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lunedì 5 dicembre 2011

La fottuta influenza


Me la sono beccata, cazzo. E proprio tutta, pare.
Da ieri a pomeriggio quando, così come succede nelle isole tropicali, un secondo prima c’era il sole e un secondo dopo piove che dio la manda.
Eravamo stati a pranzo, a mangiare bollito misto. E ho cominciato a tremare.
 E siamo andati da me e mi sono misurato il mio bel trentotto e tre.

Ho l’influenza e sono in ostaggio della Domi.
Mi ha pianificato tutta la strategia di attacco: Tachipirina 1000 3/die, sciroppo FluiFort  3/die, buste di Fluimucil 3/die, Cetarizina per il raffreddore (che un po’ avevo ma che ieri pomeriggio è aumentato) 1/die.
Poi, però, vuole la misurazione di stasera, perché se non la soddisfa, bisogna intervenire subito con un antibiotico di largo spettro che lei recupererà a casa e me lo tradurrà qui, pronto.

Le faccio presente che, di norma, io mi sparo un paio di aspirine e aspetto.
Ma mi guarda inorridita e mi dice “Sei pazzo? Vuoi che ti venga una polmonite?” e la risposta è: no, non voglio che mi venga una polmonite. Però vorrei che la dottoressa che mi segue fosse laureata in medicina e non in scipol. Zitto, mi dice, che mia mamma l’ha appena avuta e il medico le ha detto di fare esattamente quello che ti sto dicendo di fare.
Diagnosi in sharing con la mamma della Domi. Chiami uno e ne guarisci due.

Sono stato avvolto in una coperta-sudario e messo davanti alla TV, zero sesso, che se sudo e poi prendo un colpo d’aria è la fine. Non mi è rimasto che dormire, specie dopo aver preso l’antistaminico impostomi da Mistress Domi. Alle cinque tè e termometro, però prima il termometro e poi il tè, yes chef, trentasette e sei, giù sta andando giù, ma non ne siamo convinti, dobbiamo vedere domani (oggi).

Poi alle diciannove minestrina, purè e formaggini. Le chiedo garbatamente se non le sembri di esagerare un tantino, ma ottengo come risposta “mangia quello che ti senti, ma mangia”. Ed eseguo.
Vengo messo a letto alle dieci, rimboccato, rinfrescato, medicinato, munito di telefono.
E alle dieci e dieci, per lasciarmi dormire bene, la Domi abbandona il teatro operazioni. Ma scenderà in campo stasera alle diciannove. E’ stata la sua promessa finale.

Alle dieci e ventitre, quando ritenevo scampato il pericolo, mi sono alzato e mi sono, finalmente, fumato una sigaretta bevendo un bicchiere di vodka. Che di solito dà dei risultati.
No, è veramente una cara ragazza la Domi, veramente.

Ma io spero di guarire prestissimo.

3 commenti:

  1. domi è davvero una cara ragazza ma credo che, piuttosto che guarirti, stia cercando di ammazzarti... cazzo ti ha dato tante di quelle medicine che stenderebbero un cavallo! la tachipirina da 500 al massimo, mica avevi superato i 40°, e poi tutta quell'altra roba. oh, chiariamoci, io sono assolutamente pro farmaco ma con moderazione! io prendo l'efferalgan quand'è così e se proprio non passa allora vado dal medico.

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  2. La ragazza deve essere lontana parente di Mengele, secondo me. In ogni caso ha fatto il punto, oggi (all'ora in cui scrivo) mi sento decisamente meglio.

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  3. Ellapeppa addirittura parente di Mengele che disgraziato esagerato che sei :D

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