Non mi aspettavo di certo che ci fosse un contraddittorio, per carità.
E’ talmente misurata nelle esternazioni che attendersi un’esposizione di
pensiero sarebbe stato da ingenui. Io, di mio, le ho semplicemente manifestato
la mia opinione attorno alla Casa e agli scopi di Miss Milly.
Le ho spiegato che una Sorella, alla fine, è una prostituta, anche se
viene calata nel misticismo del libertinaggio in chiave D/S. Le ho anche
spiegato che la Casa per mantenersi deve pur avere un sostentamento e che la
bravura di Miss Milly è quella di vendere le perversioni a chi è ben
lieto di comperarle, ma che da quel negozio la Sorella non ritrae alcun
beneficio, ad eccezione di quello sessuale.
Le ho poi fatto un passaggio sulla dipendenza che quello stile di vita
sessuale induce, sottolineando che, a differenza della più sbracata delle condotte
sessuali normali, quella è di una
voracità pari a quella data dal verme solitario.
Ho poi concluso dicendo che dal mio punto di vista non la manderò a
fare la Sorella da Milly perché sono contrario, ma che rimane fermo il fatto
che se lei vorrà comunque vivere questa esperienza le è nota la parola d’accesso
e non avrà che da presentarsi e Milly farà tutto il resto.
Ho parlato un’ora e rotti, l’altra sera. Un monologo teatrale durante
il quale la mia unica spettatrice non ha perso per un solo secondo l’attenzione.
Al termine sono rimasto in silenzio e lei anche.
Dopo un po’ che io resistevo nel silenzio, senza offrirle l’opportunità
di una domanda per parlare, la Frank mi ha chiesto se poteva chiedere una cosa.
E la cosa era: “Significa che non ci andremo mai più?”.
E questo mi ha messo in difficoltà, perché io mi scopro democristiano
in queste circostanze.
Vorrei andarci, ma con dei distinguo. Vorrei, ma non vorrei. Sì, ma no.
E dovevo dire di no, secco, deciso, come sorretta conseguenza a quanto avevo
sin lì teorizzato.
Ed invece ho esordito con un “Possiamo anche andarci, perché no, ma con
consapevolezza e prudenza”.
E lei ha sorriso fino alle orecchie e non so se per la felicità di
tornarci o per la mia idiotissima figura di tutore.
“Magari ritroviamo il Magrino” mi dice.
“Eh già, magari” rispondo pensando ancora alla minchiata verbale appena
espressa.
“E’ stato arrapante a bestia vedere che te lo facevi in culo Tà”
sussurra appena.
Già. Se lo incontriamo di nuovo tornerò a incularlo mentre gli pisci in
bocca, Frank.
Ma con consapevolezza e prudenza, eh.
Non esiste solo Milly però questo va detto... ci sono altri luoghi di perdizione saltuaria e che creano meno dipendenza...
RispondiEliminaE se apriste un vostro luogo di perversioni da vendere?
RispondiEliminaAncora disoccupata la eFFe, no?
k
@Redda
RispondiEliminaVero, ma tu mi ci vedi ad addentrarmi nei meandri del D/S? Io sono un pigro...
@K
Vorrei rimanere fuori dalla galera, se possibile. :-}
però quel passaggio non l'ho mica capito sulla dipedenza....
RispondiEliminacos'ha di particolare? Tutto da dipendenza il cioccolato, questo blog e tante altre cose.
Me lo puoi spiegare per bene? Grazie
GQ
Diciamo che non è una dipendenza "fisica", ma psicologica, data da uno stile estremo in cui è assolutamente preminente un ruolo di dominazione ed uno di sottomissione. E sono questi gli elementi che possono, rispetto a rapporti tradizionali anche estremi, dare "dipendenza".
RispondiEliminaSpero di essermi spiegato.
Viceversa chiedo l'aiuto di Redda.
Un pò è come il legame che si stabilisce tra rapitore e rapito. Si diventa talmente intimi, al di là di ogni altro legame sentimentale.
RispondiEliminaE questo rapporto speciale che include una serie di giochi erotici e persone non fa altro che sentirti vivo, e pertanto stai bene e pertanto lo cerchi ancora, e pertanto crea dipendenza.
Al pari di una canna, al pari di un buon vino, al pari del cioccolato della Lindt.
E venirne fuori poi son cazzi.
Ps: ma come cazzo faccio ad inviarti i messaggini privati osceni?
RispondiEliminaCercherò un gadgezz che consenta la chat.
RispondiEliminaAltrimenti via email.
Ho bisgno di oscenità...