Ultrapower

E’ sabato sera, cena a casa, discinti, un po’ osceni, liberi e selvatici.

La tavola è ancora da disfare e sono le undici e trenta. Siede accanto a me, molto redneck: calzini arruffati, gambe nude, una mia t-shirt e sopra un golfino di lana. La fica di fuori. Siedo accanto a lei, molto redneck: accappatoio corallo e sotto felpa blackblock nera col cappuccio, che per rendere ben trash l’atmosfera, indosso.

Il cazzo mi penzola libero dal sedile della sedia.

“Posso farti incazzare un pochino?” mi chiede furbastra col sorriso da faina affamata.

“Ti supplico sì, stavo per chiedertelo io, guarda” rispondo tremando all’idea di cosa sta per uscire da quella bocca soave.

“Ma senti… ma la patronatina griffata…. te l’ha dato il culo?” e aspira la Marlboro controllando le mie reazioni.

“Sì me lo dava, ma che cazzo c’entra, mi spieghi?”rispondo sperando in una tregua immediata.

“E le piaceva o te lo dava giusto perché le sbavavi tra le chiappe?” mordendosi l’unghia del pollice con un sorriso fainesco.

“Boh, mi pareva le piacesse, ma mi vuoi spiegare che cazzo…”

“Ti ‘pareva’. Quindi non l’hai mai sentita del tipo ‘inculami, inculami, incuuuulaaaaaami, sì, sì, sì!!’ “ e per spiegarmi meglio come avrei dovuto sentirla, mima di essere impalata nel culo dal cazzo e si agita sulla sedia con aria porno splatter.

“Oh senti Skizza, apri le orecchie, che cazzo c’entra quella adesso?”

“In realtà niente. Era che pensavo a come cazzo hai potuto perdere la testa per quella figa di sughero frigida di merda che, diciamocelo, mi sta uno sfracello sui coglioni, ma senza motivo eh, proprio il modello che rappresenta mi fa girare il cazzo, che ne ho conosciute tante di troie inespresse come lei”

“Capisco, ma ti voglio svelare un segreto: non sto più con lei”

“No, te lo svelo io un segreto amorebellodellazia…” e mi accarezza l’avambraccio con entrambe le mani, stesa in avanti, col sorriso da Carla Gravina nell’Esorcista.

E attacca a parlarmi a bassissima voce.

Da maniaca.

“Ricordati M. [il mio cognome] che per me ti puoi chiavare chi vuoi, maschi, femmine, cose e animali, che mi va benissimo e non c’è problema, puoi serenamente fare tutte le pazzie del mondo, mi va benissimo e non c’è problema, ma se scopro che ti chiavi quella, beh, se lo scopro, ti stacco la cappella con un morso e secondo me non ti conviene fare l’esperimento, perché se lo venissi a sapere mi farei di Xanax a litri per non tradire emozioni e poi ti porterei a letto e lì *zac* te la stacco con un morso e te la sputo in faccia, perché ripeto, fottiti chiunque al mondo, chiunque, ma non quella, quella merda troia frigida falsa no”.

Mi viene solo da dire “Wow”. E rimango a guardarla.

Si alza a prendere una birra e con la voce normale mi dice: “Eh lo so Taz, non mi chiedere il perché, non lo so punto e fine, ma quella mi sta sul culo a tremila. E’ l’unica, ripeto, unica cosa che ti chiedo. Una. Un’essere umano su sette miliardi, pensi di poter sopravvivere?”

“Oh Skizza, mollami, ma chi ci pensava più a quella là????” replico alzando la voce, che mi pare pazzesco.

Allora capisce di aver sbordato e viene a sedersi a gambe aperte su di me.

“Ok, ok, ok” mi dice sorridente e sensuale. Poi mi fa bere un sorso di birra, beve a sua volta, appoggia la bottiglietta e guida le mie mani sulle sue natiche.

“Ti va di farmi nel culo?…io ne avrei bisogno…” mormora prima di iniziare a leccarmi il collo.

Smart and keen woman ultrapower.