarebbe precipitata a salutare la Sognasugna, così vicina come stile e classe e bellezza a lei e se fosse solo entrata quel dieci minuti prima, la manovra di riavvicinamento col Loca, seppur in palese dirittura d'arrivo, avrebbe subito un'accelerazione decisa, credo, no?
Ma che rincoglioniti.

sabato 15 settembre 2012

Che classe

"Che cazzo è 'sta roba?" chiedo al Costa.
"Un pornazzo dei puffi"
Svaccato sul divano di casa sua, senza pantaloni, ma con la Lacoste, in slippone bianco sgambato con rigonfiamento della minchia, che guarda un porno con dei deficienti tinti di blu che fanno i puffi sozzi. Mi permetto di obiettare, spinto dalla deformazione professionale che dovrebbe avere anche lui: "Sì, ma che cagata, ma non vedi che mentre chiavano cazzi e fighe tornano rosa che gli va via la tinta e gli va via pure dove sudano? E' uno schifo".
Non si scompone e mi dice "Me mi piglia lo stesso" e la conversazione è finita. 

Allora vado in cucina, dove Max e il Loca si stanno girando un cannellone ripieno alle erbette pazzesche pazzeschissime.
Chiacchieriamo e sfumazziamo rimanendo in cucina, perché 'sto pornazzo dei puffi fa cagare a tutti.
Poi, alle dieci, arriva l'Umbe, suona e sale, sale recando in dono una bottiglia di vodka russa che guarda è una bomba e mi ricordo della bomba che c'aveva il Costa in congelatore che sono rimasto svenuto per due giorni.
Poi arriva l'uomo di Neanderthal che i puffi avevano finito, con la minchia mezza dura e si siede a rovescio su una sedia della cucina.

"Vero ominidi" dico puntando lui e l'Umbe "andate via domenica sera, sì? Che lunedì mattina comincia alle nove l'ambaradan." e loro annuiscono bovini.
Sì, perché dovete sapere che ho comperato un drone. No, non voglio attaccare la Libia, questo drone serve a portare in volo una telecamera per le riprese aeree.
E' un elicotterino radiocomandato del costo di diecimila euro che ho ribattezzato drene visto che, per l'appunto, ho dovuto vendere un rene per comperarlo.
E lunedì i due androidi vanno vicino a Trieste per una settimana di corso di formazione al volo.

"Minghiaoh io c'ho voglia, andiamo a troie" sentenzia didascalico il dotto Costascienziato palpandosi la minchia sopra le mutande.
"Ma sei ha chiavato come un toro per un mese! Cazzo rompi i coglioni!" esordisce Max con mani giunte e aria da "eddai".
Sì perché il calabro saudita è stato un mese intero giù in Carabia, dove ha pompato serrato e massiccio la cugina racchia. Racchia, ma porca come poche, a suo dire. La donzella, con la quale si unisce carnalmente dall'età di sedici anni, è fidanzata, ma ciò non le ha impedito di prendere tutto il giorno il tarello del nostro prode bardo, per poi congiungersi all'amato fidanzato e promesso sposo nella primavera dell'anno prossimo, nel dopo cena.
Un' organizzazione perfetta, debbo dire. Belle cose, anche, mi sento di dire.

"Ci potevi venirci pure te che te l'avevo addetto" risponde piccato. Perché la cugina racchia e porca ce n'ha per tutti eh. La proverbiale ospitalità meridionale.
"E' pelosa di sotto" chiedo all'infastidito Costa che si gira, mi mette una mano sul braccio e mi sussurra "dibbrutto Tà" e io annuisco con sacrale serietà, mentre il Max spara una risata schioccante battendo le mani e il Costa si solleva dalla sedia, con la minchia mezza dritta dicendo "Oh minghia ridi porcodd** mi stai facendo girare ai goglioni te stasera" ed io tento una mediazione immediata, appellandomi al fair play per cui siamo conosciuti worldwide e mi giunge in aiuto il Loca, che in tutto questo signorile dialogo ha incessantemente letto la Gazza, che a voce alta legge parole e nomi a me incomprensibili, ma che appaiono di un appeal irresistibile al branco di amadriadi, appeal così intenso  da spostare l'obiettivo dalle irsute pudende della cugina racchia-ma-porca, alle sorti di qualche calciatore amato od odiato al punto di coinvolgerli tutti, ma tutti, in una lite sportiva che fa dimenticare il mondo, i Puffi, le troie, la Calabria e la cugina pelosa RMP.

E mentre assisto alla lite non capendo un cazzo di quello che dicono, penso.
Penso intensamente ai fatti miei, ai miei vuoti, alle mie nostalgie, alle mie paure, alle mie delusioni e mi alzo e saluto ed esco di casa, scendo, prendo la macchina, guido, guido, guido, guido e poi mi fermo per far salire Nadine che mi sorride fluorescente nella notte italiana.
Che venerdì sera di classe.

martedì 19 giugno 2012

Taziopensieri sparpagliati di fine giornata


L’appuntamento al Circolo Milliano
E’ più di un mese che non metto piede là dentro. Anzi, per voler essere pignolini gni gni gni, come dice la Chiaretta, da mercoledì 16 maggio, ossia da trentaquattro giorni. Mi sembra di più, comunque. Con la Milly ci siamo sentiti e strasentiti, ovviamente. E stasera si riappiccica questo tassello di normalità, anche se qua la macarena non smette, perché anche se non trema un cazzo noi sentiamo il tremone. E vabbè, passerà.
Spero ci sia un po’ di gente, stasera. La Coppia Bestia di sicuro, mi hanno messaggiato prima. Poi ci sarà Habana, il fine serata, la Milly, insomma ho proprio voglia di andarci.

Il terremoto abbatte quel che stava in piedi per errore
E così anche per le persone. Questo terremoto ha abbattuto molte sovrastrutture che venivano vestite da persone attorno a me. Il Ruggi è cambiato, per esempio. Certo, ho avuto l’occasione di dargli giù le penne imponendogli la riflessione, ma in lui secondo me qualcosa sta cambiando. Ha abbandonato il suntuoso progetto della casa nel Bordeax e adesso sta qua a trafficare per dare una mano, fare, aiutare. Gli farà bene. La Emi si è riavvicinata al Loca. Niente lingua in bocca, ma si sentono e si vedono. Il Costa che è un buonone ha subito chiamato la Siusy. Insomma, sono crollate delle strutture ed è emerso quello che c’era sotto e questo, secondo me, non è male.

La libertà che imprigiona
Sono trentaquattro giorni che io e la Skizza condividiamo lo stesso letto e la stessa casa. Non sempre nello stesso posto, ma mai uno ha dormito separato dall’altra. Come chiamare questa cosa? Chiamiamola la cosa più sgangherata e strampalata del mondo, perfettamente in sintonia col mio stile. Convivo, nessuno ha affrontato l’argomento, nessuno sta male e quindi bene così. Nemmeno la Troiamadre si è accorta che la figlia non abita più là. D’altra parte se nemmeno lei è in quella casa e se i rapporti viaggiano via 3G come fa la Troiamadre a saperlo? La Chiara dice che vuol vedere quanto mette ad accorgersene. Io dico che sto bene lo stesso anche se non se ne accorge, anzi.
“Skizza, stasera sono fuori a cena e poi vado al Circolo”
“Ah, ok, allora io esco coi ragazzi e mangio fuori”
Ecco, fine. Un’amica dice che è paracula e che mi dà esattamente ciò che sa che voglio.
Se è come dice la mia amica, potrei anche sposarla.

Radio Elettra
La Betta è come un emettitore di onde radio. E’ sempre uguale in tutte le situazioni, ma io quando comincia ad emettere la sento lontano un chilometro, perché io sono un ricevitore di onde radio. La Betta mi comunica con le dita dei piedi. Un giorno ve lo spiegherò meglio, ma posso preannunciarvi che ho la vibrante sensazione che la sua passera voglia incontrare il mio fagiano in tempi brevi, scopo incrocio di razze. L’incrocio è la salvezza delle popolazioni animali e io mica voglio metterle in pericolo.
Non sono mica matto, io.
E no.

Diagnosi dolorose
Questo pomeriggio alle ore quindici, la retro della mia Marzedes non è più entrata. Ricoverata d’urgenza presso il meccanico ufficiale, le è stato diagnosticato un brutto male. Cioè lo è stato diagnosticato al mio già emorragico portafogli, più che altro. Attendo nella mattinata di domani il bollettino medico, ma sono già psicologicamente preparato al decesso. E’ incredibile, dopo soli sedici anni e soli due milioni di chilometri.
Le fanno che si rompono a comando secondo me.

Fine dei taziopensieri. Vi auguro una serata esplosiva e ci sentiamo duman.
Basgi, amisgi.

venerdì 1 giugno 2012

Borgoverde


Bonjour.
Bonjour da Borgoverde. Lo chiamerò così questo posto.
Qui non trema niente, ma noi continuiamo a sentire le scosse. E’ normale, cazzo.
Alle quattro e dieci di questa mattina ho visto, finalmente, la scritta Transfer completed.
Che bella scritta.
La Skizza dormicchiava sul divano e di tanto in tanto veniva a darmi una carezzina e un bacino, chiedendomi se volevo un caffè. Ne ho presi pochi, perché la caffeina, rispetto all’adrenalina che avevo in corpo, avrebbe fatto da calmante.
I ragazzi li avevo mandati via all’una, appena ricontrollato il master per l’ultima volta.
Zack è tornato a casa, il Costa e il Loca sono partiti per Varese, subito.
Alle quattro e dieci ho spento tutto, ho messo uno snap mirror nella borsa, abbiamo portato giù della roba, una tavola grafica, un iMac, due portatili e siamo partiti. A pieno gas, come avevo detto.
E appena siamo partiti la Skizza ha cominciato a dormire.

Siamo arrivati a Borgoverde alle sette meno dieci.
La grande casa puzza di muffa, l’acqua esce arrugginita ruttando, il frigo è vuoto, ma c’è del caffè. Più tardi si va a far la mega spesa. La Skizza è crollata a letto, ma io ho retto ancora, perché alle nove sarebbero  arrivati i ragazzi dello streaming ed io li ho aspettati con Skype aperto.
Piazzato sul tavolone da reggimento che c’è sotto il porticone della casa di Borgoverde.
Altra casa, altro portico. Mica posso lamentarmi, no?

C’è un silenzio surreale, uccellini e aria che muove le fronde. Il tempo è così così, ma fa caldo e si sta bene.
Alle dieci i ragazzi dello streaming hanno finito il controllo e mi hanno scritto (yes) su skype, con quel bel pollice da Fonzie che amo alla follia. E allora mi sono rilassato e ho dormito davanti al portatile a tappe.
Mi ha pingato Zack, poi il Loca. Tutto rego, raga. Poi la Betta mi ha mandato un sms per sapere se eravamo già qui. Poi si è svegliata la Skizza e mi ha anche fatto ridere.

E’ comparsa sull’uscio di casa con addosso solo una canottiera da intimo bianca con le spalline e un fiocchetto ricamato sul davanti. Roba da mia nonna, che però non girava scalza e nuda di sotto. Capelli esplosi per aria, espressione devastata e una canna accesa.
Buongiorno, Chiara! La collina ti rende fresca e vitale come la rugiada sui petali di rosa! Ha!
Mi ha chiesto se tutto era andato per il verso giusto e le ho detto di sì e lei ha detto “Dio grazie”.
Sì, grazie di tutto, veramente, troppo buono.

Bene, ora siamo a Borgoverde e questa è una realtà indiscutibile.
Dovrei dormire, ma non ce la faccio. Non mi preoccupo, perché prima  o poi dormirò.
Prendiamola come una vacanza, và.
Una vacanza dal terrore.
Potrebbe essere piacevole.
A più tardi, dudes.

giovedì 19 aprile 2012

Trashabbestia


Meeting davanti alla Solita, ci siam tutti, poi arriva anche il Costa con la Siusy e vabbè, cazzo c’entra dico io, ma oramai siam qua e si va. Entriamo e la Marghe ci prepara il tavolone là in fondo, serata tranquilla, ci si siede, vino, acqua e via pedalare. Siam lì che aspettiamo che dalla porta vediamo entrare il Max col Cecio, padri effettivi della ristrutturazione della grossa realtà che è il mio stimabilissimo studio. Saluti, saluti, saluti, oh raga prendete due sedie che ci stringiamo, ma no, dice la Marghe, dai che aggiungiamo un tavolo, tanto non è che c’è ressa, dai raga sedetevi, quando ricapita, ok.

Si comincia a mangiare del pane e a bere del vino, si ride, la troja imbecille attira le luci della ribalta su di sé e le battute si sprecano sin dall’inizio, i doppi sensi fioccano grevi e gretti e lei se ne bea, primo tra tutti quello della Marghe, a cui la Siusy deve stare sul culo un bel po’, che quando chiede “qualcuno vuole un contorno?” ed elenca quel che c’ha e la Siusy la guarda e dice “per me piselli”, con l’aria da porca arrapata, e la Marghe prende il blocchetto e scrive declamando distratta altri piselli per la signora, speriamo che ce ne abbiamo abbastanza” ed è stato il boato e la stura ad ogni sorta di sozzeria avente come soggetto primario la Siusy-La-Barista-Troja.

Mangiamo, beviamo, beviamo, beviamo, poi il Loca le dice “oh Siusy non ti spaventare se ti gira la testa, è il testosterone, che qui ce n’è a fiumi” e lei, facendo ballonzolare a destra e a sinistra quelle sporte nude sotto la camicia, replica grugnendo “c’ho tutti gli ormoni in subuglio anche io con tutti questi maschioni” e procediamo sozzamente nella cena trashabbestia che a voler ben vedere è proprio divertente, oh beh se lo è.

Due giri di Sambuca, pago il conto, mi attiro gli insulti di tutti che non dovevo pagarlo, poi il Costa sapiente dice “oh raga il digestivo ce lo metto io a caza mia” e in molti capiamo, anche se non in tutti, c’è qualche resistenza, ma viene dissuasa dal cedere e cede.
La Siusy è elettrica, sorridente e maiala, si para nella mia mente l’opportunità di una gangbang appiccicosa e sudata, a chi non si è parata, diciamocelo. Però io declino l’invito. Sono le undici e va bene così. Mi attiro altri insulti, ma no raga, un’altra volta, dai, sono stanchissimo. E li lascio andare nella notte promettente porno dal vivo.

***
Mi stendo sul divano, nudo.
Mi prendo in mano l’uccello e comincio a strozzarlo. E penso. Penso a ieri sera, mi tempesto di mille frammenti, la schiena della russa sinistra, lo spacco del culo della Milly, la Donnabestia che gode col Wand, le sporte dondolanti della Siusy uccellaia, la Betta sulla credenza e ce l’ho duro di marmo.
Me lo meno lentamente e penso.
Penso al culo della Squinzy mentre indossa quell’erotico buttplug e penso alla Squinzy in generale, alle sue tettine, alla fica, ai piedini, al suo odore di sudore e di fica e di culo, al camerino, ai costumi e poi alla sua bocca e poi ancora al suo buco del culo gonfio, palpitante e svangato, quando si toglie il buttplug.
E vengo.
Mi schizzo sulla pancia, senza un fiato, senza un rumore, sedotto dall’impugnare il mio cazzo durissimo, sentendomi erotico, felice, arrapato e appagato.

Che magnifica serata.
E oggi è già giovedì.

mercoledì 18 aprile 2012

Contaminazioni trash


Eccoci qua. Imbastita la serata. Perché il mercoledì sera è Costa. O, almeno, deve esserci anche lui.
Prima sono entrati nel mio ufficio lui e il Loca. Abbiamo parlato di un paio di cose e poi il Costa fa “Oh raga, mappocchè stasera non zi mancia quaccheccosa tuttassieme?” e a me è parsa una buona idea e al Loca anche.  
“Ce lo diciamo anghe all’Umpe e a Zacche che stannottelà?” ma certo diciamocelo anche a loro, vai Costa.
Zack non può e così io, il Costa, il Loca e l’Umbe ceniamo alla Solita. E vai.

Dopo tutte quelle sofisticatezze ultra chic della Casa, un po’ di trash mi ci vuole.
Mi rende la stupenda persona completa ed equilibrata che sono.
Eh.
No?

martedì 20 marzo 2012

Rischi ed opportunità

Il Costa e il Loca mi invitano a mangiare un boccone con loro in un locale nuovo, spagnolo, che hanno aperto di recente a qualche chilometro da qui. Temporeggio, nicchio, prendo spazio, ringrazio, non escludo.

Perché stasera Miss Milly fa la sua rentrée nella losca Casa e potrebbe essere gradevole l’andare a salutarla. Ma anche no, perché l’ipotesi cena leggera, doccia rovente e letto con le lenzuola pulite si guadagna un posto di assoluto privilegio tra le mie possibili scelte.
E poi se Milly rientra sarà assediata dai suoi adepti, per cui mi ritroverei a fumare il narghilè con Inquieta e a soddisfare le sue senili voglie deviate e sozze.
Che non è, comunque, male eh.

E poi, a pensarci bene, un tête-à-tête con Inquieta potrebbe portarmi delle notizie interessanti relativamente ad alcune curiosità insoddisfatte che ho. E lei è un’enciclopedia di informazioni. Certo che la doccia calda rovente ed il letto fresco sono tentatori. Altra ipotesi è quella di raggiungere la Nica e trascinarla al winebar, ma questa la scarterei perché è troppo chiavaiola. Devo allontanarmi con progressione dalle troppo articolate situazioni meramente chiavaiole.

Devo ragionare in termini di stimolo. E la scala degli stimoli, dal minimo al massimo, si compone di: cena coi ragazzi, doccia rovente, la Casa. Per cui, ragionando in termini di stimolo, la Casa vince. Già, perché non si sa mai chi incontri laggiù. O le cose che vieni a sapere. E io ho sete di sapere e di incontrare.

Per cui farò così: andrò a casa, mi verserò un bel calice di Chardonnay gelato, salterò tra le notizie del mondo e poi mi interrogherò. Se la stanchezza consiglierà una minestrina, la doccia rovente ed il letto, non farò nulla per contrastarmi. Ma se rimarrà dell’energia spendibile, mi farò ugualmente la doccia, mi vestirò adeguatamente di nero e andrò laggiù, a salutare Milly ed Inquieta.
E poi chissà.

venerdì 10 febbraio 2012

Voglio-morire


Ecco, ecco la ciliegina sulla torta.
Il Loca dà forfait per stasera perché la Emy c’ha quaranta di febbre. Ma che meraviglia. Spero solo che non mi si ammali il Loca che la settimana prossima dobbiamo fare i numeri da circo. Il Costa ci rimane una merda e io propongo “Oh senti, si può rimandare sai?” e lui mi dice con l’occhio del bassethound “Minchia Tà abbiamo preparato tutto ieri sera non mi dire che non gi vieni neppure tu” al che scattante, col cuore intenerito, dico “Cazzo dici, io ci vengo eccome, era per te, ma se è tutto pronto col cazzo che me ne sto a casa” e lui dice “Emmeno male almeno uno grazzi Tà” e poi per gratitudine canina ritorna dentro e dice “Volevi che ci vado io a pigghiare e bottigl Tà?” e  io, lo ammetto, sono bastardo e pigro e nevica e gli dico “Minghiaoh Costa se non ti fa schifo mi faresti un piacerone che poi le mettiamo giù da te “ – “E bastava che parlavi stai scherzando?”.
Bravo figliolo il Costa.

E così stasera dio mi punisce e devo aspirarmi Labarista e le sue furrrrrrrbe visioni della vita e i suoi intelligentissssssssssimi punti di vista e i suoi fighisssssssssssssimi racconti, senza nemmeno un cristiano a cui rivolgere la parola per cambiare argomento e diluirla. Ben mi sta, così imparo. Il Loca tenta di tamponare e dice che se la Tachipirina fa effetto alla Emy un salto per un boccone lo fa, ma è una pietosa bugia a cui tutti diciamo “sì, sì, certo”.
Voglio morire.

giovedì 9 febbraio 2012

Costacena


Domani sera cena a casa del Costa. Protagonisti e interpreti: il Costa, ovviamente, Labarista, il Loca e la Emy, io e la presenza femminile che maggiormente mi aggrada. Scopo del convivio: nessuno in particolare, magari giusto un festeggiamento della fine delle due settimane di formazione a Roma che mi hanno trasformato il Costa in un energico e motivato ometto.
Va bene, ci sta, mi piace.
Sarà gradita l’occasione per parlare dell’auspicata Mega Orgia travestita da Carnival Party e testare (anche se preferirei tAstare) la Emy e la sua attitude.
Adesso mi applicherò al Meucci e sentirò la Ale che progetti ha, ma pur non avendo approfondito le dinamiche della sua vita privata, che non mi interessano, credo che il venerdì sia un giorno riservato. Ma non mi scoraggio e non mi scoreggio, perché ora ho da attingere una Ines e una Nica, anche.
Anche se quest’ultima dà segnali di ritrosia su tutta la linea. Magari si è stancata di pisciarmi in faccia, posso capirla, è una pratica noiosa alla fine.
Costacena, quindi.
Consiglio che almeno uno non mangi, in modo da poter avvisare il medico del pronto soccorso di cos’è successo.

mercoledì 18 gennaio 2012

Piccoli aggiustamenti al tiro

Mercoledì ore 9:15.
I tre paperini compongono i loro pensierini ed io ascolto, perché non si può tarpare la creatività troncando in bocca ai tre paperini i loro pensierini, no. Poi mi si traumatizzano e quando saranno grandi gli verranno delle turbe sessuali, cose terribili insomma.

Poi, alla fine, una volta rilassati, mentre si compiacciono dei loro pensierini, convinti che l’ora di composizione individuale sia finita, spiego loro alcune cose. Semplici.
La prima è che allo stato attuale dei lavori in portafoglio per il 2012, gli stipendi sono garantiti sino a giugno compreso. Questo non deve generare alcun panico, perché io sto facendo la mia parte, come l’ho fatta sino ad ora, garantendo gli stipendi sino a giugno. La cosa significa, però, che bisogna lavorare per coprirli sino a dicembre, anche se mi piacerebbe che entrassero lavori per coprirli sino a giugno dell’anno prossimo.

Per cui servono dei piccoli aggiustamenti.
Parto dicendo che individuo due figure responsabili: il Loca come responsabile della sezione produzione e il Matt come responsabile della sezione comunicazione. Nessun aumento di stipendio, nessun benefit, forse una troia pagata a fine primo quarto, ma vediamo. Si ride, bene.
Passo ai compitini.

Loca: punto uno. Domenica sera il Costa si separa dalla sua fidanzata sfondata e parte e va a Roma a un corso di formazione sull’uso di certe diavolerie. Durata del corso settimane due.
Punto due: considerata l’attuale esiguità delle entrate sul solo fronte foto, N verrà impiegato part time in produzione come assistente alla fotografia/luci per tutta la durata della produzione che abbiamo in portafoglio. Se interverranno servizi, prenderemo in considerazione di volta in volta il da farsi anche con sostegno esterno, ma secondo me N può gestire l’uno e l’altro, basta sapersi organizzare.
L’ottimizzazione non è piaciuta a N, ma a me non piace buttare danaro e risorse e gliene avevo già parlato ieri sera a cena. Meglio un culo spettinato, ma al sicuro, che un culo pettinato e a spasso.

Matt: fuori dalle balle la stagista rancida entro quindici giorni massimi, ma vedere di trattare per la sua partenza anticipata. Al suo posto comporre postazioni per l’accatiemmellaro e il programmatore, perché l’idea di rinforzare il web mi è piaciuta e voglio trovare un accordo.

N: punto Giogia. La Giogia è una free lance che lavora per i fatti suoi e anche per noi. Stante il fatto che ammiro il suo delizioso culino inarrivabile tutti i giorni per tutto il giorno, risulta evidente che lavora anche per sé da qui dentro. Delle due l’una: o la Giogia passa i suoi clienti qui dentro ad un titolo da definirsi tra me e lei, oppure si toglie dai coglioni al volo e la chiamiamo quando ci serve. Nella ipotesi due rimane ovvio che quando dobbiamo alzare il telefono per chiamare un fotografo d’appoggio abbiamo diversi numeri da comporre, non solo il suo. Capra e cavoli non può salvarli, non più. Che decida cosa le conviene di più, ma che lo decida entro dieci giorni a fare da oggi.

Fine della riunione.
Con N ne avevamo diffusamente parlato ieri sera a cena. Non gli piace, lo so bene. A cinquantadue anni fare l’assistente a uno che ne ha trentaquattro fa rodere il culo. Però la metafora del culo è calzante.
Meglio una calzante metafora sul culo che un culo molto calzante fuor di metafora.
Eccone un’altra.
Vualà.

lunedì 16 gennaio 2012

Congratulescions

Il Loca trascina il Costa nel mio ufficio e a seguire, che spinge, c’è Zack.
Chiedo, con una nota sacra, che cazzo stia succedendo.

“Diglielo coglione” esorta il Loca.
“Chemminghia ci devo dire” intercala il Costa.
“Dai cazzo” rinforza Zack.
“Chescassatori di miiiiiiiiiiinghia!” esclama il Costa.

E io osservo questi tre Hobbit e mi sento smarrito al pensiero che ogni mese li pago.

“Alura? Dura molto? Vuotare sacco o smolecolarsi dalle gonadi” dico.
“Mannniente Taz, machemmminghia, nieeeeente…” minimizza il Costa.
“I cazzi niente, coglione, sputa il rospo” insiste il Loca tirandolo per la felpa.
“Si è inchiumato la Maiala” sentenzia Zack con pragmatismo e sintesi elogiabili.

“Chiudere porta, far sedere soggetto” dico al Loca che, prontamente, schianta sulla sedia il Costa mentre Zack chiude la porta.
“Sono pronto ai dettagli, Jennifer”
dico al Costa incrociando le mani sulla scrivania.
“Ma chemminghia di dettagli Taz eddaaaaaaaaaaaai” piagnucola sfasciato il montone.
Prendo la riga da 50cm e gli percuoto il dorso delle mani a più riprese.

“Non tollero resistenze nel mio laboratorio di vivsezione umana” dico con occhio traballante.

Errore, caro Costa. Si fa e non si dice, perché se si fa e si dice, qui vale la legge dell’interruttore: on o off. Non si ammettono valori compresi tra 0 e 1 e siccome pare che ti piaccia cantare, adesso canti e racconti tutto, perché siamo la tua famiglia, frociazzo indeciso, ricordatelo.
E così comincia l’interrogatorio.

Eccone sintesi esaustiva.
Le tette sono flaccide, ma belle, ha i capezzoli ovali, scuri che le si arricciano parecchio quando le tira, ha la figa rasata, ma purtroppo con un po’ di ricrescita che alla fine lui c’aveva la faccia rossa e lei la bignola rossa, in pandant, se lo fa troncare in culo e le piace, è bella aperta di culo e di figa, fa i pompini con l’ingoio, è una troia pazzesca a nanna, aveva lo smalto rosso scuro sulle unghie dei piedi e la catenina in vita, ha un piccolo tatuaggio sulla chiappa destra che raffigura un cupido con alle spalle un cuore, un autentico cameo di finezza, stile e levatura morale, quando viene al bar non si mette il reggiseno (grandissimo Tazio lo sapevi) è stata sposata, ha 33 anni, ha voglia di provare con una donna uno a uno, perché nel mucchio ci ha già provato, insomma, concludo saggiamente dopo che il lavoro degli inquirenti era concluso “da sposare”.

“Siete fidanzati?” chiedo senza mezzi termini.
“Aòòòòòò ma che vi siete impazziti? Ci siamo fatti una storiella minghia che fidanzaaaati”
Guardo il Loca e lui capisce e mi dice “Sì, sicuramente sono fidanzati”
“OOOO MINGHIA HO DETTO DI NO CHE FIDANZAAAATI”

“Lo penso anche io” dico al Loca, mentre Zack ghigna come un Gremlin.
“Congratulazioni Costa, domattina mi rallegrerò anche con lei, di persona”
“MINGHIAOOOH NON FATE I BASTADDDDI MINGHIA”


E dichiaro chiusa la session con la frase di rito: “Tutti fuori dai coglioni adesso, andersen”.
Il Costa si è fidanzato con la Sudiciamaiala.
Dal telefono apro il messaggio di gruppo in viva voce e do notizia all’intero studio.
“Il Costa è fidanzato con la Barista di sotto”
Seguono urli, risa, insulti ed applausi da più luoghi dello studio.
Odo anche un “MINGHIANOOOOOOOO CHEBBASTARDOOO” urlato gutturale e straziante.

L’amore è una cosa meravigliosa.
Anche l’amicizia.
Commovente.

martedì 10 gennaio 2012

Eh beh, certo


Ecco.
Le cause della mia Pisellite Ormonica Acuta sono andate a casa. Assieme agli altri.
Mi perdo con la mente a pensare alla Betta che a casa si toglierà le scarpe, poi il vestito, poi le autoreggenti e le lascerà esanimi e irridenti a penzolare da una sedia, svuotate di ogni potere seduttivo, ad eccezione del profumo di piede. Ma pochi apprezzano. Pochissimi eletti. Siamo una casta, ma di quelle serie.

Si toglierà il tanga, perché la suina seSuale aveva il tanga oggi, sia chiaro, anche se non ne ho la più pallida idea, ma ce l’aveva. Andrà a sciacquare la bernarda gonfia, sugosa, carnosa e scrofamente pelosa a gambe aperte sul bidet, come la più stimabile delle puttanone da bordello. Bella, a culo nudo, oscenamente scosciata che si strofina la nutria pelosa sul bianco sanitario. Mitologica.
Con le dita dei piedi aperte per la pressione e la posizione, così, massaia maiala, uccellaia macellaia.
E mi penserà spalpugnandosi la grassa figona, riderà, sapendo che ho visto ciò che mi ha distrattamente mostrato e penserà a che razza di numeri farei se la vedessi così, in quel momento di nudità postribolare pre coitum, brutta sozza sporcacciona.

E, strano a dirsi, mi ritrovo con un Cero Votivo così nelle mutande. Strano.
Poi, però, entra il Loca.
E si svacca sulla sedia davanti alla mia scrivania.

“Non stare in piedi siediti pure” gli dico e lui ride.
Poi si fa cospiratore e sibila.
“Oh Tà, il Costa pastura alla grande con la Maiala giù eh. Sabato appuntamento….” e fa il segno con la mano che svita l’orecchio, ghignando, quel segno che faceva Gilardino quando segnava, il mai dimenticato Gilardino, parlandone da vivo. Quel gesto che vuol dire “come ti suona ‘sta cosa, non so se hai afferrato il concetto”.

Mi sento filosofo fine e commento con eleganza arcana.
“Se non riesce a chiavarsi una troia bisogna mandargli in corto il tampone e resettargli il Bios”  e il Loca ride come un asmatico.
Poi si accende una Marlboro.

“Massì, non uscire a fumare che fa freddo. Anche se io stesso non fumo nel mio ufficio, tu fuma pure qui, dai” gli dico e lui ride.
Poi torna cospiratore.
“Oh Tà e la Betta? Cosa mi dici della Betta?” e ghigna come un Gremlin, col quale ha una spiccata similitudine fisionomica facciale.
“Cosa ti devo dire, Jago?” chiedo facendo lo gnorri con la minchia lignea.
“Cazzo Tà, ma non te ne sei accorto?” sbigottisce sporgendosi in avanti.
“Di cosa?” insisto un po’ blasè guardandolo.

“AUTOREGGENTATA DA PAURA VERA!!!! Minchia giurami che non te la sei persa…”
Interessante. Ma devo indagare, è mio dovere.
Ed indago sul come mai lui saprebbe che oggi la Signora Elisabetta portava le autoreggenti.

E come spesso avviene, la risposta giusta ai quesiti più complessi è sempre la più semplice.
Lo sa perché la Signora Elisabetta, mentre io ero qui, qui al pezzo, a scrivere cagate su delle cose che non sapevo nemmeno che esistessero e potevo benissimo continuare senza, mentre ero qui seduto, ligio, responsabile, indefesso, ebbene, mentre io ero qui ignaro, i due Gremlins, entrando nell’ufficio della Signora Elisabetta hanno notato ciò che io per primo notai stamane, solo che al contrario di me, che sono signore e rispettoso, i due scarafaggi le hanno fatto tana senza mezze misure e, durante un lurido dileggio liquescente protrattosi per un po’, la Salumaia SeSuale, che si agitava sulla sedia artatamente ha lasciato scivolare il bordo sino a mostrare il pizzo fino alla pelle nuda, commentando “Mo siete proprio due bambini… ma crescetemo!” che è l’esegesi maligna dell’ “e allora?” con cui tutto e nato in questo giorno sborraiolo.

Non ho commentato se non con un: “E di grazia, di cosa avevate bisogno dalla Betta tutti e due?”
“Ma niente eravamo andati lì per far due ghignate”
“Beh, giusto. A lavoro finito due ghignate ci stanno, giusto. Domattina si visiona allora?”
“Eh i cazzi Taz, mi ci vorranno tre giorni minimo”
“Ah, ma che strano, davvero, avrei detto fosse finito” dico guardandolo negli occhi.
“Messaggio ricevuto. Torno di là”

Per Lolita e B.
Avevate ragione.
Mica l’ha fatto apposta la Betta.
Eh.
E’ la moda.

giovedì 5 gennaio 2012

Tempesta di cervelli


Ore 10:14.

“Oh Costa, stamattina ho fatto colazione dalla Slandronasudiciamaiala qui sotto e quella mi ha chiesto di te, di chi sei e di chi non sei, che fai, dove vai, con chi stai”
“Sèèèèè figuriamoci… minghiaoh quella non mi fila di pezza Tazio…”
“Forse c’è stato un disturbo nella comunicazione: ti dico che mi ha chiesto di te, somaro dimmerda e io ti ho tirato la volè ciccio. Le ho chiesto se è fidanzata e mi ha detto none, per cui scendi a prenderti un tramezzino che mi sei sciupato, così cominci a imburrarle le chiappe”
“Mì ma che veramente? Noooo, minghiaoh, noooo non mi inculi Tà, bastardissimo, tu mi stai prendendo per il culo che io scendevo e facevo una figura dimmerda” e ride come un ritardato, quale è.

Ripenso alla frase “non mi inculi Tà” e la trovo sciocchina, considerato il paio di seratine che ci siam fatti, ma c’è il Loca e sorvolo. Mi limito a porgli un quesito.

“Ma perché cazzo ti ho ri-assunto io? Dimmi che non ti ho detto ‘perché sei intelligente’ ti supplico Lotar, dimmi che non ero così ubriaco da avertelo detto”
“Mì, ma allora è vero? Minchia non ci sto a capire più una minchia, ma è vero o no che la tipa ti ha chiesto”
“Fai la minchia che vuoi Bubu, io dirtelo te l’ho detto, la volè te l’ho tirata, cazzi tuoi”
Lotarcosta ride e aggiunge “Mò mi vado a farmi un caffettazzo al bar”
“Oh non occorre che mi ringrazi, Godzilla, sai?”
“Grazie Taz, sei come un padre per me, veramente” ed è talmente buono e paciocco e testicolo che non riesci a menarlo con un attizzatoio, non riesci.

Poi, sul fare della fine della dotta conversazione, quella troia del Loca se ne esce sibilante.
“Oh Tà e con la rossa ci ficchi ancora?”

Ci ficchi ancora. Letteratura sublime.

“Minghia e chi è ‘sta rrossa” chiede il RinghioCosta de noantri con lo sguardo della mucca che guarda passare il treno.

“Ci vediamo, sì” rispondo al Loca
“Oh chi è ‘sta rrossa” torna a chiedere RinghioCosta.
“Ci vediamo….” mi fa il verso il Loca e ride.
“Oh chi è ‘sta rrossa” torna a chiedere RinghioCosta.
“Cioè te la chiavi” insiste il Loca col sorriso a lama di Jolly Joker.
“Oh chi è ‘sta rrossa” torna a chiedere RinghioCosta.
“Io sono troppo signore per violare la riservatezza. Chiedi a tua morosa se è così o no.” rispondo cercando la rissa, Zack ride come un coyote e il Loca a due mani fa il dito medio.
“Oh chi è ‘sta rrossa” torna a chiedere RinghioCosta.
“Perché non scendi dalla tua morosa nuova Coso?” chiedo a a RinghioCosta.
“MINGHIOH UNA DOMANDA OFFATTO CHE TUTTI SAPETE CHI CAZZO E’ STA CAZZO DI RROSCIA E IO NO CHE C’E’ IL QUARTO SEGRETO DI CERUSALEMM SU STA ROSCIA CHE SOLO IO NON LO DOVEVO SAPERE?”

Il Quarto Segreto di Gerusalemme.
Il Quarto Segreto di Gerusalemme è, seguendo la logica con cui è stato citato dall’Emerito Costa, una regola degli Alieni che copre persone e cose rendendole non conoscibili al Costa. Per dire, io invoco sui cazzi miei il IV SDG e quindi TUTTI possono saperli, tranne il Costa.
Ma che cazzo si fuma il Guascone, peggiora ogni giorno.

“E’mia morosa Costa, per cui non chiamarla più ‘sta cazzo di rossa’ ”
“Scusa Taz ma che cazzo ne sapevo io se non mi rispondevate nessuno”
“Ok. Adesso lo sai” e Costa si rimette a posto con la sedia, facendo il “va bene va bene” con le mani.

Poi io esco dal loro antro e sento correre le rotelle della sedia sul laminato e una voce di somaro che bisbiglia sottovoce.
“Oh chi è ‘sta rrossa”
“Sua morosa” risponde Zack.
“E HO CAPIIIIIIIIIIIIIIIIITOOOO MINCHIA MA IO VOGLIO SAPERE CHI-E’-STA-ROSH” urlando sottovoce.
Silenzio.
Silenzio.
“Sua morosa” risponde il Loca.
“IIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIHHHHH  EHOCCAPIT MANNATAVANAPIGLIA’NTELCULOTUTTOQUANTI” urla sottovoce.

Dalla porta del mio ufficio dico forte: “Anche io Costa?”
“Nono Tà e tu che c’entri?”
“Sono suo moroso”
“E minghia che non lo so?”

 Tempesta di cervelli.

mercoledì 4 gennaio 2012

Mercoledì


Stamattina ho fatto colazione al bar qui sotto, dalla Sudiciamaiala.
Sono sceso in missione di pace e mi sono scusato per l’altra volta, dicendole che ero nervoso e mi è sfuggito il controllo, ma che non volevo certo cominciare l’anno con delle acredini.
Non so se mi ha creduto o meno, ma ha abbozzato e ci siamo stretti la mano.
Ora siamo tornati ad essere niente, come prima che la mandassi a cagare dandole della troia.
E’ già un punto.

Stamattina nessuno spazio a congetture o teoremi: la Sudiciamaiala non se lo mette il reggiseno.
La prova? Come può essere che vedo la fine del Canale di Suez e anche un pezzo della pancia? Un qualsiasi reggiseno dovrà pure unire la tetta destra a quella sinistra no? Se no che cazzo regge?
E poi la mollezza delle forme non lascia spazio a dubbi: ne è priva.

Mentre sculava da  bagascia sporca attorno al bancone canticchiando quello che passava la radio mi sono interrogato seriamente e mi sono detto: ma tu, Tazio, te la chiaveresti ‘sta letamaia o no?
Un’analisi seria, sintetica e onesta: il suo corpo mi ingrifa a bestia, ma lei che lo abita mi smorza a mille.
Ed è per questo, anche, che mi fa incazzare. Tanta sudicia oscenità attraente pilotata da un cervello minus dotato e presuntuoso. Cocktail tossico.

Ho preso la brioche per la Betta, ho pagato e sono salito.
“Betta sei una strafiga oggi” e lei ride squillante facendo “figuriamoci” con la mano.
“Anche tu sei uno strafigo oggi Tazio” mi dice con un sorriso divertitissimo mentre incomincia a ravanare nel sacchetto della brioche.
Io dondolo la testa come quel coglionazzo di Clooney e dico “I know”.

Saluto i designer, saluto Matt, la Greta, poi passo da N e gli faccio il dito medio senza una parola e faccio un inchino alla Giogia, poi passo di là, c’è il Loca e il Costa e Zack che tenta di spiegare delle cose al Costa e il Loca mi guarda e batte due volte le nocche sulla scrivania.

Mi ritiro nei miei appartamenti e mando un esseemmeesse alla Domi: “Vorrei infilarti la lingua nel culo”.
Dopo poco una vibrrrrrazione: “Buon giorno amore!!!!!!!!!  :D”

This is my Church.
And this is my religion.