E' lunedì, son quasi le venti, mi spazzolo i denti e poi mi reco di sotto con un preciso progetto, riesumare la Susy e portarmela a letto, ma giunto di sotto mi accorgo all'istante che la sozza succhiante sta uscendo, elegante, con un toro arrapato un pochino attempato e leggermente pelato. Abbandono il progetto, mi dispero un secondo e poi prendo la macchina e me ne vo' per il mondo.
***
Che i casi della vita sono davvero puttani, lasciatemelo dire amici. Non andavo in quel ristodiscofrittosugnobar dal Cretaceo e sarebbe stato meglio che avessi continuato a non andarci. La verità è che avevo fame, il winebar era chiuso e mi son detto (che non è nel mio stile) stai a vedere che mentre sbocconcelli qualcosa ti rimorchi una figa letamaia che un pompino nel parking te lo meriteresti davvero. Tutto sano e logico, sin qua.
Se non che avviene un fatto strano, che all'inizio mi aveva raggelato, ma poi mi ha rassicurato. Son lì che trangugio un club sandwich al banco, quando sento una mano di femmina bianca che mi accarezza la schiena e poi odo una voce nota che cinguetta sensuale "Ma guarda, guarda, guarda, guarda chi si rivede… l'anno inizia proprio bene…" e si appollaia sullo sgabello di fianco al mio, con quelle belle gambe nude, abbronzate e lucide e quei sandali che, cazzo, zitti tutti e poi sposta la corvina chioma lucidissima, abbagliandomi di un sorriso a quattromilasettecentoventisei denti.
La Aledellapale.
Mi attendevo uno shampoo all'orina o qualcosa del genere e invece niente, molto sorridente, palesemente fumata o fatta o tutte e due, gentilissima, straripante di parole in libertà, di notizie su di sè che a me non me ne poteva di meno, ma è una piena, una travolgente piena e così, mio malgrado, apprendo che il marito e il bambino sono a Torino e lei finalmente ha la sua libertà, apprendo che la pale va sì, ma anche no, apprendo che è la morosa ufficiale di un tizio arcinoto per un QI paragonabile a quello di un paracarro di granito e apprenderei anche moltissime altre cose, se non fosse che d'improvviso mi insorge quel disturbo di ricezione, quel difetto neurologico per cui le parole si stirano e capisco solo muuUUUUuuuuoooOOOOoooo aaaAAAAaaaaAAAaaaaaaaeeeeEEEEEeee e perdo il senso complessivo del sì affascinante monologo.
Che figa da urlo. Vestita come se fosse il sedici di luglio, senza reggiseno, con due punte ipnotiche così e poi quei piedi che, cazzissimodimerdissima, mi riportano alla mente saporite chiavate consumate nel suo laido e promiscuo appartamentuccio. E parla, parla, parla, parla, e io odo senpre ooOOooOOooOOoooooouuUUUUuu, ma poi, a un tratto, tra le frequenze spurie e aberrate dal mio difetto neurologico, odo un nome di donna che conosco e allora mi concentro e sì, son sicuro, è quel nome lì e allora la blocco strizzandole un ginocchio e faccio chiarezza.
"In che senso 'la Ade mi ha detto'? L'hai vista? Dov'è?"
"Ma come dov'è Tazietto, è a Modena, non lo sapevi?"
"Non so un cazzo della Ade da che era presidente Saragat."
"Ma dai???? Ma non ci credo!!! E' tornata a settembre che col tipo là finish, chiuso, fine e poi è stata da me per un po' e poi ha conosciuto il Federico e adesso sta con lui che ci aiuta al locale."
Rimango di sasso.
"Ma p******o" chiedo con grazia d'altri tempi "ma che cazzo le ho fatto io alla Ade che ha tranciato i ponti con me? Tu lo sai?"
"Ma noooooooooooooo Tazzzz, ma cosa dici? Và che la Ade ti ricorda sempre con nostalgia sai? Sarà stato per via dei cambi di numeri di telefono, ma lei non ha niente contro di te, sai??? Anzi, sai cosa facciamo? Una sera andiamo assieme al locale a trovarla, ti va? Vedrai che non è come pensi te."
Ri-rimango di sasso.
Frullo, centrifugo, filtro e distillo i miei pensieri mentre il revox infinito della Ale macina suoni e poi a un tratto lei si alza e mi prende per mano dicendo "Dai che andiamo a fumare" e io non faccio a tempo a dire che non fumo più, che mi ritrovo trascinato tra corpi umani verso quella specie di serra sotto ventilazione forzata e il viaggio d'andata a traino della Ale mi ha ipnotizzato, con quelle chiappe d'oro che sobbalzavano sotto il vestito estivo tinta sabbia.
E la Ale fuma, parlandomi sottovoce e controllando chi si avvicenda nella serra, insomma, una serie di uuuUUUuuuuuUUuuuoooOOoooOooo ma piano e poi a un tratto spegne la sigaretta e mi schiaffa in bocca un quarantasei centimetri buoni di lingua, affrettandosi poi ad aggiungere "Non fare niente che lui è di là" riferendosi al Paracarro, suppongo, ed io non so fare niente di meglio che rimanere di sasso, magari con un principio di scappellamento, ma uno scappellamento di sasso.
Ritorno verso casa che sono zuppo di profumo troiesco della Ale, manco avessimo pomiciato come due liceali a una festina.
Sarà che sento di più gli odori, per via del non fumare.
Sarà anche per quello che risento i miasmi di fogna assai noti in tempi passati.
Ma lo sdegno va interrompendosi ad intermittenza e, sempre ad intermittenza, mi compaiono fotogrammi di chiodi che spingono la stoffa, dita dei piedi stupende, cosce di fata, chiappette imperiali.
E' proprio vero.
Si può smettere di prendere la droga, ma si rimane per sempre dei drogati.
Per sempre.
bel lunedì sera ed ora tutti a Modena a cercare l'Ade !!! Scommettiamo? Ciao buon mercole e grazie a Dio è quasi ora di pranzo. GQ
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