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domenica 11 dicembre 2011

Serena serata


Cosa c’era nella suprême de canard? Oppure era nella crème brûlée che c’era qualcosa? Perché qualcosa ci deve essere stato di sicuro e vi dirò anche di più: non vedo l’ora di tornarci in quel restaurant, se gli effetti del dopo cena saranno sempre quelli.

“Mi piace quando li chiami COGLIONI … la parola COGLIONI mi fa venire voglia di leccare e succhiare… odio quando gli uomini li chiamano PALLE … è così deprimente, così bambinesco … invece COGLIONI mi fa venire in mente un grosso carrettiere maschio arrapato … ” e la dissertazione semiotica si arricchisce di lingua e labbra che succhiano stimolate dalla musicalità evocativa della parola coglioni.

“Voglio depilarmi tutto Domi … ti piacerebbe?” chiedo mentre una ranocchietta sexy rimbalza sul mio grembo facendo scorrere nella sua pentolina bollente il mio cazzo, dalla base alla punta.
“Tu vuoi che venga solo a guardarti, vero?” mi risponde divertita, sudata, senza interrompere quel rimbalzare stupendo.

“Davvero? Ti piacciono gli uomini completamente depilati?”
“Mi fa un sesso che non puoi capire … e poi tu già me ne fai un botto … sul serio lo faresti?”

E me lo chiedi, ranocchietta salterina? Me lo chiedi? Consideralo già fatto, mi piaci fuori controllo.
E ti tengo per i piedi che sono coperti da una evidente rete di vene ingrossate e ti sei dipinta le unghie di rosso scarlatto lucidissimo ed io potrei venire solo leccandoteli.

Poi ti schieno sul letto e ti sollevo le gambe, piegandole sino a che le ginocchia non ti toccano il petto. E guardo i buchini spalancati, arrossati, bagnati e sei, semplicemente, stupenda. Mi guardi che li guardo e fai scivolare le mani sulle natiche e le tue dita eleganti tendono la pelle per allargare di più, per mostrarmi bene tutto, tutto tutto e mentre grugnisco il mio apprezzamento, fai scivolare la lingua fuori dalla bocca vagina e ti lecchi sensuale il ginocchio di destra, sbirciando di sottecchi la reazione che ho.
E ti scivolo dentro, schiacciandoti, fottendo quella fighetta carnosa e stretta, quasi piccolina, guardandoti negli occhi, abbracciando le gambe in una presa stretta e intima, fatta di pelle su pelle e occhi negli occhi.

Ti chiavo e ti annuso i piedi, leccandoli, succhiandoli, perché questo bonus sublime rende la posizione della chiocciola la mia preferita e mi stordisci dicendomi con un filo di voce malata “… quanto vorresti che non me li fossi lavati, eh? …” guardandomi con gli occhi di una cerbiatta maligna in calore, introducendo il concetto della perfezione che passa per la conoscenza e la consapevolezza, che divengono intesa, collante, collagene, perché tu, ultraterrena Domi, sai perfettamente delle delizie ricercate dal feticista, perché tu ne sei già venuta a contatto, perché tu serbi un segreto che non m’hai ancora rivelato ed io non l’ho dimenticato, ma quest’aura di mistero mi piace ed allora mi limito a dirti che “… potrei impazzire …” e tu mi dici “… lo so …” ed io vorrei farti domande inutili, richieste inutili, cose inutili perché tu sai e puoi decidere di premere questo o quel bottone anche senza che io ti dica quali sono i bottoni che ho, perché lo sai benissimo e resto stordito di nuovo osservando le tue dita che tormentano il piccolo cazzetto rosato mentre il mio cazzone scuro di sangue scorre nella tenerezza odorosa di figa.

Godo e mi sento sereno, tranquillo, avvolto, senza la furia isterica che governa quelle chiavate violente dove sento l’impulso di godere e far godere, ma nel mio inconscio c’è la voglia di distruggere e annientare.
Con te no, Domi, con te voglio solo vederti godere libera da timidezze e pudori e stasera è così, ti liberi, mi provochi, premi bottoni e te li fai premere, lasciandomi giocare, rivelandomi, scoprendomi e non c’è nulla che non ottenga la tua attenzione, la tua collaborazione, il tuo assenso.

Apro il cassetto ed afferro il tubo ammaccato e, rimanendoti dentro, ne schiaccio un ricciolo trasparente sull’indice e ti guardo. Inutile mettere didascalie a quello che sta per succedere, basterebbe un tuo no ad abortire l’intento, ma tu con la bocca vagina socchiusa mi guardi con gli occhi stupendi e fai scivolare le mani sulle natiche allargando, come prima e sei mozzafiato. Scivolo fuori dalla fighetta bambina e spalmo quel ricciolo sul bocciolo carnoso, scuro, mentre tu allarghi, piegata, ginnasta caduta, con le ginocchia al petto.  Entro con un dito, affondo, spalmo allargo, allarghi, contrai e rilassi il lucido muscolo bolloso, lucido e scuro, invitante. Non so se l’hai già fatto, ma è inutile parlarne, se non l’hai mai fatto stai per farlo, se l’hai già fatto stai per rifarlo e lubrifico la testa del gigante e la punto là in mezzo, scivola, riprendo la via, premo, spingi, aspiri aria tra i denti e la cappella lentamente entra dentro e io schizzo dell’altro gel e lo spalmo e mi muovo pianissimo ed apri la bocca in una A senza suono e sento che cedi e guardo che entra ed è bellissimo osservare la pelle che si introflette e lo sfintere teso che diviene rosa ed è strettissimo, magnifico e spingo e sento che mugoli e ti guardo interrogativo e mi dici, di solo labiale, “… ancora …” e io continuo e scivolo dentro al tuo caldo intestino accogliente, con calma, senza fretta,  con abilità e perizia, perché so sentire, so capire, so di cosa si sta parlando e, finalmente, il mio pube si appoggia sulla fighetta bambina e io mi piego a baciarti e mi abbracci e mi stringi e mi gorgogli all’orecchio, meccanica, quasi senza voce “… stu-pendo …”  ed è vero, è stupendo incularti Domi, così come è stupendo pressoché tutto quello che ti vede coinvolta e pur sentendo di doverti dire una cosa non te la  dico e mi godo il momento, perché è un momento sublime e credo che sì, che ci fosse qualcosa nella cena e quindi dobbiamo tornarci prestissimo.

“Ti piace?” – “E’ stranissimo…” e ti tormenti i capelli e ti sfreghi gli occhi dicendomelo con un tono di disperazione estatica.
“Stranissimo bello o brutto?” chiedo con un sorriso, rendendomi conto di rompere i coglioni e che, in questo caso, la parola coglioni non ha l’effetto benefico di inizio serata.
“Mi fa impazzire ...” ed evito di chiedere se di dolore o di piacere, perché basta guardarla per avere la risposta.
Non riesco ad esimermi dal titolare quanto sta per succedere e un po’ mi dispiace, ma tu accogli il titolo posto con entusiasmo e così ti comunico, ebbro di beatitudine che “… ti sborro nel culo … “  e tu, massaggiandoti quella carnina molle e odorosa mi dici a seguire un “… sì! …” di sollievo e mentre comincio a schizzare estatico leggo nel tuo viso la stessa estasi e ancora una volta il cerchio si chiude e la sfera della perfezione ci ingloba isolandoci dal mondo, perché siamo elementi di base, siamo chimica atomica, tu sei il mio Fluoro ed io il tuo Boro e nessuno e niente può cambiare lo stato in cui siamo.

Tranquillità e piacere, intesa e fusione, serenità, serenità, voglio scriverlo ancora una volta, voglio scrivere serenità, perché è bellissimo baciarti scomposta e sapere che domani ci sarai e io voglio tu ci sia e tu vuoi che io ci sia, senza specifiche tecniche depositate e progetti firmati da ingegneri strutturisti, ma semplicemente perché questa cosa la vogliamo tutti e due e non c’è bisogno di una legenda a piè di pagina per capire il significato del tutto.

Poi fumiamo, beviamo, facciamo una pausa e parliamo e ci baciamo e vederti girare nuda per casa è un punto di arrivo nella mia vita, ma anche un punto di partenza e te lo voglio dire qui, Domi, perché non voglio dirtelo ancora, non ancora, ma credo di cominciare a perdere brutalmente la testa per te e voglio dirti anche che, qualsiasi sia l’epilogo, qualsiasi sia la continuazione, qualsiasi sia qualsiasi cosa, sono davvero orgoglioso e felice di perdere la testa per te perché sei davvero speciale.
Sì.

5 commenti:

  1. Pensare già che possa esserci un "epilogo" è vera perversione,
    Amio avviso perversione che trova radici nel terrore che sia per l'eternità, vero?

    Quanti brividi vero Taz?

    k

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  2. Non caglierai il latte della mia beatitudine, amico K. No.
    :D

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  3. Si si come no ... vedrai che prima della Befana ti toccherà farle spazio in uno dei tuoi cassetti e con la primavera lascera li almeno un paio di Birki!

    Scommetiamo!?!

    k

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  4. Si si come no.
    Vedrai che prima della Befana ti toccherà farle spazio in uno dei tuoi cassetti e con la primavera lascerà li almeno un paio di Birki!

    Scommettiamo!?!

    k

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  5. Meravigliosa. La mia parte maschile è pazza di lei.

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