“Costa fammi un Roma lungo e poi
vieni qui che ti devo parlare” urlo dal mio ufficio.
E lui arriva. Coi due caffè. Mi piacerebbe che lo facesse nudo col
cazzo scappellato, una volta.
“Chiudi” gli dico rimestando.
E lui chiude. Poi si siede e si beve il caffè, guardandomi. Lo guardo.
Parlo piano.
“Come la vedi ‘sta cosa Costa?”
gli chiedo con un sorriso complice. Capisce al volo di cosa sto parlando.
“Minghiaoh Tà, da paura, da paura”
mi risponde sottovoce con un sorriso.
Lo osservo.
Appoggia il bicchierino, si svacca sulla scrivania tirandosi in avanti
e sussurra.
“Tà, quest ssò donne! Donne! Mica
come le bimbeminghia di ferragosto che quelle sminghiavano accazz che manco
sapevano che stavan facent. Quest sò tonne!”
Vero. Ottima osservazione. Anche perché qui ci si dimentica che ne
abbiamo fatte assieme a ‘sto guascone. Ferragosto. A momenti me lo dimenticavo.
Sarà perché delle bimbeminghia non ne
è sopravvissuta una.
“Tà, scus se te lo chiedo, ma
Ade, cioè, state assieme, come funziona la cosa?” sottovoce.
“E’ un’amica carissima, ma Costa,
amica carissima carissima eh”
“Ho capit, sì cioè, perché, cazzo”
e ride “inzomm capisci, quando stai là a
ficcà non è che puoi… non so se mi spiego…”
Forse ti spieghi.
“Costa e tu come sei messo con la
Susy?”
“Come sono messo… bah… cioè siamo
amici… cioè non ne abbiamo mai parlato inzomm di cosa siamo”
“Oh Costa guardami. Sei innamorato?”
Ride.
“Minghia Tà” e scuote le mani
giunte e poi le apre in segno di pastorale resa piegando la testa a destra e
sollevando le sopracciglia che incorniciano, a quel punto, due occhi del
terrore.
“Cioè Tà, è simbatiga ci puoi
pure fà la cena, la gita, la cos, ma inzomm… innamorato mi pare ‘na cosa grossa
inzomm… eh”
“Sicuro?”
“Eh sicuro sì sicuro… ma perché Tà?”
“Perché in queste cose se salta
fuori la gelosia o il dolore o il sentimento ferito è come entrare in un
negozio di cristalli con un bulldozer Costa. Succede un puttanaio. Mi capisci? Capisci
che se una sera provi gelosia e dolore perché ti sto chiavando la donna che ami
io e te mandiamo a troie un’amicizia? E’ un rischio che dobbiamo tenere sotto
controllo, mi spiego? Non c’è chiavata che valga l’amicizia tra noi. Mi spiego?”
Si avvicina e sussurra.
“Tà. Minghia” e ride.
“Che volevo venirtele a dire io
sulla Ade le stesse cose porcodd**! Che mi credevo che magari tante volte ti
dava fastidio, cioè non fastidio, ma che magari non c’avevo metodo o m’allargavo
troppo che te ci tenevi a lei forte, minghiaoh Tà e ci volevamo dire la stessa
cazzo e cos” e ride sottovoce.
Meglio. Molto meglio. Ma non basta. Check continui. Lui su di me, io su
di lui.
“Costa?” dico appiattendomi
io sul tavolo.
“Te la chiavi ancora la Giulia?”
sussurro.
“Sì” mi dice serio sottovoce,
quasi col presagio di un brutto risvolto.
“Frequentemente?” incalzo.
Fa un cenno incomprensibile col capo.
“Che cazzo vuol dire?” chiedo
sottovoce.
“Quasi tutti i sabati ammezzoccccciorno”
e abbassa gli occhi.
“E le viene da te, scommetto”
“Sì, dopo la spesa. Che ho fatto
quacche minghiata Tà? Non dovevo?”
“Nonononononono tutto a posto
tranq. Era una mia curiosità”
Pausa.
“Oh Tà, quella bisognerebbe
portarsela una volta fidati” con l’occhio criminale.
“Alt! Pericolo! MAI una parola
alla Giulia. MAI. E poi devi sapere che la Giulia ODIA la Ade e quindi stop! Dimentica!”
Alza le mani e chiude gli occhi.
“Muto” mi dice.
Hai capito la Giulietta eh? Brava, brava, brava. Certo che una parolina
al Tazio, così, magari ci stava.
Sabato mattina va a fare la spesa, si ferma dal Costa, si fa allungare
la minchia e poi a casa a far la mamma.
Fa bene, cazzo.
Mica si può solo soffrire nella vita.
C’ho voglia, cazzommerda.
Ciao Tazio, non vorrei essere offensiva nei confronti del tuo amico, ma da come parla sembra provenire dalla regione mineraria del Katanga.
RispondiEliminaCmq sembra che lo tratteggi in chiave ironico-comica, perciò ho riso, ma senza offesa eh!
chiaro
RispondiEliminaIl Costa è uno spettacolo vivente.
RispondiEliminaE' in gamba, grezzo, buono e intelligente.
E' un amico del Katanga a cui voglio molto bene, anche se adoro prenderlo per il culo.
In tutti e due i sensi.
forse una delle cose più giuste che potessi fare.
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