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martedì 31 gennaio 2012

Tutto in un secondo

E’ l’ora dell’esodo. Tutti migrano e salutano, chi forte, chi di persona.
Poi arriva la Betta, che in produzione non c’era più nessuno. Entra, si chiude la porta dietro le spalle, cappotto, sciarpa, borsa.
“Come sei messo domani?” chiede sottovoce.
“Bene” rispondo sottovoce con il fiato sospeso. E allora con la mano guantata di lana verde, mi allunga un foglietto. C’è l’indirizzo di un albergo. Aggiunge veloce “Due e mezzo parto, tu arriva dopo mezz’ora”.
Volevo chiedere se dovevo ingoiare il biglietto o fare attenzione perché mi sarebbe esploso in mano, ma ho solo detto “Ok”.
Mi ha mandato un bacio, seria, un po’ tesa, ed è scomparsa nella notte.
Tutto in un secondo. Subito dopo la Cassini. Che ha problemi a chi darla stasera, mentre la Betta ha risolto il problema di a chi darla domani a pomeriggio.

Ma vi rendete conto, dico?
Ma questa è l’apoteosi della sozzura incancrenita. Perché dico, due si filano, poi gli prende lo sturbazzo randazzo rampazzo, si ingroppano e chiavano. Vedi le memorabili chiavate sul lavandino fatte con la Squinzy nella bottega di N. Ma c’è lo sturbazzo che prende e *tac* ti cali la ficcarella.
Ma qui no. Qui siamo nel pieno della liturgia prostitutesca con il contatto telefonico per accordarsi di fottere alle ore x del giorno y. Manca solo la transazione in danaro (spero), ma per il resto c’è tutto.
Sesso bieco, cinico, crudo, spregiudicato.
Poi si laverà, si vestirà e tornerà a casa a far da mangiare al maritozzo e al bambinozzo, col grembiulino davanti, le ciabatte e Mentana nella televisione che parla di Monti.
Tutto questo è a dir poco sozzamente sublime.

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