Bonjour.
Una testa riccia giace sul cuscino accanto al mio ed un respiro
profondo si fonde nel silenzio della stanza.
Bacio una spalla nuda che fa capolino dalle lenzuola, mi sazio del
profumo della sua pelle e esco dal letto.
Scendo le scale, nudo. Entro in cucina e mi preparo una tazza di broda
e rifletto su alcuni dettagli assolutamente solo miei e che, con pari
assolutezza, non desidero affidare né alla parola né alla penna, quasi per un
rito scaramantico.
E’ venerdì ed io non ho null’altro da aggiungere.
Sono talmente entusiasta di ogni cosa che vedo e che penso che mi
terrorizzo da solo.
Esco con la broda nell’aria fresca del mattino brumoso della pianura
padana.
Respiro a fondo.
Guardo i metri quadrati di giardino perfettamente curato, cosciente che
sarà lo scenario imminente di scampoli di felicità senza etichetta, senza
contenitore e senza parole.
Questa volta no, questa volta non sarò precipitoso, incalzante,
affamato di inquadramenti.
Questa volta taccio, quant’è vero Iddio.
Cammino scalzo e nudo sull’erba, nel mattino brumoso della pianura
padana e penso a cose che non capisco, ma che mi piacciono moltissimo.
E’ venerdì, bonjour.
E’ un gran bel venerdì, bonjour.
Ed è oggi, adesso.
Guai a me se perdo il contatto con questo concetto.
E’ oggi.
Bonjour.
Nessun commento:
Posta un commento