Ore 9:36.
Ho deciso. La settimana prossima pioverà ed io li voglio veder
crescere.
La Chiara è in cucina che beve il caffè leggendo dall’iPad le ultime
news, la prendo da dietro, faccio scivolare le mani sotto la camiciola notturna
e, palpandole la figa diletta, le dico “Dai
Chiaretta, senza tanti preparativi, vestiti che andiamo a comperare due piante
da mettere qui”.
E la Chiara va su e fruga nei borsoni che ieri si è tirata da casa sin
qua.
E scende da farmi arrapare: leggins grigie da training lunghe sin sotto
il ginocchio, il mio maglione di cotone nero e ai piedi quelle infradito nere
che conosco ben bene, quelle con la suola grossissima, che sollazzo stupendo.
Specie in macchina, quando scopro che sotto non c’è niente di niente.
Mi legge di dentro, o di fuori, o entrambi, non so.
Ed ora tutto è compiuto.
Io scrivo, lei dorme nuda sul lettino al sole, gli aranci sostano come
soldati dignitosi davanti alle colonne della pergola bella.
Questo sabato taziale mi piace un bel po’.
Era ora ... viva!
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