Domiziopoli è una città a dir poco stupenda. Antichissima, ma allo
stesso tempo modernissima. Verde, piena di monumenti e luoghi d’arte e di cultura,
di eventi, di locali, di luoghi, di gente diversa.
Col sole è uno spettacolo, davvero.
Le domeniche diventano bellissime, europee, bostoniane.
Si può passeggiare ovunque, entrare in un parco, sedersi su una panchina,
andare in un caffè letterario a bere qualcosa ascoltando la lettura di un libro
da parte dell’autore.
E’ magnifica.
Da giovedì compongo delle idee progettuali assolutamente instabili ed
imprecise, fatto salvo il nucleo portante dell’idea stessa, che ritengo sano e
da tenere in seria considerazione meditativa: se mi trasferissi qui a
Domiziopoli potrei dare una svolta significativa alla mia vita.
Senza distacchi traumatici, poiché da qui a quella grossa realtà
sfolgorante e mirabolante che è il mio studio basta mezz’ora di macchina. Però
in quella mezz’ora ci starebbero moltissime cose interessanti: nuove
opportunità, nuovi stimoli, una vita più regolare, fatta di minori transumanze
mie e della Domi, un riavvicinamento alla città ed ai suoi ritmi, distanza dal
letame umano che voglio dimenticare.
Il centro, il polo, diventerebbe Domiziopoli ed il resto salvabile rimarrebbe
un raggiungibile satellite.
Per dire che potrei non dover rinunciare nemmeno all’aperitivo della
domenica mattina.
Per dire che con uno scooter ci si arriva in un lampo, meglio che in
macchina.
Per dire che se fossi un po’ meno pigro, lo raggiungerei anche in bici,
l’aperitivo.
Ammesso che valga proprio la pena raggiungere quell’aperitivo e non
trovarsene uno nuovo qui.
Interessante, molto interessante questo quadro.
Farei mezz’ora ad andare e mezz’ora a tornare. Non mi sembra una cosa
traumatica, no. E poi se mi trovassi una casa adeguata, potrei anche decidere
che certe giornate lavoro da casa, nudo e con il cazzo barzotto scappellato a
penzoloni perché, in quest’epoca e col mio lavoro, mica è necessario essere
fisicamente presenti come se si ferrassero dei cavalli per mestiere.
Perché no.
Perché non cominciare a lavorarci a questa cosa.
Perché non prepararsi al crash dell’idea nel momento in cui comincerò a
imparare i primi prezzi degli affitti?
Appena la Domi si sveglia gliene parlo.
Ma quanto cazzo dorme stamattina?
Ha!
porta con te lo stretto necessario, l'indispensabile, come se dovessi partire per un viaggio breve, quando sai benissimo che breve non sarà. e questa scelta non strettamente materiale ma fatta in un contesto più ampio potrebbe sconvolgerti positivamente. per lo meno con me ha funzionato, ma non senza prezzo....
RispondiEliminaAfferro perfettamente il tuo punto Rossa.
RispondiEliminaPerò io non voglio scappare.
Io voglio ricominciare e non solo.
Ho voglia di bello, di nuovo, di aria e fotogrammi da collezionare per sfogliarli il giorno in cui il medico starà in piedi accanto al mio letto guardandomi con gli occhi di chi osserva il prezioso servizio da dodici sfracellato irreversibilmente sul pavimento e si dice che non c’è niente da salvare.
Se parto e cambio lo voglio fare con tutto Tazio, quello sano (poco) e quello sgangherato (tanto).
Voglio far cambiare aria ai miei ricordi, voglio portarli via, voglio far conoscere loro nuove facce e nuove strade.
E anche questo ha un prezzo.
Il prezzo di dirsi che, a quarant’anni suonati, si è ricominciato daccapo per l’ennesima volta.
Però, accanto alla paura, ci sono stimoli nuovi.
E’ rassicurante.
dal mio punto di vista non é scappare ma portare con sé il necessario per ricominciare, lasciarsi alle spalle lo squallore di quelle persone e ricominciare che non significa dimenticare del tutto ma solo far spazio al nuovo e al buono. perché credo stiano arrivando dei fotogrammi indimenticabili
RispondiEliminaSperiamo Redda, speriamo... ♥
RispondiEliminaQuarant'anni è l'età perfetta per cambiare vita. Io ho rivoluzionato la mia vita a 40 anni..divorzio, rapporto completamente diverso, lavoro nuovo, rami secchi tagliati... Son sempre io con i miei ricordi belli e brutti ma, ho aperto un libro nuovo della mia vita...aria pura :-)
RispondiEliminaNon si scappa, tanto quello che ci strangola viene sempre con noi, e se te lo dico io, che ho qualche anno in più!
RispondiEliminaMa crescere grazie alle esperienze fatte è un dovere, che la peste colga i recidivi.
Al rogo i timorosi e apatici che non si buttano.
Non hai una vera alternativa Taz, e sono sicoro che nel profondo della tua anima, lo sai già, non ne avresti poi scritto, eh?
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