Bonsgiur.
La riunione di ieri, cominciata puntuale alle ore dodici è terminata puntuale questa mattina alle zerozeropuntoquattrocinque.
Come sempre, le cose non sono semplici al punto che basta premere il bottone rosso o quello blu e tutto si risolve. Anzi.
Sono finalmente calate sul tavolo le intricate realtà che affliggono la società di produzione, tra le quali si individuano sia colpe che sofferenze che contingenze ineludibili. Sul tavolo si legge che il d.p. può, per contratto, non essere presente se non vi sono lavorazioni, ad esempio.
Più tutta un'altra noiosa e lunghissima teoria di circostanze di cui vi risparmio i soporiferi dettagli.
Morale della favola?
Nessuna morale.
Il Mentore ed il CdA hanno elementi per riflettere e prendere una decisione. Intanto c'è Pasqua e da venerdì liberi tutti.
Da martedì prossimo, poi, ricomiceranno a pensare.
L'unica cosa positiva, fortunatamente, è che il Mentore mi ha messo al riparo dal ruolo della spia: la mia presenza era in attesa del d.p. a cui io, fino a ieri, avrei dovuto fare da assistente. Il nostro mancato incontro e l'irreperibilità del "mio capo" hanno reso misteriosa la mia presenza, ma nulla di misterioso vi era. Ha tenuto.
Quindi, al momento, situazione fumosa come poche e "bruciatura" del mio ruolo di "vice" (il d.p. si è giustamente inalberato dicendo che è lui che chiede un vice e lui, giustamente, non ha bisogno di vice, che un cazzo lo fa benissimo da solo e per contratto), per cui da oggi farò il pascià di Parìbar, pagato profumatamente sino a fine mese per non fare nulla e zonzare per la città dell'ammore, ma non senza preoccupazioni.
Tutto questo almeno sino a martedì dell'Angelo.
A mezzogiorno pranzerò col Mentore, che è dovuto forzatamente rimanere qui e poi lui se ne andrà e io deciderò il da farsi.
Speravo meglio, sinceramente.
Evabbeh.
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