Pagine

domenica 15 aprile 2012

Velluto e seta e pietre rouge-noir


Fica di velluto, labbra di cotone, buco del culo di seta.
Siedi sul divano, nuda solo sotto, mostrandomi a gambe spalancate la tua depilatissima ostrica selvatica.
La incornici con le manine dalle unghie rouge-noir e mi chiedi, puttana, se mi piace.
Mi inginocchio e la ispeziono.
La tocco.
La apro.
La strizzo.
E’ la fica.
Fica.
Fica.
Ancora arrossata di fuori, un po’ gonfia, odorosa di lenimenti estetistici.
La apro ed osservo il forellino dell’uretra e lo tocco.
Osservo il cazzetto incappucciato e ci passo sopra il polpastrello del pollice.
Ti abbandoni all’indietro sui gomiti e mi guardi, servo servile, adepto, adoratore della tua spaccatura nuda.
Sfioro il buchino del culo arrossato e liscio come la seta.
La pelle più scura, le ali dell’angelo nero che incorniciano il sole carnoso.
Poi guardo in basso.
Piedini di porca con le unghie rouge-noir.
Sei così sfacciatamente femmina.
“Leccamela” sussurri molle.

La succhio, la mastico, la lecco, la aspiro, mentre ti contorci a bocca aperta, reclinando la testa all’indietro e spingi in avanti il bacino come se mi volessi riempire la bocca di fica e sfarfallo tutta la lingua che ho, ti lecco, ti lecco, ti lecco, ti lecco, ti lecco, ti lecco, ti lecco, ti lecco, ti lecco, ti lecco, ti lecco, ti lecco, ti lecco, ti lecco, ti lecco, ti lecco, ti lecco, ti lecco, ti lecco, ti lecco, ti lecco, ti lecco, ti lecco, ti lecco, ti lecco, ti lecco, ti lecco e ho la faccia bagnata di suga e saliva e sollevo la faccia e ti chiedo ansimante di sborrarmi in faccia ed emetti un mugolio acuto di sovra eccitazione e io , ti lecco, ti lecco, ti lecco, ti lecco, ti lecco, ti lecco, ti lecco, ti lecco anche il buco del culo che si schiude e pulsa e poi cominci un pianto melodico, una nota tenuta, la voce di donna che canta emozione e poi sussulti e quasi gridi e io ti lecco, ti lecco, ti lecco, senza dita, perché voglio che vieni solo con la mia lingua e sento la fica estroflettersi, allargarsi, gonfiarsi e so che è quello l’attimo, l’attimo immediatamente precedente e urli e mi sborri in faccia, abbondante, caldissima, dolcissima e ingoio il tuo spruzzo bollente e continui i sussulti e io non smetto e ti succhio, ti mangio, ti aspiro e tu ridi acutissima e poi ti sollevi di scatto scivoli in ginocchio e mi lecchi la faccia bagnata e ci annodiamo le lingue e sono pazzo di te.

Fuori piove.
Passerà.

2 commenti:

  1. leggo ancora, un po' meno silenziosamente. è rincuorante e meraviglioso il modo in cui vivi la sessualità (tua o di). nuda, cruda, animale, violenta, delicata, paziente e impaziente. è giusto e bello davvero che sia così. ammirevole.

    RispondiElimina
  2. Grazie, davvero. Sono sempre felice quando non taci. Il tuo silenzio è uno spreco.

    RispondiElimina