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sabato 17 dicembre 2011

Le Domidelizie nella deliziosa Domiziopoli Domiziana


Il paradiso in dieci punti.

Punto uno: la splendida cornice
Punto due: la splendida Domi
Punto tre: i liquidi
Punto quattro: i fumi
Punto cinque: la furia
Punto sei: grazie zia Renata
Punto sette: il cassettino delle sorprese
Punto otto: la precisazione
Punto nove: il segreto domiziano
Punto dieci: se stasera sono qui




Punto uno: la splendida cornice
Abita in un palazzetto che affaccia sulla stupenda piazza che non è lo stesso palazzetto della Milly. Tutto ristrutturato coi soffitti altissimi, magnifico. Lo ha tutto colorato di crema, greige, viola e rosso. Adorabile davvero, molto caldo ed accogliente. Ha una Vanity Fair rossa che si accoppia con la parete rossa. Se posso permettermi una leziosa considerazione, quella casetta è una reinterpretazione del liberty in chiave ultramoderna. Ci vuole assolutamente un vetro di Kosta Boda, magari della linea Tatoo, un vaso, adesso ci penso e mi scapicollo per regalarle anche quello, per Natale.

Punto due: la splendida Domi
Casual spinta, capelli ancora bagnati, figa da segno della croce. Adesso ve la descrivo nel dettaglio, perché merita. Parto da sotto. Ballerine nere senza calze, che già qui potrei fermarmi perché sono ancora in estasi. Ballerine nere che lasciavano vedere la scollatura delle dita, una poesia pura. Leggins nere a dieci centimetri dalla sublime caviglia. Pipistrello di lana grigia con collo a barchetta che scivolava di spalla (è una delle cose più sexy al mondo) lasciando scoperta, apparentemente, una canotta nera e, appunto, molta pelle di spalla e di scapola. Il momento superbo, topico, catartico, storico è stato quando, nel furioso spignattare si è tolta il pipistrello di lana (c’erano quaranta gradi, tra l’altro) e la canotta nera ha rivelato la sua essenza: non trattavasi di canotta nera e leggins, ma di tuta da danza jazz indossata criminalmente senza reggiseno che, diobono, c’ha un fisico da paura e un culo da crisi mistica, santalamadonna.

Punto tre: i liquidi
Ah beh, ci aveva pensato lei ai vini, sì. Abbiamo mangiato la pasta alle verdure e l’arrosto con le patate bevendo un Amarone del 2002 sino all’ultima goccia, che avrà avuto, reali, trenta gradi alcolici. Ed è stato quasi il colpo di grazia, perché all’antipasto avevamo assaggiato un bianco barricato di cui ho scordato il nome, ma lo abbiamo assaggiato molto bene. Poi, non paghi della balla che stavamo costruendo con classe e perizia, ci siamo fatti una fettazza di pandoro tracannando un moscato siciliano che ha fatto la sua parte.
Caffè e poi giù, un distillato fatto sulle colline modenesi che secondo me era alcol puro aromatizzato alla checazzoneso, ma credo fosse aromatizzato all’alcol puro e benzina agricola.

Punto quattro: i fumi
Eravamo già ben oltre il Rubicone quando la sensualissima Domialcolica ha aperto un barattolino lanciando sulla tavola quello che sembrava del dado usato. Uno scartozzetto della dimensione di un quarto di dado. E io dentro di me ho detto cazzo no, perché con l’erba rischi di fumare origano e pazienza, ma nel fumo ci possono mettere anche dell’isotiocianato supercazzolo prematurato con lo scappellamento a destra.
Cartine, tabacco, tutta orgogliosa e ho detto wow, prima di dirle che è una drogata tossica che presto dovrà battere per comperarsi la troca e lei rideva rideva rideva, un po’ perché era sbronza, un po’ perché era arrapata. La adoro.

Punto cinque: la furia
La lubrificazione sociale alcolica e la fumigazione esotica disinibente hanno prodotto un’instabile bomba ormonale che non ha esitato a rivelare un grande appetito, che è sempre sinonimo di ottima salute e me ne rallegro. Il jockstrap è stato assai gradito, a giudicare dai grugniti emessi mentre mi mordicchiava le natiche sottolineando il gradimento per i miei costumi libertini. E’ bastato un invito a chiamarmi puttana per scatenare un arrapamento isterico fatto di voce gutturale, riso e bave ed è bastato inginocchiarmi spingendo in fuori il culo aggiungendo un invito a leccarmi la fighetta per trasformare l’apparentemente innocua Domi in una belva fuori controllo che pare gradire assai l’uomo culattone, ed anche di questo me ne rallegro, essendo io parecchio culattone. Così come mi rallegro e benedico il cielo per quella lingua che ha fatto cose che voi umani non potete immaginare tra le mie natiche e torno a ringraziare il cielo per quelle ditina eleganti che, vinta la timidezza, hanno esplorato a fondo la profondità accogliente delle mie strapazzate terga, godendone senza mistero.
Il sesso con la Domi è a dir poco stupendo, devo ammetterlo. Specie quando perde i freni inibitori, rivelando una natura animale che adoro. Le vengono i brividi, come da sua stessa ammissione, quando scivola nel turpiloquio liberatorio che, comunque, provenendo dalla sua bocca risulta di una delicatezza e tenerezza disarmante. Ma anche arrapante come poche cose, però, va detto.

Punto sei: grazie zia Renata
La camera da letto è un bijoux, specie per l’eredità anni ottanta di quell’armadio ex zia Renata, che deve essere una bella porcona, considerato che le ante del medesimo sono coperte di ampi specchi. La Domi , quando la zia Renata ha rifatto la camera da letto, lo ha incamerato subito, perché gli armadi costano un capitale e quello, per quanto osceno, è un ottimo armadio. E così abbiamo chiavato in stereo con due cloni che facevano lo stesso nell’armadio e la cosa è risultata assai gradita ad entrambi. Non ho mancato la gustosa occasione di sottolinearle, mentre ficcavamo alacremente guardandoci in faccia nello specchio, che quella è una stupenda camera da letto da puttana e lei ha sorriso a bocca aperta, godendosi sia l’epiteto che l’enorme minchia dura.

Punto sette: il cassettino delle sorprese
Quando l’entusiasmo ci ha portati a concordare unanimi che era giunto il momento per del sano sesso anale, la bella Rossa è scivolata su un fianco, ansimante, per andare ad aprire il cassettino del comodino e afferrare un barattolino iniziato di gel lubrificante della Durex Top Gel Very Cherry commestibile che giaceva accanto ad un vibratorino magro, di plastica color crema. Ha! La Domi masturbona! Non me l’aspettavo no, e mentre le ciliegizzo il buchino odoroso per prenderla nel culo, la prendo anche per il culo a causa di quell’inatteso kit che mi affretto a definire da “sporcacciona sozzona”, rendendole la pariglia degli epiteti sin lì incassati. Meravigliosa. Anzi, no: me-ra-vi-glio-sa.

Punto otto: la precisazione
“Che porco che sei, mi stai rovinando, io non sono mai stata così sai? E’ colpa tua”.
Certo, certo. E ci mancherebbe. Sono io, sì, sì. Perché tu, invece, sino ad ora, coi morosi, a letto, dicevi le preghiere. Con nel cassettino il gel alla ciliegia e il vibratore, certo, certo. E si imbizzarrisce! Il vibratore me lo ha regalato il Moroso Tre! Sì, d’accordo, ogni tanto l’ho usato, ma cosa c’entra? E’ che qui lo posso tenere anche in vista, ma a casa l’ho sempre tenuto nascostissimo! Ha! Mi fa impazzire! E allora io incalzo, senza smettere di chiavarla, stesa su un fianco, aggrappata alle lenzuola. E lei reagisce, dicendomi che i morosi Uno e Due erano dei tristoni a letto e che il Tre un po’ si distingueva, ma di maiali come me non ne ha conosciuti mai.
E sono soddisfazioni, sono. Cazzo se lo sono.
Mi permetto di rilevare, però, che il punto non è la qualità suina dei Morosi, ma la sua, che secondo me lei è una maialona inespressa. E la cosa che mi ha fatto sciogliere è che, sospendendo per un secondo il godere, ha girato la testa sulla spalla, guardandomi seria: “Dici?”.
Ha! Doppio Ha!

Punto nove: il segreto domiziano
Dopo averle scopato gli scultorei piedi perfetti, eiaculando le ultime gocce che avevo tra le dita sublimi, ripulendole con la lingua sino all’ultimo spermatozoo, mentre la totalmente disinibita Dea Rossa mormorava “o…..ddddddio” (che vi insegnerò a pronunciare come lo dice lei) vibrandosi senza pudore la arrossata paperina lucida di gel alla ciliegia, sono scivolato accanto a lei baciandola e condividendo saliva e sperma, guadagnandomi così il titolo onorifico di “chepporco”.
Le ho dato assistenza tattile capezzolare mentre continuava la sua corsa all’orgasmo meccanico, approfittandone.
Sì, lo ammetto, contrariamente ai miei propositi, l’ho forzata a rivelarmi il primo segreto domiziano, di cui mi diede accenno pudico la prima volta che portammo a contatto i nostri genitali.
“Non te lo dico se no mi tormenti” – “Dimmelo o ti telefonerò di notte, diventando il peggiore degli stalker”
E l’approssimarsi dell’esplosione orgasmica ha giocato a Taziofavore.
Sono rapito. Sono stordito. Ma lo ha detto veramente.
“Credo di essere anche io una feticista del piede”
Non c’è stato spazio per gli approfondimenti, se non per l’approfondimento numero dodici della mazza nella fessura gonfia e arrossata. Ma si approfondirà, uh se si approfondirà.
Sono in paradiso, non fatemi scendere o vi ammazzo.

Punto dieci: se stasera sono qui
Alle quattro e dodici rimango a scaldare la gelida Marzedes mentre la mini color panna schizza rombando nella notte verso la Domimagione, poiché la parentesi di Domiindipendenza è chiusa.
Scaldo il ferrovecchio e penso che non è una storia qualsiasi.
Fa un freddo da bestie e io sono terrorizzato. Perché sento che ci sono dei momenti in cui irrefrenabilmente  le vorrei dire qualcosa, ma sono agghiacciato dall’idea che mi possa respingere e sono paralizzato dall’idea che mi possa dire che mi vuole.
Calma, ci vuole calma.
La Marzedes brontola, io cerco su youtube, poi spedisco.
Questa.

4 commenti:

  1. questa canzone fa venire i brrrividi.
    spero tanto che tutto vada per il meglio, per entrambi.
    ps. ma la signorina è impaccata di soldi o sbaglio?

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  2. ...ahahahaaaaa...bello il commento qui sopra :D
    secondo me la signorina dimostra anche poca fantasia con la solita storia dei tre morosi..machissenefrega, è incantevole

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  3. Uno, due e tre erano da "sposare", tu sei da "trombare" ... vorrei vedere la faccia di mamma sua quando verrai presentato ufficialmente.

    k

    PS: si lo so sono uno stronzo, ma tutto sommato tu non puoi vivere senza un mio commento scivoloso.
    PPS: sai Taz, mi sto domandando da giorni fino dove condurrai la tua amata, e qui sono serio.

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  4. @Psykhe
    Impaccata di soldi... difficile da rispondere. Lei guadagna mille e quattro al mese, direi di no. Suo padre è un ingegnere, ma non so se si possa parlare di pacchi di soldi. Boh.

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