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sabato 10 dicembre 2011

Black Jessica e la crisi della Casa


Jessica Rabbit, ma in nero. Stupenda. Milly ha la capacità di trasformarsi in un concentrato di simbolismo erotico straordinario. Ma andiamo con ordine.

Ieri sera la Domi aveva, giustamente, un invito da parte di amici.
Sono rimasto a riflettere su alcune cose, perché non voglio che la stortura delle medesime divenga un problema. Lei ha degli amici, io ho degli amici. Ferma restando la immiscibilità delle due compagini amicali, risulta necessario che si aprano spazi nei quali ciascuno di noi coltivi la vita che c’era prima che ci fosse un noi. Poi ho pensato, per un solo dolcissimo fuggevole istante, alla Domi a letto con qualcun altro e sempre per tutta la durata di quel fuggevole istante ho provato un’eccitazione fortissima, magnifica.
La mia psichiatra diceva che quel desiderio, la sindrome del cornuto, è un meccanismo di autodifesa nei confronti di un dolore che non ho saputo gestire. Introdurre l’eventualità di essere traditi, o addirittura richiederlo, diviene il modo di razionalizzare, controllare, gestire un evento che di norma si svolge mentre il danneggiato ne è ignaro. Insomma, citando Sergio Caputo, inseguo le corna terapeutiche.

Ragionando sulla serata a meno della Domi, ho subito deciso che avrei lasciato che tutto il mondo mi credesse malato e così, ben coperto come si è raccomandata Mammadomi, sono andato a bere un whiskyino nella Casa. Forse anche un po’ sull’onda dei ricordi del post scritto a pomeriggio.

La Casa era discretamente affollata, ieri sera. Ed avrei giurato il contrario.
Affollata di capannelli di gente che si sussurrava cose all’orecchio, parlando con aria cospiratrice. Niente giochi, niente teatrini. La reggente non c’era e io l’ho aspettata. Poi nel salottino rosso una Sorella ha cominciato a masturbarsi e gli equilibri si sono spostati, i banchi di acciughe separati e, nel disinteresse totale di tutti, ma non mio, è comparsa Miss Milly.
Jessica Rabbit in nero.

“Tazio che piacere, disperavo di non vederti più”
“Ciao Milly, sei bellissima, sono stato influenzato”
Poi, con aria seria, mi sussurra “Devo pisciare, vieni ad aiutarmi con questo vestito che ti devo parlare”
Ma volentieri, dico seguendola.

Il vestito ha su un fianco una cernierina affogata nella ribattitura di una cucitura, al fine di farla scomparire. Abbassato il piccolo congegno, l’abito si apre come le porte di una vecchia seicento, ma questo non basta ancora. Milly deve uscirne da sotto, per cui collaboro facendolo scivolare verso il basso con piccoli, accurati, tiretti. E superata la stretta delle anche, l’abito vuoto scende a terra, liberando una Milly totalmente nuda che fa due passi fuori e si accomoda sulla tazza inarcando la schiena protraendosi in avanti, guardandomi con un sorriso dolcissimo mentre sulla ceramica bianca del generoso water si apre un flusso che in breve cambia traiettoria, colpendo l’acqua e rievocando le fontane di montagna.
Davvero non ce l’avrebbe mai fatta da sola a toglierlo, per fortuna.
Mentre ascolto sciamare lenta la pisciata, afferro il rotolo di carta e preparo il pezzo asciugante, chiedendole “Posso avere l’onore Milly?”.
Nessuna risposta, solo un cambio di seduta. Da inarcata e protesa in avanti, a seduta a gambe aperte, le mani sulle ginocchia, la schiena contro lo zaino del water. Ed io mi inginocchio alla sua destra, facendo scorrere la carta tra i neri peli del suo vello, apprezzando il calore dei suoi genitali, godendo della sua nudità e del suo odore.

“Cosa dovevi dirmi?” le chiedo baciandole lieve il generoso seno destro.
Alza gli occhi, come per eliminare una ciglia perduta e mi dice stancamente che “Un ragazzotto, che pare essere il fidanzato di una Sorella, si sta improvvisando investigatore e ficca il naso negli affari della Casa, creando non poco trambusto nella mia, già sufficientemente complessa, vita”.
Le accarezzo il ventre ascoltandola, trovando raffinatamente erotica quella situazione. Lei nuda e scomposta, seduta sulla tazza, che si lascia intimamente accarezzare mentre mi racconta dello scricchiolio di quella fortezza del silenzio e del mistero ad opera di un ottuso paladino-salvatore di una puttanella che è lì non per coercizione, ma per danaro e non necessita affatto di essere salvata dalla Casa, ma da lui.

Come intendi agire?” le chiedo lasciando scivolare la mano sulla vagina pelosa, accarezzandola con tutta la delicatezza di cui potevo essere capace.
Piegando appena la testa all’indietro, per un breve istante in cui ha chiuso gli occhi a segno di gradimento di quell’intima carezza, Milly ha soffiato sensuale un “Sto cercando di capire chi è e che legami può avere, perché fermarlo non è complesso davvero, ma fermarlo generando un’azione evidente sarebbe un errore” e concordo. I mezzi, le conoscenze e gli aiuti non mancano di certo. Ma la regia dell’azione deve essere sua, perché solo lei ha la visuale completa su quanto accade là dentro e solo lei sa che intensità deve avere un rimedio definitivo.
Faccio scivolare il dito medio all’interno della vagina carnosa e le chiedo “Come posso aiutarti Milly?” e lei, con serietà mi risponde “Ti chiedo di non portare nessuno per un po’, Tazio, ti prego di capirmi”. Scorrendo avanti e indietro il dito le chiedo se preferisca che anche io mi tenga lontano per un po’, ma lei mi risponde che non è necessario, protraendosi in avanti per darmi un lieve bacio sulle labbra, mentre dal fondo della tazza si leva il profumo salato della sua urina.

Inquieta è incazzata con te” mi sussurra sorridendomi sulle labbra mentre mi cinge il collo con le braccia, accarezzandomi la nuca, rimanendo a gambe aperte a farsi masturbare con lievità.
Perché mai?” le sussurro a mia volta.
“Perché ti sei scopato la sua schiavetta” mi dice con uno squillo di risata sommessa.
Accidenti. E come diavolo avrà mai fatto a saperlo, le chiedo accarezzandole la schiena, scivolando lungo il solco delle natiche, raggiungendo l’ano carnoso appena estroflesso.
Milly aspira rumorosamente dell’aria tra i denti poi mormora lentissima “Perché è stata la piccola troia a dirglielo, per farla incazzare” aggiungendo poi, con evidente distacco dal tema “Che dita che hai Tazio… mi fai impazzire…” ed io mi sento esortato a proseguire la penetrazione col medio destro e le carezze impercettibili all’ano con l’indice sinistro.

“Cosa suggerisci di fare con Inquieta?” continuo sull’argomento principale, senza smettere le carezze che paiono mandarla in solluchero. “Lascia che le passi la rabbia e poi donale qualche momento ‘speciale’, le basterà” mormora incerta guardandomi la bocca, per poi chiudere gli occhi aspirando aria tra i denti e dicendomi “… i brividi …”.
Lasciati andare” le sussurro baciandola ed ha gli occhi stupendi e le labbra schiuse quel tanto da mostrare i denti serrati per il piacere di quell’osceno momento di intesissima intimità.
Sento le sue unghie scorrere sulla pelle della nuca, mentre avverto una pulsazione del suo ano che si estroflette maggiormente ed un peto bollente e silenzioso mi accarezza la pelle, seguito da un sospiro e da altra aria rumorosamente succhiata tra i denti. Quant’è eccitante giocare con lei. Davvero tanto.

Ma Milly non vuole l’orgasmo. L’orgasmo è definitivo, è conclusivo, è esaustivo. E lei non vuole né concludere, né finire, né esaurire la serata, perché la qualità della sua magistrale regia è direttamente proporzionale al suo livello di eccitazione ed in questo momento, il suo livello di eccitazione è decisamente foriero di imminenti grandi qualità di regia.
Per questo, d’improvviso e con un bacio si è alzata dal water, recandone i segni rossi sulle cosce, per raggiungere il lavandino e correggere il trucco.
Che corpo che ha Milly. Muscoloso, con tratti maschili che adoro.

Mentre il maskara veniva ripristinato come da protocollo, l’ho raggiunta da dietro, baciandole le spalle e accarezzandole i seni.
“Dobbiamo ricavarci del tempo Milly” sussurro trasognato.
“Davvero?” chiede divertita.
“No” rispondo, sortendo una squillante risata.

L’aiuto a indossare di nuovo l’abito. Ed in un secondo tutto torna alla normalità.
“Ti mando qualcuna?” chiede esoticamente, con palese riferimento alla mia erezione.
“No Milly. Va bene così, grazie”

La Casa è in crisi.
Ma Milly proprio no.

1 commento:

  1. mi sono eccitata all'idea di essere io al suo posto
    bellissimo
    silvia

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