Sono rimasto solo. No, nessuna tragedia, no. E’ solo che la Squinzy è
andata a casa a prendere della roba.
Realizzo che è la prima volta che rimango qui dentro da solo. Certo,
non la sento casa mia, mi pare ovvio. Continua a sembrare la casa delle vacanze,
ma anche questo mi pare ovvio.
Realizzo poi anche un’altra cosa.
Realizzo che stiamo convivendo, alla fine. Lei gira per il mondo, ma
quando fa base la fa qui. Onestamente non mi pare che sia un argomento di cui
discutere, poiché vi sono tremila eccezioni che rendono questa convivenza la
convivenza di ‘sto cazzo, così incerta, così non definita, così dettata da
mille precarietà.
Però il germe del ragionamento è nato prima, diventando un’evidenza che
prima o poi ci spingerà a guardarci interrogativi e a farci sorgere l’esigenza
di un piccolo commento in merito a quel che stiamo facendo. Ma anche no, forse.
Anzi, speriamo di no.
“Domani che progetti hai?” le
chiedo.
“Dovrei andare a Milano a
chiudere la vicenda con quelli e poi devo sentire il Mentore via Skype. Però
non ho ancora deciso. Il Mentore lo sento di sicuro, hai voglia, ma Milano boh.
Poi se piove sai che entusiasmo.”
Ecco. Niente di che, ma ciò che mi ha battuto sulla spalla per farmi
notare la situazione è che io ho direttamente pensato che se non va a Milano starà
qua, senza provare né fastidio, né stupore.
Boh.
Lo dico anche io: boh.
La temperatura è colata a picco, il cielo è nuvoloso e da domani
comincia ad arrivare l’ondata di pioggia che pare sarà interminabile. Il bello
della cosa è che non me ne fotte di meno, prendo solo atto del tempo che cambia
e non mi lamento. Ma proprio di mia sponte eh, senza imposizioni. Va bene
tutto, insomma.
Ed in tema di va bene tutto, ritengo sempre vincente il non dirsi
nulla. Assolutamente. Mi si insinua solo un piccolissimo timore, che è quello
di covare inconsce aspettative che, magari per circostanze della vita, vengano
disattese. Ma è un rischio che va corso. Ho ben visto a cosa portano le
millimetriche pianificazioni di ruoli e protocolli e comportamenti e impalchi
di vite incastrate.
E poi, per dire qualcosa, dovrei interrogarmi a fondo. Altrimenti che
cazzo le dico?
Ma io di interrogarmi a fondo non ci penso manco per niente.
No.
Zero.
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