Mi interfona e mi dice di andare lì a firmare il durc. Il what? chiedo io. Il durc mi ripete. Allora mi alzo e vado là, preoccupato che fosse in preda ad un attacco di dislessia e invece no. Si chiama DURC tutto maiuscolo ed è l’ennesima troiata cartacea che impegna un sacco di tempo a noi e non serve un cazzo a nessuno. Mi siedo e comincio a firmare un sacco di roba, manco le chiedo cosa sto firmando che poteva anche farmi firmare la cessione dell’agenzia e dell’immobile, un aumento di stipendio, una dichiarazione giurata in cui affermo di essere il Vero Mostro di Scandicci che quando vedo peli ricci io mi ficco nei pasticci.
Firmo.
E le guardo la bocca e penso a quanto bene ci starebbe dentro il mio cazzo. Mi impegno e, a partire dalla forma rilassata, comincio un morphing cerebrale che gliela dilata al diametro del Megatàrel, poi le deprimo le gote e poi la immagino nuda tra le mie gambe che respira rumorosa dal naso mentre se lo fa scorrere in bocca e, minchiaoh, come direbbe il Costa, mi trovo nelle mutande un Ossocollo da tre chili e centoventi grammi che è commovente. Deve essere veramente una numera una a succhiare la mazza, mi dico e mi ridico, ed il livello di testosterone cominicia ad annebbiarmi la lucidità al punto di ritenere lecito il chiederle se fa bene i bombini, liceità fortunatamente non adita in virtù del parallelismo con l’oste: quale oste direbbe che il proprio vino non è buono?
Ah, la Bettona, mistero di ormoni inzuppati nelle secrezioni vaginali al pari di un buon Cantuccino nel Vin Santo. Mi interrogo, non senza distrazioni provenienti da un bruciorino al glande causa compressione e torsione, su quanto maiala possa essere a letto, ove leggasi letto e non intendasi necessariamente il talamo coniugale di sacra fattura, ma possasi estenderne il significato a qualsiasi alcova, ivi comprese le clandestine e carbonare. Sì, perché niuno potrà togliere dal cerebro fine che alberga nel mio teschio che la Bettona una bella imbiancata alla Cantinetta ogni tanto se la fa fare pure da qualche imbianchino in nero eh, perché secondo me la Bettona una scartavetrata alla Madia se la fa dare anche da qualche falegnametto dal doppio lavoro eh.
Ciò mi indigna e mi indispone, mi adombra e mi stizzisce, poiché tale eventualità di qualche lavoretto artigianale fatto gran bene laggiù nella Taverna Muschiosa non coinvolge me, Principe del Sollazzo Sozzo dal Grancazzo Ultratozzo. Forse la scriteriata dovrebbe aver notizia di che sopraffina carne di Porco Crudo viene servita nella macelleria delle mie mutande. Forse, con la coscienza della colossalità dell’Appendice la Salumaia SeSuale rifletterebbe sulla tenuta delle sue teorie di respingimento del Tazio Sovrano Sultano.
E affinché la notizia possa giungere, seppur parzialmente, seppur senza la giustizia che la maestosità della mia UltraMinchia meriterebbe, mi alzo in piedi, avvertendo la pressione della StraMazza Megadura che serbo nel raffinato jeanz. Con un colpetto da Maschio Adulto del Bar dello Sport sgrullo sistemando orizzontalmente il Pitone Reale nettamente visibile dalla ben nota tela di cotone e poi cerco i suoi occhi che in un fugace istante fissano il gonfiore goloso. Poi ritiro delle copie e, mentre le controllo, osservo che la Bettona ricontrolla, forse stupita sia dalla mia esuberanza inguinale, sia dalle dimensioni.
Poi la saluto e torno nel mio ufficio a slegare la bestia lasciandole prendere aria, per riporla all’interno, successivamente, in maniera più confortevole e meno BDSM.
Sì, non v’è dubbio. Si è accorta che ce l’avevo duro e si è anche accorta di cosa stiamo parlando.
D’altronde, la pubblicità è l’anima del commercio
E chevelodicoaffare?
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