Ocio che questa è una pagina indimenticabile.
Stamattina, tra le mille faccende, vado anche al supermercato a
comperare quella dotazione minima di cose umane che rendano il mio budello di
merda un po’ più casa.
Giro, prendo, metto nel carrello
e poi punto direttamente alla cassa della Giuliana [ cfr. Taziopensiero sei ].
T: “Ciao…..Giuliana….”
G: “………….ciao…….” e gli occhi di entrambi lanciano fiamme di sudici
pensieri ed il grooming porno comincia.
T: “….sei aperta……tutto il mese….Giuliana?.....”
G: “………..sono completamente………… aperta…………..sì…”
T: “…….…………..sarà un mese…….davvero duro…”
G: “………...sì…………ma io lo prendo bene……….quando diventa duro…………..”
Pausa. Sguardi ammiccanti, tensione, me la ingropperei sul nastro.
G: “………e……il tuo…….mese……..è duro?...”
T: “………….durissimo….Giuliana……..non immagini……..quanto…”
G: “……..secondo me è bene che tu ce l’abbia…”
T: “…………duro?...”
E ridacchiamo entrambi, guardando in basso, perché questa piece è
assolutamente divina.
G: (ridendo sommessa) “….sì……bello
duro…..”
T: “anche io….sono…..contento che tu sia……completamente aperta…….”
G: “….spalancata……” dice rossa, trattenendo il risolino sozzo.
G: “cinquantuno e sessanta”
Pago.
G: “….ti tengo aperta la….busta…..così…..ci entri meglio dentro……..”
T: “…. Grazie …. Giuliana …… di tenermi ben aperta… la busta ….”
G: “… è un piacere aprirtela….mica la apro a tutti….la busta….”
T : “….nemmeno io racconto a tutti… di quanto ce l’ho duro…. il mese…”
E la Giuliana, lanciandomi un occhiata maliarda, si lecca l’angolo
destro della bocca e poi aggiunge:
“…dimmi almeno come ti
chiami….sai…..aiuta l’immaginazione…..”.
Aiuta l’immaginazione. Se è
un riferimento ad ipotetiche sgrillettate, questa donna è un genio.
In ogni caso mi viene da ridere perché ha ragione. Io so come si chiama
lei perché ce l’ha appeso sulle poppe, ma lei non può sapere come mi chiamo io.
“Perdonami, hai ragione, mi
chiamo Tazio” e le tendo la mano “piacere”
“…Giuliana……” e mi dà la mano
e, ritraendola, come insegnavano alle medie, lascia che un dito mi solchi il
palmo.
E io sono all’apice dell’entusiasmo.
Ma che scaldacazzi è?
Standing ovation per la Giuliana!
Qui, siamo in piedi tutti e due.
Una grande.
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RispondiEliminaE' un concetto semplice caro Anonimo Veneto vigliacco. Il blog è mio, ci scrivo quello che mi pare e cancello quello che mi pare.
RispondiEliminaQuesto blog non ti piace? Sgomma, Internet è piena di blog. Vuoi discutere di qualcosa? Sii educato e ne discuteremo senz'altro.
I vostri modi hanno rotto i coglioni, amici padani.
Non mi pareva di aver usato modi ineducati, evidentemente la parola (auto)ironia ti è sconosciuta. In compenso la parola RAZZISMO ti è decisamente nota.
RispondiEliminaNon preoccuparti di avermi fatto notare come PRONTAMENTE tu abbia cancellato il mio commento, ti rende semplicemente a livello di... diciamo seconda elementare? Per questo rivolgiti pure alla maestra.
IL MIO DISSENSO TAZIO:
RispondiEliminaScusami Tazio per approfittare arbitrariamente dello spazio fuori controllo (so che ti è noto il modo di cancellare e ciò mi solleva di un peso) e scusami Anonimo di intromettermi in una questione di non mia competenza, ma mi sento di intervenire perché oggi io c’ero e (credo) di aver assistito pressoché in diretta alla scaramuccia.
Temo si sia in presenza dell’ennesimo episodio di “incomprensione” in merito agli scritti di Tazio ed in tale senso vorrei tentare di porre all’attenzione di tutti una chiave interpretativa esulante dall’oggetto del contendere che, debbo ammetterlo, va assumendo delle tinte che mortificano un’opera dal respiro umano ed attuale ben più elevato di un banale diverbio da cortile (a cui ha contribuito assai più la tua grevità sovietica, Tazio, che il divertente “vai a fare la cacca” di Anonimo, perdonami e bannami se lo ritieni lenitivo).
Anonimo solleva la questione della credibilità in merito alle parole di Tazio. Questione lecita, affatto peregrina, questione in merito alla quale, io per prima mi sono interrogata subito, sin dalle prime volte che leggevo i suoi istrionici post. La questione della verità.
Il fondamento concreto di tanta sublime forma di scrittura esisterà? Sarà tutto vero?
Personalmente, per non privarmi del piacere di leggere mescolati con artistica dissacrazione da pop artist Platone e il sesso anale, i piedi e le figure retoriche della filosofia, le prostitute e la Recherche di Proust (ne hai mai scritto? Se no scrivine) ho resistito stoicamente, imparando a conoscere tutte le sfaccettature letterarie di un moschettiere con la penna che si fa leggere sino in fondo solo se si manifesta la stoica resistenza di leggerlo tutto, sempre, quotidianamente, setacciando l’immane massa del superfluo per poter distillare solo il calco negativo dell’immagine della realtà. Il calco negativo, bada bene, Anonimo.
Tazio mente? Sì.
Mente spudoratamente, con un’abilità talmente sopraffina e perfida che diviene persino offensivo verso l’intelligenza di chi lo legge amandolo. Tazio inietta, a colpi di sfumature, ombre, disambiguazioni illusorie, magnificat anatomici (che mi auguro come donna che non siano menzogna! :D ) il convincimento di essere un Casanova contemporaneo ed in questo modo nasconde la verità (che è solamente nascosta, ma non eliminata o sostituita). La verità è lì, ma non la si può vedere con l’occhio di chi legge solo 2 o 3 post.
(continua)
Tazio è un gabbiano da discarica. Sa pescare benissimo, ma preferisce volare sulla discarica osservando le mosche, perché le mosche indicano il cibo. Pensateci.
RispondiEliminaDove sono le sue conquiste IMPOSSIBILI? Indicatemele, vi prego.
La Ade forse? O a Ale della pale? O la Giulia dai bollori di mezza età? E’ forse una conquista la Chiara? O la tatuata? O la nica abbordata al supermercato? O l’alcolizzata Vichy? Sono CONQUISTE?
Sono tutte prede avvolte dalle mosche, dalla folla, dalla notoria disponibilità pubblica, dall’assieparsi di pretendenti che pretendono ed ottengono pari suo e con pari facilità, fatto salvo che Tazio pennella di straordinarietà un agire identico a quello altrui, perché con quelle prede non sarebbe stato necessario essere straordinari in alcun modo.
E’ questo che, forse, ti manca Anonimo. Ti manca il taziopensiero. E’ anche la taziodebolezza.
Le uniche (uniche) due prede pescate dal gabbiano da discarica che sa pescare benissimo sono la Tanya e la Domi.
E sulla prima avrei molto da dire, perché non condivido affatto la visione che Tazio ha della questione.
Tazio lì ha SBAGLIATO visione, ostinandosi a valutare con un metro puerile ed inadatto la vicenda, evitando di addossarsi le colpe che egli HA e che non vuole affrontare e questo mi duole.
La seconda è una donna deliziosa ed attendo, ahimè con dispiacere, che prevalga una componente distruttiva di Tazio (la ricerca di inutili conferme universali) che andrà alienando un tesoro che, più il tempo passerà per lui e più saranno rare le occasioni di incontrare di nuovo.
Tazio mente? Sì. A se stesso. E, conoscendolo meglio, non mente a noi che lo leggiamo come fosse vangelo. Mente a se stesso.
Tazio è un razzista? Non lo so, non mi voglio far coinvolgere.
Tazio è un buono? Non v’è dubbio.
Tazio è facile? No, da nessuna parte.
E’ per questo, Tazio, che io sto con Anonimo e affermo che ha ragione da vendere.
Perché, questa volta come in altre, hai sbagliato TU.
Quando si esce in pubblico ci si deve caricare l’onere di farsi capire.
Se non per te, per noi che ti amiamo.
Con affetto,
Silvia
La cassiera troione da sbarco è un classico ;)
RispondiEliminaIo parlo per esperienza personale e pertanto mi intrometto.
RispondiEliminaQuando per comunicare nel mondo virtuale non si tiene conto dei limiti di questo strumento, se si è fortunati ci si ignora.
Mancano le sfumature del non verbale, sono completamente assenti quei dettagli che fanno di un ciao un saluto triste o uno sfotto, un buongiorno allegro e un arrivederci lacrimoso per non parlare di un succedaneo del "ma vai a pettinare le bambole".
Insomma, quante le versioni di una parolina di 4 lettere, se ascoltata, vista e magari ...
Quindi qui, a mio avviso, l'unico errore se di errore si vuol scrivere è nel non ricordarsi che siamo nella bidimensione.
Ora, suggerisco, (sto ridendo!), che se dovete dimostrare a noi chi l'ha più duro, alla fine non vincerà nessuno a meno che con Silvia giudice e un arbitro neutrale, non si faccia garetta nel mondo reale.
Le regole ovviamente le dettiamo noi!
Su che è solo martedì!
k
uau... che belle risposte di Silvietta :)
RispondiEliminaho intravito una profonda verità in quelle affascinanti parole, ma il senso profondo ancora mi sfugge :P
il problema della veridicità del personaggio Tazio è una cosa che di certo ha toccato tutti...
ma in fondo,io mi dico, chi se ne frega?
tanto alla fine la vera storia d'amore per la vita sarà quella tra lui e me, quindi è inutile che vi affanniate tanto ;)
Che bel match...e come scrive bene la Silvietta.
RispondiEliminaConcordo in tutto e per tutto con lei.
Non ho letto il post di anonimo Padano, ma non è la prima volta che vedo razzismo verso un Padano in questo blog.
Tazio è come Icaro, come Beethoveen, è un grande genio che non vuole essere contrariato.
Glielo possiamo concedere questo vizietto.
Ora per essere più leggero in questo periodo di crisi posso solo dire che è sempre stato il mio sogno fare la cazziera...
Poi aggiungerei che Natale è quasi come Ferragosto, se non peggio, per cui prevedo fulmini e saette da qui al 24.
E poi potremo tutti dire: "... e anche sto Natale ce lo semo levato dai coioni".
L'unica cosa che ti resta Caro Tazio è quella di materializzarti e di organizzare una bella cena allo Solita.
Tutti insieme con i tuoi affezionati lettori.
Io ci sarò. Insieme alla mia Lady Gaga e al Bruco Mela.
Con immutato affetto.
GQ
Ma io non capisco cos'è questo processo.
RispondiEliminaCi credete, non ci credete?
Però siete qui a leggere e qui secondo me è casa sua e può farci e scriversi quel che vuole.
A chi non comoda vada fuori dalle balle.
Piano. Certo che può scriverci quello che vuole, ma ATTENZIONE: se una persona sceglie di condividere pubblicamente le proprie idee o punti di vista, accetta anche di beccarsi dei commenti, negativi o meno.
RispondiEliminaAltrimenti esistono sempre le buone e vecchie agende, i diari, i taccuini, chiamateli come vi pare: uno ci scrive lì TUTTO quello che vuole e vedi che NESSUNO ci mette bocca.
Onori e oneri della notorietà, cari miei, soprattutto se si va a cercarla.
Ed è sempre troppo facile commentare dietro l'anonimato....
RispondiEliminaVedete la differenza tra forum e blog è proprio questa: nel forum si esprimono le proprie opinioni, nel blog il proprietario ammette o meno che ci siano dei commenti ai suoi scritti.
Ai SUOI SCRITTI. Cioè quello che gli va di raccontare.
Il fatto della notorietà non regge, non è un personaggio noto ai livelli di Barbara d'urso.
Passate avanti, sentite me. E' meglio.
Sintesi delle oggettività
RispondiEliminaUno piomba in un blog, lo leggiucchia qui e lì, non lo capisce e lo scambia per il diario di un ragazzetto che si bulla di farsi un sacco di fighe. Non gli piace e, invece di cambiare blog, decide di appendersi a un post e di mandare a cagare l’autore. Senza firmarsi nemmeno col nome di battesimo. L’autore si incazza (ma che strano) e questo tizio diventa improvvisamente profondo (seppur sempre senza nome, vorrà dire qualcosa?) e comincia a dissertare sul DOVERE di commento (non la libertà od il diritto, ma posto come lo pone lui è DOVERE di commento) e poi si inerpica lungo il concetto di prezzo della “notorietà” (mi viene da piangere, ripigliati coso), svelandoci nel contempo le linee di comportamento dell’autore corretto e dell’autore scorretto. Si vede che ne avrà titolo. Prima di dissertare sull’etica della comunicazione, però, trova il modo di dare del razzista all’autore (un classico, un evergreen) e, addirittura, arriva al vomitevole e vigliacco ricorso alla ultratrita risorsa della parola “ironia”: io non mi presento, entro nel tuo blog, non applico la benché minima regola della netiquette e ti mando sonoramente a cagare, ma occhio! che se ti permetti di incazzarti non hai l’ironia e sei un bambino delle elementari, la maestra e compagnia cantanti.
Credo di averla già vista ‘sta manfrina appiccicosa, conosco la parrocchia.
Di cazzate ne hai potute dire a profusione qui dentro, anonimo, non credi?
Cosa prevedono i tuoi ultimi trenta secondi di notorietà?
Dai, spara, che la facciam corta, che ne ho le balle piene di te, delle tue puttanate e di tutta ‘sta storia.
Forza.
Punto 1: Il tuo blog lo seguo da quando lo scrivi. Proprio per questo motivo ti credevo una persona ironica e divertente come il mio commento era, motivo per cui avevo specificato che si trattava di dialetto veneto, se conoscessi il modo di scherzare delle nostre parti, sapresti che noi ci prendiamo sempre per il culo. Mea culpa, ho dato per scontata una cosa che evidentemente non è, ovvero che tu conosca l'ironia della mia regione.
RispondiEliminaAd ogni modo, non mi aspettavo di certo una reazione così allucinante.
Punto 2: Non ho mai parlato di DOVERE di commentare, ma solo del fatto che ci possa essere chi lo fa. D'altra parte con la tua risposta hai posto tu il DOVERE di scrivere un blog, cosa che francamente non mi risulta. Ribadisco: se non vuoi commenti, comprati un diario.
Punto 3: Col termine "notorio" significa "cosa nota", ovvero "conosciuta" (nota bene che non ho usato il termine "famoso"); se permetti anche in un'equazione esistono i termini noti, non mi risulta che ciò li renda famosi alla stregua di BARBARA D'URSO(!!!!!!!!)
Punto 4: Per fortuna che del mio commento non te ne strachiavava un cazzo... Pensa se ti avesse in qualche modo colpito!
Con questa me ne torno al mio anonimato, tranquillo, non oserò mai più nemmeno APRIRE la tua pagina blog.
E per finire: Buon Natale!
Scusate, ma di che cosa stiamo parlando? Ma chi è il pirla che si mette a valutare questo blog per la sua corrispondenza a fatti realmente accaduti? Un pirla che non ha capito un cazzo credo.
RispondiEliminaE sono proprio quelli che non hanno capito un cazzo quelli che parlano e offendono infatti.
Tazio, dito medio e avanti tutta.
Alex