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sabato 21 gennaio 2012

Sabato

Bon jour.
Sono massacrato, dolorante ovunque. Ed ogni volta che raggiungo con la mano un punto dolorante, mi scopro a sorridere pensando al perché è dolorante. Non ho raddoppiato con la Sami stanotte, no.
E’ stato talmente travolgente e sanificante che ho provato un grandissimo stupore quando ho visto che erano le cinque. E ci siamo fermati per sazietà. E non potete capire con che stupore ho rilevato di essere sazio. Ed anche lei. Non necessitava nessuna Sami, siamo riusciti ad addormentare le Bestie da soli.

Ora sto bevendomi il secondo caffè, con all’attivo circa tre ore e mezza di sonno. Non male, direi.
Sono perfettamente conscio che la giornata di oggi è potenzialmente zeppa di insidiose rotture di coglioni e cerco di individuare in che modo evitarle. Non voglio assolutamente essere disturbato e distolto dalla grazia piena in cui mi trovo immerso. E’ con questa grazia illuminata che voglio andare a pranzo, oggi. Perché sento nuova linfa, sento che il cervello è stato deterso ed ora brilla scintillante di mille idee che sino a ieri sera non si erano materializzate. Mi sento carico, forte, massiccio, determinato e positivamente ottimista.
Fuori c’è un bel sole, dentro anche.

Sono molto lucido. Scintillante lucidità. Non provo alcun senso di colpa. L’unica sensazione che provo è una miscela fatta di rammarico che la notte sia finita e una sottile vibrante eccitazione al pensiero del corpo nudo della Ale, che questa notte sarà a disposizione del lupo mannaro affinché egli torni nuovamente a sfamarsi, sbranando tenera carne di femmina.

Sono pieno di nuove terminazioni nervose che recepiscono impercettibili stimoli, li catalogano e li immagazzinano con ordine all’interno di contenitori che subiranno più tardi un vaglio matematico ed infallibile.

Il parlàfono giace acceso accanto al portatile, privo di messaggi e chiamate. E’ il segno dell’apertura delle ostilità, ma io al momento non scendo nel teatro operazioni. Io oggi ho solo due cose da fare.
La prima è chiudere con ciò che ho in mente, a pranzo.
La seconda è chiavare, come l’animale infernale che sono, la stupendamente lurida Alessandra.
E tra queste due cose c’è spazio solo per un sonno ricostituente.
Nient’altro.

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