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giovedì 19 aprile 2012

London calling




"Dimmi che fa caldino lì, ti prego Tazzzzz…” mi squittisce, o mi squinzisce, la Squinzia al telefono.
Nella perfida Albione si batte l’andatura dei 7-8°C, credo sia una speranza più che lecita da parte sua.
Che primavera dimmerda, però. Qui, dico. Perché lì vale sempre la battuta di non so chi che disse “Anche quest’anno a Londra è arrivata la primavera. Purtroppo io ero in bagno e me la sono persa.”

“Piove anche qui, Skizza, mi spiace” devo rivelarle.
“Oh ma chemmerda chemmerda chemmerda! Io ho voglia di soleee!!” garrisce dall’olimpica terra.
Voglia di sole, dillo a me. Un due tre giorni di mare, se fosse bello e caldino, non guasterebbero affatto. Spiaggia, nudi ovunque e sempre, pesce ai ferri e/o fritto, tranquillità, venticello, birra e sesso selvaggio.
Che bei pensieri. Ma non se ne fa nulla. Perché piove. P-i-o-v-e. Fattene una ragione Taz.

“Resisti che dicono che sabato ci sarà il sole” tento di consolarla.
“Speriamo…..” mi dice sconsolatissima e speranzosa.
“Come vanno le cose lì?” chiedo per uscire dal deadlock del tempo, che se piove, piove, cosa possiamo dire?
“Vanno che mi sto facendo un culo come una capanna, perché voglio sotterrarle quelle due troje inette mangiapane a ufo, cazzo.” Mi piace quando la Skizza prende le cose col sorriso.
“Hai parlato al Mentore?” chiedo, sperando che l’avesse fatto.
“Certo, cazzo, ieri sera. Gli ho fatto un dettagliatissimo quadro di come funzionano le cose qui: un d.c. inesistente e accomodante, disinteressato al lavoro, molto interessato a ‘uscire un attimino’ per poi tornare dopo ore, quando torna, due troje incapaci di tutto fuorchè di far muro, che quello lo fan da dio”  
“E lui?” chiedo.
“Lui ha ascoltato, poi mi ha detto di proseguire il più serenamente possibile e di risolvere le cose, che poi lui un giretto a Londra entro maggio lo fa. E a sorpresa.”

Delatrice. Mi piace.
Le gorgoglio sottovoce cos’ho in mente per il suo buco del culo e dall’altra parte sento un sospiro e poi un sussurro “Tazz ti prego che devo lavorare …” e mi viene un sorriso, perché è reattiva, eh sì, è molto reattiva, molto. Più tardi uscirò a procurarmi alcune cosette che diventeranno utilissime.
“Domani sei qui verso le quattro, quattro e mezza allora?” chiedo, felice di essere nella prossimità temporale che consente la formulazione della domanda.
“Sì, più o meno. Dove mi porti domani sera?” mi chiede rianimata ed allegra.
“Vuoi un posto relax o un posto equivoco?” chiedo leggermente eccitato da dei pensieri improvvisi.
“Mmm…equivoco come?” si informa.
“Non lo so ancora, intanto scegli la categoria, poi passeremo agli oggetti” rispondo, vagamente ingegneristico.
Ride e mormora “Categoria equivoca allora…”.

Skizza, Skizza…

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