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mercoledì 4 aprile 2012

Dietro le quinte - Il giorno dopo


Salgo le scale sino all’ultimo piano e aspetto davanti al portone imponente, in stile liberty, perfettamente lucidato, gli ottoni lucenti. Sento un ovattato ciabattare dietro la porta e poi il suono secco della serratura. E mi compare davanti. Toulouse-Lautrec se ne sarebbe perdutamente innamorato.
Io adoro Milly, quand’è il giorno dopo. E’ l’icona della sciatteria, porta i segni della battaglia, i suoi capelli sembrano quelli di una strega, il trucco sfasciato attorno agli occhi. E’ divinamente laida.

Indossa una vestaglia di seta nera enorme. E’ da uomo, mi spiega, ciabattando bagascia verso la cucina. L’uomo non c’è più, ma è rimasta la sua miglior qualità: quella vestaglia. Porta ai piedi lise infradito sporche, di gomma da bancarella, di quelle con la suola bianca tagliata male che ai bordi ha le righine rosa e bianche, quelle con le stringhette di plastica rosa trasparenti, quelle da due euro. Sono le tredici.
La seguo in cucina, estasiato da tanto sfattume. Mette sul fornello una moka già preparata, reggendo la sigaretta senza filtro all’angolo della bocca. Poi crolla sulla sedia davanti alla mia e la spalla destra le esce dall’abbondanza della vestaglia. E’ stupenda. Il trucco scuro le è colato sotto gli occhi, non v’è più traccia di rossetto, ha in testa un gatto arruffato. Ed è semplicemente irresistibile.

Si allunga sulla tavola per prendermi la mano e coccolarla.
“Tazio, tesoro, sono felice tu sia passato, sai? Ieri sera non t’ho nemmeno visto, ma Jezebel [che si chiama Isabella, ma Milly non ha resistito e l’ha ribattezzata in modo esoterico] m’ha detto che c’eri. Ti sei divertito?”
“Serata molto spenta. Non fosse stato per qualche giochetto con Alcyator, sarebbe stata davvero soporifera”
Sorride, mi stringe la mano, negli occhi le guizza un lampo degli inferi.
“So tutto…” sussurra sorridente.
Certo che sai tutto, Meravigliosa Puttana, la tua Troia dal Collare Rosso ci ha visti.
E allora lì calo il mio asso.
“Non dubito che tu lo sappia già, mia venerata, ma volevo che lo sapessi da me. Sai quanto ti sono fedele,  devoto e trasparente”. Perché è questo che fa godere la cervice dell’utero della Stupenda Carnivora. Ed il godimento viscerale e vescicale s’è concretizzato con una succhiata del mio dito indice, succhiata completata da leccata porno con lingua oscenamente estroflessa e occhi che ispezionavano le mie reazioni.
Poi il caffè ha iniziato a salire.

“Milly, ieri sera c’era una coppia nuovissima, lei bionda con una gran chioma ed un vestito di lamè color ottone scuro, lui magro e alto, con gli occhiali, nervoso, doppiopetto scuro. Ti dice nulla?”
“Certo”
“Chi sono, cosa cercano, raccontami”
Appoggia le tazzine sulla tavola, guardandomi intensa con gli occhi sfatti e un abbozzo di sorriso, lasciando senza cura che la vestaglia si apra, rivelando il solco delle stupende mammelle. Poi si siede.

“Perché vuoi sapere tutte queste cose?” mi chiede aspirando l’ultima boccata, le gambe accavallate, il piede nudo che ha abbandonato l’infradito per dondolare ipnotico nel vuoto.
“Perché vorrei scoparmela” rispondo senza perifrasi.
Sorseggiamo.
“Temo non sarà cosa facile, Tazio. Farai prima fuori di qui. Il marito è molto, diciamo, bloccante?”
L’avevo sospettato.
“Ma se il marito è, diciamo, bloccante, possiamo dire che lei è, diciamo, sbloccata o, diciamo, sbloccabile?” chiedo.
“Non ho notizie relativamente a quanto siano trafficate le sue mutande, Tazio, ma credo che se ha insistito lei per iscriversi al nostro circolo forzando il marito, non sia esattamente una suora laica, non trovi?”
“No, certo che no. Forse la vedrei più come suora laida, pensandoci” replico, facendola scoppiare in una sonora risata che le fa scoprire i bei denti bianchi e perfetti.
Quando ride così ed è sciatta così, ha un tratto che mi ricorda la suprema Ava Gardner.

Le offro una sigaretta e le offro anche del fuoco.
In una voluta di fumo mi dice “Vieni stasera?”
Ohibò, stasera. Stasera tornerà la Squinzy, penso tra me e me. E mentre tergiverso, la bella Ava Gardner incrocia le braccia, sollevando la mano che regge la sigaretta, scivolando lentamente in avanti per strusciare l’esterno del piede eroticamente nudo contro il mio polpaccio. Sorridendo sensuale e sinistra.

“Hai sessioni private, stasera?” le chiedo prendendo tra le mani il piede seducente, sollevandolo sino a poggiarlo sul mio ginocchio, facendo nel contempo scivolare la seta nera dalla coscia, fino a scoprirle il denso vello nerissimo di peli del pube.
Batte la sigaretta sul posacenere e, così appena stesa in avanti, mi risponde “No” per poi aspirare un’altra boccata. Potrebbe essere una serata molto interessante, penso dentro di me. E gioco con quelle dita segmentate, bellissime, calde, lisce, guardandola negli occhi.

“Pensaci Tazio” ribadisce come se non sapesse che non penserò ad altro che a lei ed ai suoi piedi. Le dico che ci penserò, aggiungendo mesto che per me s’è fatta l’ora di andare. Mi chino, le succhio l’alluce e ci alziamo.

Sulla porta mi guarda e mi dice: “Alla fine, poi, l’hai conosciuta la Signora Bionda, sì?”
“Sì, l’ho conosciuta. Ho conosciuto tutti e due”
“Sa chi sei, quindi”
“Sì”
Mi aggiusta il bavero del giubbotto e, sottovoce, fissando un punto alla base del mio collo mi sussurra:
“Hai qualche messaggio da farle arrivare?” e poi mi guarda con gli occhi ben aperti.
Straordinaria Milly, superiore, davvero.
“Dille che voglio incontrarla in privato” le rispondo con un sorriso.
Mi bacia profondamente e poi aggiunge “Vieni, stasera, ascoltami.” carezzandomi la guancia e scomparendo dietro al portone liberty lucidissimo dagli ottoni lucenti.

Andrà veramente ascoltata, come credo intensissimamente vada ascoltata?

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