C’è aria natalizia, sì. E a me l’aria natalizia evoca ricordi e penso
che l’aria natalizia sia fatta anche un po’ per quello. Però, quest’anno, i
ricordi saltano un sacco di anni e vanno là dove ero veramente giovane e, pur
non rendendomene conto, ero felice. Forse anche oggi lo sono senza rendermene
conto e tra vent’anni dirò la stessa cosa di oggi, ma questo è un altro
argomento.
E c’erano le cene e i ritrovi familiari e amicali e luci e decorazioni
e profumo di dolci al forno, ma poi anche di carne fatta in tutti i modi più
pesanti, perché a Natale si mangia pesante, poi cosce, autoreggenti, ma che
stupore, chi l’avrebbe detto che la Nina se le mettesse e fuori è tutto gelato,
ma noi parcheggiamo là, che tanto è Santo Stefano chi vuoi che ci sia in giro e
le strade erano davvero vuote e noi scopavamo come due alci in macchina che
faceva freddo bestia, ma lì in mezzo c’era un caldino fantastico e poi in
E poi c’era quel senso felice di nuova festa imminente, che eri all’Antivigilia
e eri felice e pensavi al domani ed eri felice perché era la Vigilia e poi
c’era Natale e poi Santo Stefano e poi, finalmente, vacanza normale, vacanza
felice e poi San Silvestro e poi il primo dell’anno che bello girare che non
c’è nessuno, ma la cosa più bella era pensare che era festa per tutti e questo
un po’ ti scaldava il cuore.
Poi ci sono stati anni duri, dove il Natale era diventato un Calvario
che andava monitorato real time sperando che passasse velocissimo e poi ieri
sera quel profumo leggero di fiori che aveva lungo il collo e le mani calde e
come due ventenni ad esplorarci i luoghi proibiti, ma con la spregiudicatezza dell’età
adulta che non ti rende timido a dirle che hai una voglia di lei che ti
arrampichi sui lampadari e lei ti strozza la mazza dura dicendoti che anche lei
ha una voglia di te che si arrampica sui cornicioni, ma che purtroppo è più
forte di lei, che quando ha il marchese non ci riesce e allora le accarezzo una
natica nuda che fa capolino dai jeans sbottonati e abbassati e le dico che,
volendo, esistono strade alternative
e mi viene da ridere da solo e ride anche lei e mi guarda divertita, ma con
l’occhio ammonitore mi dice che certe
strade vanno prese con calma e con tutto il tempo necessario, perché il mezzo con cui le si percorrono è
decisamente fuori sagoma ed io
obietto, dicendo che chiamarlo mezzo
mi sembra una contraddizione nei termini e lei lo guarda e dice che in effetti
torto non ho, che lo si può come minimo chiamare doppio anziché mezzo,
financo triplo se paragonato a certe
mestizie, poi, meditabonda si interroga con un sussurrato “non mi entrerà mai di dietro…” ed io la rassicuro, le dico di non
disperare, che sono manovratore esperto, paziente e accessoriato e lei ride per
il termine e un po’ spaventata mi chiede degli accessori a cui riferisco e si
rilassa quando apprende che il riferimento era a lubrificanti di varia natura.
E io tutto questo niente lo adoro, davvero, adoro i sommessi
dialoghetti sozzi, ma adoro anche il senso imminente di un qualcosa che mi
farà, ancora, star bene e mi dice che è soddisfatta del livello di guarigione
che è riuscita ad infondermi attraverso le sue cure e io ne convengo, grato e
adorante, ma lei sdrammatizza e dice che l’ha fatto per puro egoismo e la sua mano non smette mai di
scorrere su e giù lenta sull’asta di carne nodosa e siamo abbracciati e mezzi
spogliati e parliamo e la tocco, la esploro e lei mi accarezza la minchia con
quelle mani bollenti e tentiamo persino di programmare la giornata di oggi ma
le dita sono lisce e io le dico che se continua le sborro in mano e lei mi
sorride con un guizzo negli occhi e allora le sussurro che ne ho davvero tanta
da spruzzare e lei si morde il labbro inferiore con un sorrisino e le propongo
un bagnetto diffuso, domani, mentre percorriamo nuove strade alternative e lei
stupita mi dice “non vuoi venire adesso?”
e le dico di no, che la voglio inondare domani e lei accetta eccitata e l’Avvento
comincia così, con un po’ di piacevolissimo sacrificio in attesa della Grande
Venuta, copiosa, odorosa, dolcissima Grande Venuta e mi sussurra che non vede l’ora
che arrivi domani, che è oggi, che io sono a cazzo dritto da quando ho
cominciato a scrivere questo post e vi rimarrò fino a sera e ne sono felice, perché
mi piacciono sia la Domi che il Natale e non ho voglia di chiedermi il perché e
credo di essere davvero felice, sì.
Buon Albero di Natale a tutti.
Nessun commento:
Posta un commento