La Squinzietta è in albergo. E mi chiama. E le duole di essere in
albergo lì e non sull’erba e con l’erba qui.
Condividiamo il dolore, ci sosteniamo. In un impulso di
rappresentazione figurativa la immagino sul letto a gambe aperte senza mutande,
ma la realtà mi smentisce, è in piedi vicino alla finestra, vestitissima, che
fuma fuori.
Questa sera è a cena col Signor Mentore, la Signora Mentore e la
giovane Mentorina, di diciotto anni, ed è dell’entusiasmo pari a quello che si
ha nell’anticamera del dentista. Odia Torino, mi dice. Me ne rallegro, con
tutto quello che mi si sono marmellatate le susine a me quando dicevo che
odiavo Milano.
Ma domani sarà a London City e tutto cambierà.
“Come ti pare la cosa?” le
chiedo.
“Boh, non ci sto capendo un
cazzo, non vedo l’ora di parlare col direttore creativo domani a Londra per
capire, finalmente, di più”
Grosse aspettative eh. Specie se riposte in un direttore creativo
italiano che lavora a Londra.
“Dai Chiaretta, fra poco è Pasqua”
“Taz, da qui a Pasqua è come se mi
mancassero sei mesi…” mi dice giù di corda.
“… e poi mia madre stamattina mi
ha fracassato le palle per tutto il tragitto. Non vedo l’ora che mio padre
torni da Shanghai che così la seda…”
Ma cos’ha da rompere i coglioni, l’artistona, mi chiedo. Ha di tutto un
po’, mi spiega. Un tutto un po’ che va da “questa
casa non è un albergo” sino a “è ora
che ti decidi a mettere la testa a posto e trovarti un lavoro serio”, proseguendo
per simpatici “devi ammetterlo che non ce
l’hai fatta, che non fa per te, che ci sono ragazzi di vent’anni che ti fanno
le scarpe con uno schiocco di dita”. Premio simpatia 2011-2012, insomma.
Consiglio uno sbattimento di coglioni, piuttosto sonoro anche.
“Ho prenotato il ritorno,
stamattina”
“Oh bene. Quando?”
“All’alba allucinante di venerdì.
Arrivo a Torino verso le 9:30.”
“Dai, dai, dai, animo! Animo
cazzo! Che venerdì si pranza assieme ad Hollywood, dai Chiarina!”
“Ad Hollywood?”
“Ehhhh cara mia, cara mia, sarai
strabiliata!”
“Ma cosa…”
“Sorpresa al fulmicotone. Tu
pensa a tornare che poi ti racconto”
“Eh nu dimmulo dimmulo che c’ho
bisugnu Taz dimmulo”
“Ok. Sei pronta?”
“Sì”
“Se va di culo, in settimana è
pronta la piscina”
“LA-PI-SCI-NA?”
“Yessa”
Segu trasognato stupore sorridente e proiezioni oniriche di abluzioni
agresti.
Vedete, basta un cazzo, a volte, per tirar su di morale qualcuno.
Basta avere il portafogli del Ruggi ed è fatta.
Semplice.
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