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mercoledì 28 novembre 2012

Il mercoledì tronfio del tacchino orgoglione

Bonjour, bonjour, bonjour.
La mia fidanzata appartiene ad un mostro sacro di fama mondiale da pelle d'oca ed io sono fiero come un tacchino gonfio di mangime che non sa che tra poco qualcuno sarà ancor più fiero di lui ed in un modo che non apprezzerà sino in fondo.
Bene, molto bene, molto, ma molto bene.
E già qui il pezzo sarebbe completo.

Parlando di minchiate, invece, vorrei confermarvi, come da premesse, che nemmeno ieri sera ho introdotto il mio regale augello in alcun sacro foro di quella fine dicitrice, di quella colta avvocatessa, di quel capolavoro di finezza attraente che risponde ai vari nomi di Bocca, Mietta e Gipsyqueen.
Sempre in tema di scontate affermazioni, vorrei confermarvi che la vista del suo collo del piede appena intarsiato di erotiche vene, nudo da calze e collant ed affogato in calzature di davvero pregevole fattura, mi ha portato con la mente nella giungla selvaggia dove puzzolenti oranghi inchiumano puzzolenti oranghesse, traendone piacevole sollazzo di cui non esitano a comunicare l'intensità attraverso sgraziati, quanto liberatori, urli sonori.

Rimane un quesito per nulla peregrino: ma perchè cazzo perdo il mio tempo a farmi arrapare dalla giumenta sozza, che mi fa solamente odorare i liquami del suo estro, senza consentire la monta che sarebbe naturale conseguenza del calore di entrambi? Mistero gaudioso, al quale non mi oppongo, animato dalla strenua speranza che una bella sera ella vada denudando le pudende pelose (perchè ce le ha nere e pelose, diciamocelo) indicando con l'elegante indice inanellato il luogo, peraltro noto, della giunzione genitale.
Sono un inguaribile romantico, lo so, lo so.

Bene, giornata di pioggia merdea anche oggi, ma assai più sopportabile, specie in vista del ritorno della mia polpetta di culo in calore che domani sera alle ventitre toccherà il patrio suolo a bordo di un velivolo di nazionalità britannica. Che bei momenti, che belle sensazioni, che bella sega lunga e lubrificata mi sono tirato ieri sera sotto la copertina di tenero pile, nudo solo sotto, dimenandomi in calore come una cheerleader dalle voglie sozzette nel culo, che meraviglia eiaculare copioso sull'interno coscia con negli occhi una televendita ucraina e nella mente un polittico di colli di piede, culi, mani nella fica, tettine appuntite e sandali a ragnetto.
Che bel momento erotico, passato tra me e me, scosciandomi e aprendomi come una consumata bagascia d'avanspettacolo, mentre fuori la pioggia picchiettava sui vetri e la luce calda del mio merdoso salottino diffondeva quella serenità avvolgente che solo l'onanista impenitente sa apprezzare e degustare con sapiente perizia.

Per me è già weekend, guardate che vi dico, un weekend fatto di amore carnale e sentimentale, un weekend di full immersion tra le ovaie bollenti della mia fidanzatina adorabile, che tante soddisfazioni mi dà, sotto tuttissimi i punti di vista.
Che bello.

Che piova, cazzomenefrega.
Anzi, meglio.

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