Bon après-midi a tout le monde.
Ieri sera alle 20.10 ero sulla banchina domiziopolese a piè fermo come un ussaro della morte. Dalla porta dell’argentea freccia è scesa la Domi avvolta nei suoi fagotti, trascinante un trolley. Stanca morta. Raggiungere la stazione a Roma è stata un’avventura epica dalle tinte drammatiche.
Siamo andati a mangiare in una pizzeria affollata al parossismo, dove la disorganizzazione ha spinto il tempo totale di permanenza a ore una virgola settantacinque. Un’ora e tre quarti per mangiare una merdosissima pizza nel puttanaio. Durante la cena, tra le tante cose, mi ha anche detto che questa sera sarebbe stata impegnata con una cena tra donne, programmata da tempo, di cui lei stessa si era dimenticata, ma che via sms le amichette stesse le hanno rammentato sul far del ritorno ferroviere.
Nessun problema, scherziamo.
All’uscita della pizzeria, circa alle ventidue, la Domi strafatta mi comunica la necessità di andare a casa e buttarsi a letto che non ne poteva più e si vedeva anche dalla faccia.
Nessun problema, scherziamo.
E così alle ventitre e trenta ero anche io nel mio lettino a recuperare l’infausta nottata precedente.
Nessun problema, scherziamo.
Oggi a mezzogiorno e mezzo, mentre mangiavo un boccone da solo all’Osteria Quellanuova, di ritorno da una proficua mattinata di incontri di cui forse vi darò notizia più tardi, mi chiama la piccola Domi.
Mi chiama e mi dice che domani sera è invitata alla festa di laurea della sorellina di una sua amica che si è laureata ieri.
“Ti dispiace Taz? Se vuoi posso sentire se puoi venire anche tu”
“Ti prego no, non ti disturbare, la festa di laurea della sorellina della tua amica non posso reggerla”
“Ah. Ma era per stare assieme che se no noi quand’è che ci vediamo …?”
“Domenica, se non hai impegni” rispondo io, pentendomi dell’inciso mentre lo dicevo.
“Ecco lo sapevo, ti sei incazzato”
Brutta scelta di frase, Domi, pessima. Specie quando stanno già girandomi i coglioni.
“Guarda Domi, sino ad ora non sono ancora incazzato come potrei, ma per regola complessiva, sinossi generale diciamo, evita per sempre di pronunciare la frase “Ecco lo sapevo, ti sei incazzato” perché, forse per leggerezza linguistica, non ti rendi conto che stai affermando che, mentre avveniva lo svolgersi di una tua azione volontaria eri già certa che l’azione medesima avrebbe procurato la mia incazzatura e, nonostante tale certezza, hai dato comunque corso all’azione. Sostituisci la frase e usane una più elegante del tipo “Non avrei mai immaginato che ti incazzassi” la quale ti pone in una condizione ignara e quindi in grado di forzare l’interlocutore a scusarti di default. Ferma questa premessa, ti ribadisco che non mi sono incazzato e ti invito ad andare con serenità assoluta ad entrambi gli impegni che non c’è nessun problema, scherziamo.”
E con cordialità e saluti, abbiamo concluso la conversazione.
Pago il conto e torno in studio e, passeggiando, rifletto un attimino.
Sei stata per tre sere a Roma, quello è lavoro, manco si discute un solo secondo. La quarta sera ritorni e non stiamo assieme perché sei stanca, comprensibile, deve essere stata una giornata d’inferno. Stasera hai una cena programmata con le amiche e ok, vacci, scherzi, l’amicizia sopra a tutto sempre. Ma domani sera la festa di laurea la potevi pure saltare, secondo me. Anzi, mi sarei proprio aspettato di essere più allettante della festa di laurea della sorella della tua amica, in mezzo a un nugolo di ventiquattrenni ubriachi.
Ma non importa, è giusto che ciascuno amministri il suo tempo secondo quelle che ritiene le proprie priorità.
Io di mio ho un piccolo problema che va risolto.
Ho toccato il quinto giorno di astinenza e credo che l’ultimo in vita mia fosse quando mi imbottivano di psicofarmaci. Ho ben conservato, al caldo del mio scroto, un pieno carico di sperma che sono certo donerebbe il sorriso a qualche cultrice del genere. Accanto a questo pieno carico, ho una voglia di chiavare che mi trema la palpebra di sinistra, per cui nessun problema, scherziamo.
Ho davanti a me il mio parlàfono e adesso mi ci metto di sbuzzo buono e la prima che dice che sì, che stasera esce con me, sarà una donna che mi conosce bene e che sa che con me non si esce per parlare della drammaturgia tedesca del dopo Prima Guerra Mondiale, ma per chiavare, fottere, ficcare, scopare, montare, inchiavardare ed ogni genere di sinonimo afferente all’atto della copula animale.
E io stasera chiaverò quant’è vero iddio.
Perché sono talmente carico che fino a quattro sono in grado di mandarle tutte a casa col bruciorino.
Mi sento molto performante, sì.
Ma tranquilli eh, nessun problema, scherziamo.
Tazio lo sai si che io ti sono amico!
RispondiEliminaQuindi se accetti un parere gratuito, ti dico che farei io!
Pandoro 3 Marie in saldo, lo si trova ancora.
Lo farcisci come sai fare solo tu, e dopo 5 giorni, speriamo un pandoro basti.
Poi lo fai recapitare con biglietto di congratulazioni all'amica dell'amica della sorella, si insomma alla festeggiata.
ovviamente non dimenticandoti di avvisare la Domi.
Poi, se mi vuoi bene come dici, ti ricordi quella ragazzina di colore che tanto ha goduto nonostante tu hai dovuto pagarla.
Ecco, se ti avanza qualcosa, direi che questa sera, potresti anche donarle un nuovo orgasmo, pagato.
Prosit.
k
La Sami è nella lista tranquillo K.
RispondiEliminaPer il pandoro... no. Voglio donare a chi apprezza suggere la crema direttamente dalla sac a poche.
As u desire my friend!
RispondiEliminak
Sbaglio ad avere i coglioni che mulinellano, mon ami?
RispondiEliminae no che non sbagli...
RispondiEliminaio fossi in te sarei incazzato come una biscia.