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mercoledì 7 marzo 2012

Mercoledì


Bonjour.
Anche oggi mi sono svegliato in preda allo scazzo più assoluto. Lo scazzo è una malattia progressiva, arriva con dei piccoli segnali, poi li consolida, ti suggerisce continuamente che quella cosa o quell’altra, alla fine, non sono poi tutto ‘sto entusiasmo e lentamente, ma anche mica tanto lentamente, diventi un filtro metallico e meccanico che separa i pezzi grossi da quelli piccoli, senza considerare minimamente la natura dei pezzi e così ti raffreddi su tutto e fai considerazioni generali (perché non c’è niente di meglio, quando si è affetti da scazzo, che effettuare diligentemente delle trasposizioni che trasformino l’episodico in norma universale) ed alla fine concludi che stai facendo una vita dimmerda sotto un tuo personale profilo privato e lo sottolinei il personale profilo privato, che così anticipi tutti quelli che sono pronti a dirti e ma il lavoro, i soldi, guarda come fili anche se c’è crisi, i cassaintegrati di Melfi eccetera, eccetera.

Ieri sera sono andato al naitclebb dopo essermi liberato della Ade con una scusa e ho conosciuto una puttana di qualche anno più vecchia di me. Le ho offerto da bere e siamo stati a chiacchierare al banco. Ha madre abissina, è molto bella, molto magnetica, molto seria. Mi sono messo a chiacchierare, lubrificato da un paio di Jack Daniel’s e poi le ho chiesto di lei. E’ stato istruttivo. Molto istruttivo. Mi ha innanzitutto fatto presente, con discreto garbo, che lei fa la puttana e quindi vende tempo, per cui, se io quel tempo lo voglio impiegare per parlare lei ascolta, purché io le faccia il regalo. Però, ha aggiunto, che il suo tempo è destinato ad ascoltare me e, se richiesto, ad intervenire sulle mie questioni, ma non a raccontare sue cose private. Se la mia necessità è quella di farmi anche raccontare cose private, ha continuato, il luogo ideale per me è la terapia di gruppo e non lei. Eccellente. Le ho offerto l’ultimo giro e le ho allungato una pezza da cento ripiegata, stringendole la mano, perché quella donna è una donna coi coglioni e io la stimo.

Ieri mattina, in preda ad una vertigine di vuotezza, sono andato in concessionaria a vedere una macchina usata nuova. E ho trovato l’erede contemporanea della mia Marzedes arcaica. Ma che bella, sembra nuova, ma è nuova, ha un anno, grigio canna di fucile, interni color tabacco, cerchi sportivi a cinque razze sottili e gomme ribassate. Una familiare aggressiva, molto stylish. E’ un tremila a gasolio, ma mi fa prezzaccio. Prezzaccio vero, davvero. Un bell’oggetto di qualità teutonica, come l’ha definita il ladro amico che voleva vendermela. Ma poi mi sono chiesto il perché. E’ una macchina per andare a figa? No. Ho bisogno di un'auto per andare a figa? No. E' stretegico andare a figa? No. E’ necessario cambiarla, la mia? No. Mi vergogno di andare in giro con la mia? No. Sono certo che quella novità potrebbe cambiarmi l’umore e farmi ripartire? No.
E così me ne sono andato, dicendo che ci pensavo. Lo scazzo mi ha tenuto in tasca i soldi.

Mercoledì e c’ho due coglioni sfracellati, di già. Sarà dura a bestia arrivare a sera. Come se arrivare a sera fosse un traguardo che pone al riparo da qualcosa. La sera è il momento peggiore invece, perché è il luogo spazio-temporale nel quale dovrebbe imperare quel che ti manca e che, a quel punto, ti manca ancora di più. Ma l’aspetto interessante è che non ho idea di cosa mi manchi. Però quel qualcosa di ignoto mi manca e questo sapete cos’è? E’ il lasciapassare per far diventare lo scazzo depressione.

Sono un capolavoro di cinismo. Io divento sempre un capolavoro di cinismo, quando sono scazzato. La Vale mi diceva che la cattiveria che so esprimere con il mio cinismo annoiato era eccitante. Cioè, capite? Stavo con una donna intelligentissima e cattiva che coglieva queste sfumature e si eccitava. Posso io, oggi, accettare lezioncine e moralette sul fatto che sono coglione perché “hai scelto la donna sbagliata, mi spiace dirtelo” da parte di donnette del cazzo da due soldi che manco capiscono cosa vuol dire esprimere cattiveria con il mio cinismo annoiato?  Ma quante minchie di Phemomene del cazzo nulla valenti ci sono in giro? A endecazzeffe. Ma che vadano tutte a fare con il culo.

Sette e cinquantacinque. Procederò come segue: altro goccio di caffè e cannetta.
Poi si vedrà.
Bonjour.

7 commenti:

  1. io... l'unica cosa che combatte lo scazzo sono le scarpe... entro in un negozio di scarpe e mi rianimo, entro in un negozio di scarpe e mi torna in mente che cosa conta... salgo su un paio di tacchi e mi sento coem se non ci fosse nessun altro posto in cui potrei stare meglio... vuoi provare un paio di scarpe?

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  2. Ci sono scazzi che non passano con le scarpe.
    Se non è passato col mercedes, figuriamoci con le scarpe.

    fattelo il viaggetto, va la. magari non così lungo.
    O risenti colei.
    O....
    Non impedirti di fare nulla.

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  3. Io lo scazzo lo combatto chiudendo fuori il mondo.
    Quando mi aggredisce, riesco ancora a bigiare.
    Esco, non dico dove vado, spengo il BB calo la visiera del baseball cap di turno indosso i WAYFARER d'ordinanza e punto a Est.
    Nulla di che, ovviamente, ma mi basta sedere al lato dell'attacco della 36L in quel di LIN a vedere i 320 che poggiano sull'asfalto, e ... poi in questo periodo, ti becchi il tramonto, le nutrie, (da non confondersi con le pantegane, ne?), e gli sparvieri ...
    Certo fa freddo, ma vuoi mettere?

    k

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  4. Il cazzo punta a Est, lo scazzo è dentro di noi ed è dura combatterlo. Pensa che ieri la mia ragazza mi ha detto che l piacerebbe convivere con me, però per essere con il culo coperto vorrebbe un appartamento in affitto, così se rompe con me sa dove andare. Ovviamente l'affitto lo pago io....GQ

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  5. Più che un mercoledì sembrerebbe un merdoledì...

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  6. Mi pare che il lasciapassare per la depressione, accuratamente ripiegato in tasca, sia finito sul comodino da un pò. Nulla di grave basta saperlo.
    Uno che lo sa
    PS @ Collega anonimo 12:20 - mandarla spassionatamente e vistosamente e fare nel culo, no eh?

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  7. Vita, finalmente, Taz...fine dell'etere, e meno male. A me piaci così ma, se fossi in te, non me ne fregherebbe un cazzo.

    B

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