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sabato 3 settembre 2016

Per futili motivi

Mai, nessuno mai, nessuno mai, nessuno ha saputo creare futili motivi utili a una lite taziocomandata come il sottoscritto Tazio Tazietti di Taziopoli, lo ripeto mai, ma mai-mai eh, ma ieri sera la situazione mi è scappata di mano, direi scappellata di mano, e ora vi conto il picchè.
La Concia è arrivata qui tutta sudata dalle sue “commissioni”, manco fosse una banca, ma non s’è fatta la canonica doccia, no, si è semplicemente messa ai fornelli dicendo che avrebbe sudato ancora e se la sarebbe fatta dopo e così, in men che non si dica, una manza milf abbronzatissima con segno del costume olivastro-latteo, si è liberata degli indumenti- orpello per cucinarmi, in reggiseno e slippone, scalza, le migliori melanzane alla parmigggiana della vita mia.

Ed io omo sugno e per la gola mi facetti pigghhhjare.

E che caldo cristodellebraci e che tanfo di fritto Concetta e che sarà mai Tazio e che nera che mi sei tornata acchasa Conchita e che tette che hai e che paccone che hai te e che voglia e che voglie e che caldo e che zanzare e spegni e spegne e slaccia le coppe di titanio e si inginocchia a tetta nuda bianca dondolante e succhia vorace la Mastrominchiarandella che siam tutti nudi davanti agli scuri aperti che giù c’è la piazza ciarliera, ma la bocca sua rapace sugge di voglia vacca e nostalgia saudade e colgo un qualcosa di selvatico che deriva forse da recenti contaminazioni etniche, ma fatto sta che mi tira un Bocchino Maestrale da Didattica del Porno Applicazioni di Laboratorio 1, 2 e 3 che resto senza bestemmie da accompagnare alla mungitura, che il Bocchino ruspante è un apostrofo rozzo tra le parole Troia io t’Ano e così la scofano a novanta sul Busnelli in pelle rossa originale modello “Occhiodellatesta” che campeggia accanto al Divinidivano modello “L’altroocchiodellatesta”, la smutando da mezzadro animale, denudo il rombo scuro tra le natiche bianche che divarico a piene mani, sputo e spalmo, denunciando in chiaro, in tal modo, la mia volontà rettale e ottengo un mugolo roco, sicché umetto di sputo la cappella e spingo tra quelle carni restie, spingo bloccando il butirroso corpo sgambettante a novanta sul design, spingo e godo di bruciore e piene manone di carne cellulitica sublime e poi sento di entrare, caldo, caldissimo, urla soffocate, spingo sinché lo scroto non si unisce in un bacio affettuoso alle polpose labbra lucide e poi ritiro e poi spingo e ritiro e spingo, tenendo bloccata l’agitata vacca in asciutta, forzando come pistone americano le carni sozze dell’ano dimmerda e godo come un porco sino a scoppiarle rapido di sborra bollente nel culo, con un fiotto parossistico e, dopo alcuni tremiti, esco mollando la presa, sudato, maschio e appagato.

Mai, nessuno mai bravo quanto me ad inscenare una lite per futili motivi, no.
Ma mai nessuna è stata così brava a raggelarmi quanto lei, in presenza di una banale sodomia non gradita. Romba roca come uno stormo di Apache pronti alla distruzione biologica un sinistro “Tu mi hai violentata!!!!”, al quale aggiungo, con libertario ancorché libertino piglio “Ma tu mica mi ha detto di no” – “Sei scemo o cosa???? Ma non capisci quando non voglio???” mani giunte al petto, ginocchia flesse, volto tatuato dalla disperazione e dalle lacrime indignate.

Ed il pianto roco l’ha fatta da padrone per ore due e ventisette minuti in cui, rivestiti alla bell’emmeglio, abbiamo discusso di questo mio PERICOLOSISSIMO disturbo mentale e la violinsta di ‘sto archetto randazzo randello mi ha suggerito specialisti per CURARMI da questa mia MALATTIA della quale soffro con spasmi di violenza sorda e io tento di far presente, pacatamente, sommessamente, che glielo avevo già smerigliato nel culo almeno altre trentadue volte, ma no, noooo, NOOOOOO, mai con così tanta violenza orribile e poi si era detto culo basta no????? e ok, lo si era detto, ma siamo seri, ti sei fatta appecorinare e aprire come una cozza le chiappe, ma NON CAPISCI UN CAZZO MOSTRO, questa non era, no, NOOOOOO, non era come le altre, NOOO e poi un disturbo, forse un’infiammazione all’orecchio medio, o forse al dito medio, non so, ma d’un tratto le sue parole si sono tramutate in un “°oooooOOO°OOOoooOOOoooOOOoooh” sunnita, forse camita o semita o, why not,  sumero dell’est della Sumeria antica e tutto, a un tratto, è cessato con una Concia che pronunciava un lapidario e tragico “mmmmmmuuuuUUUUUuuuuuuoooouuuuUUU Uh!” lasciando la Tazio Casa con uno sbattone dell’uscio.

***
Dura, amici. E’ duro ammetterlo, ma stanotte ho dovuto farvi i conti, sì. Supponevo che le cose potessero stare in questo modo, certo. Ma che al secondo doppio Dimple UltraOld da dodici euro al bicchiere, la testa mi girasse così tanto, onestamente no.
C’est la vie. Fortuna che abito davanti al bar e sono andato a piedi e tornato in ginocchio.
Taci va là.
No, perché uno dice dice, ma questi son bei problemi eh.
Ma che dormita stanotte.
Senza Chimicamica, tra l’altro.
Olè.

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