Scopro da subito, dalla stessa Milly, che la mia performance in onore
delle Madame Agè della Casa è rimandata a data da destinarsi per assenza di
buona parte delle Madame Agè stesse. Ne prendo atto confermando la mia
disponibilità, purché sia di martedì. Milly riflette e indaga sulla possibilità
di organizzare un matinée ed io rispondo che va programmato per tempo e che sì,
sarei disponibile.
“Ci sarebbe più tranquillità e si
sentirebbero tutte più a loro agio nell’esprimersi” mi soffia con un
sorriso affilato. Visualizzo immediatamente un groviglio di corpi appassiti,
alcuni Magic Wand ed io in azione.
Interessante.
Raggiungo il Salone, dominio incontrastato di Madame Inquieta. Lei
siede sul divano, vestita a lutto, accarezzando i capelli ad una Collare Nero
nuda che, accoccolata, le poggia il capo sulle gambe. Sul tappeto, davanti ai
suoi piedi, due Collare Rosso sono impegnate in un sessantanove non
particolarmente pregevole. Alle spalle di Inquieta, in piedi, dietro al divano,
Svetlana. Un’atmosfera molto concentrata.
Lungo il lato aperto dei tre divani disposti a ferro di cavallo sosta
un signore distinto, che regge un bicchiere di scotch. Sul divano di destra una
coppia mai vista. Su quello di sinistra il Vecchio Giudice si masturba.
Saluto con un inchino del capo Inquieta che risponde con un inchino.
Nell’aria il mugolare gaudente delle due frocette.
Raggiungo Svetlana e mi metto a fianco a lei, ma in posizione appena
arretrata, molto vicino. Veste un abito al ginocchio, nero, senza maniche,
accollato. Perché se Inquieta è a lutto, anche Svetlana è a lutto. Dal
giromanica escono le spalle muscolose, rotonde. E poi i bicipiti, ben
pronunciati. Bianchissima. Sul collo i capelli rasati, come incipit di quella
capigliatura da maschio adolescente anni sessanta. Non muove un muscolo. Eppure
le sono appena dietro. Mi avvicino e le annuso il collo, ottenendo come effetto
una piega della testa in senso opposto al punto in cui il mio naso odora.
Difficile interpretarlo. Può significare fastidio oppure una distensione che
invita ad annusare.
Le mani di Inquieta percorrono lievissime la nudità della Collare Nero.
Ne saggia i turgori attraverso i guanti di pizzo nero. La palpa lenta, la
accarezza, la tocca. E la Collare Nero si muove appena, agevolando l’accesso ai
luoghi su cui la mano di Inquieta si muove.
Poi un pianto animale spacca l’aria morta. Una delle due bestioline sul
tappeto comincia a venire. E per simpatia, come negli esplosivi, nell’arco di
qualche secondo anche la seconda viene. Ed intonano un pianto a cappella,
breve, per poi scivolarsi addosso e baciarsi. Il Vecchio Giudice ne richiede
una a sostegno orale della sua azione manuale. L’altra si inginocchia,
indicando a quel modo di essere a disposizione di chiunque.
Il signore in piedi raggiunge la coppia sul divano e fa un cenno Kill
Bill con la mano alla Sorella spaiata. Si abbassa la cerniera e alla ragazza è
presto chiaro il suo compito. La coppia osserva la suzione di quel membro, già
duro, senza emettere un fiato. Inquieta guida la Collare Nero a stendersi di
schiena sulle sue gambe e ad abbandonarsi a gambe aperte al palpeggio intimo in
guanti di pizzo.
Appoggio la mano sulle natiche di Svetlana, palpandola lento. Non un
movimento, non una reazione. Si lascia toccare, strizzare, accarezzare. Un culo
sodo come il marmo, muscoloso. Immagino che strette deliziose possa donare, tra
quelle natiche tonde. Rimane dritta, le mani incrociare sul davanti, senza
muovere un muscolo. Salgo con la mano, percorrendole la spina dorsale, per
arrivare al collo e stringerglielo, da dietro. Poi, scendendo, trascino con me
la cerniera, denudandole discreto la schiena, scoprendo che non indossa
reggiseno. Entro nell’abito, saggiando la muscolatura della schiena e la
morbidezza della pelle sottile. Indossa mutande anni cinquanta, a vita alta,
polka dot, nere e trasparenti. Poi a un tratto, inaspettatamente, Inquieta dice
a voce alta “Svetlana, ci ritiriamo”.
Le chiudo immediatamente la cerniera.
“Buona notte Tazio” dice
Inquieta senza voltarsi. “Buona notte
Madame” rispondo, mentre incrocio lo sguardo torvo e attraente della
mascolina russa che aiuta l’anziana madama ad alzarsi.
Penso in un lampo elettrico a cosa può succedere tra quelle due in
privato e, guardandola accompagnare Inquieta alla porta, realizzo di avere
bisogno di masturbarmi.
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