Bon jour.
C’ho quella sensazioncina tipo da evento imminente, da esame, da cosa che non sai come va, che c’hai lo stomaco un po’ sottosopra, l’intestino agitato che fai la cacca molle, ecco. E’ l’anteprima del viaggetto di oggi a pomeriggio, ne sono sicuro. Vorrei che fosse stato ieri e vorrei una bella giornata qualsiasi davanti, di quelle che sai esattamente tutto quello che ti succederà dall’inizio alla fine. E invece c’ho il viaggio, il parcheggio, il casino. E poi là non so nemmeno che cosa mi deve dire, quindi altro scrillo.
Insomma vado a prendere la Ale alla Pale e lì mi presenta la Nadia, che però siccome è lungo come nome, viene chiamata Nady, che è una personal trainer anche se è personal di quaranta persone, ma chiamarla maestra di ginnastica è da anni cinquanta e allora è personal trainer di quaranta persone. Quaranta è un numero che ricorre, nella Nady, perché penso che corrisponda anche ai suoi anni, se va bene.
In ogni caso c’ha un fisico da paura, muscolosa, poco seno, con un culino che non ci credi. D’altra parte queste “ragazze” non fanno altro che dimenarsi tutto il giorno su degli attrezzii da palestra e quando hanno finito, alla sera, cominciano a dimenarsi su degli altri attrezzi da camera da letto. La Nady ha la pelle un po’ butterata, gli occhi verdi e i capelli corti, da maschiAtto, biondo rossastri. O rosso biondastri. E’ molto simpatica, cordialissima, non sciocca, evidentemente da corsa.
Ci presenta e lei mi ringrazia dell’invito con un bel sorrisone, dentro alla sua tuta culea di microfibra nera, con ai piedi le Hawaianas perché esce dalla stanza del Pilates. E c’ha dei piedi scopabilissimi, credete a me. E' tutta chiavabile con questo look and feel da brutta di viso+bella di fisico=porcona. La Ale le rammenta ciò che, evidentemente, avevano già pattuito e lei mi guarda con la faccia da “sì-sì” e mi dice che figuriamoci, un paio di ragazze carine e “giuste” le tira fuori lei. Domani. Quando vengono. Nel senso della palestra. Che bella questa scontata intimità immotivata attorno alla chiavagione.
Poi partiamo, io e questa ex ragazzina Ale avvolta in una calzamaglia di jeans con ai piedi due tacco dodici peep-toe senza calze (d’altra parte comincia a far più caldo, ci sono solo -5 fuori) che sventola la lunga chioma nera lucida, quasi asiatica, salutando tutta la compagnia.
Cazzo c’ho i crampi stamattina. Da piegarmi in due.
Ma continuiamo.
Telefono e ritelefono, dalla macchina, al tipo che c’ha il locale dove il cubano e la cubana insegnano latino americano e fanno anche dei piccoli, ma carinissimi, privè segreti per coppie e finalmente mi risponde. E iniziano le brutte notizie. Dei cubani non ha più traccia, hanno avuto delle incomprensioni e quelli se ne sono andati. E adesso? Hai qualcuno che? No, non ce l’ho.
Tragedia.
Aggiorno la Ale sull’idea e sulla situazione, lei mi dice che l’idea era carina. Poi silenzio. Poi dopo un po’ mi dice che lei, volendo, c’avrebbe una Stupendattrans brasiliana con un pisellone così che le tira eccome.
Dico che ci penso.
E mentre ci penso mi viene in mente una cosa.
“Oh Ale, ma poi il numerello di te la Ade, il Ruggi e la Stupendattrans, l’avete fatto?”
Lei ride.
“Io non c’ero, ma la Ade gliel’ha infilata a letto, sì….” e sorride lurida.
“E il Ruggi ha preso il cazzo??” chiedo stupito. E lei annusice sorridente con tutte le bellissime zanne di fuori.
“E come chiamava ancora…. E come sbocchinava….“ mi sussurra palpandomi il cazzo, raggiante di lercio.
Ma tu pensa il Ruggi. E dirlo prima no?
“Invecchiando diventate tutti busoni con un gran voglia di pisello… “ gorgoglia strizzando.
Vero. Vangelo. Anche se alcuni di noi, i più seri, sono busoni sin dalla gioventù.
E poi penso. Ma considerata la massa di balle della Ade, sarà poi vero che al Ruggi piace il cazzo?
Speriamo di sì.
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