Si entra come fosse una sauna. Asciugamano che copre. Quelli femminili c’hanno
anche il velcro che li bloccano a tunica sopra le poppe. Proprio nessuno no,
eh. Sarà che, ganzamente, oggi al restaurant servivano il buffet vegetariano e/o
il buffet Thai, con palese effetto rinfrescante post Natale.
Trovo una delle prime vasche di pietra libere e dò alla Domi il buon
esempio. Via la spugna blu, nudo, entrata, seduta, attesa. E la Domi svelcra,
depone, entra e siede. Pressione bottone, partiti.
Non siamo tutti nudi, no. C’è una coppia sulla quarantina costumata. Lei
in intero bianco, lui in braghettina swimmer nera.
Sbracamento totale nella bolla benefica e nell’acqua calda.
Vedo la Domi un po’ tesa, ma poi se ne chiava di ciò che la circonda e
si gode le bolle.
“Ci vorrebbe un cannino” osservo.
“Così prendiamo la residenza qui che non ci muoviamo più” osserva ad
occhi chiusi.
Bella la Domipubblica nuda.
Glielo dico che mi piace nuda in pubblico, esposta.
E lei mi guarda con un sorriso che voleva dire “Ci avrei scommesso”.
Poi scivoliamo dal lato aperto della vasca verso la piscina e nuotiamo.
Bellissimo.
Nell’acqua calda si fa una gran fatica, ma ne vale la pena. Perché in
fondo, la piscina ha un’apertura temporaneamente chiusa da delle liste di gomma
larghe trenta centimetri, come quelle dei magazzini. Se nessuno spinge, resta
chiuso e il freddo non entra, ma se spingi e passi di là, continui a nuotare
all’aperto, nell’acqua calda, che è una figata. Sono idee importate dalle
relativamente vicine terme.
Poi rientriamo e ci appendiamo al bordo a chiacchierare, sciallati che
era una meraviglia.
In prossimità delle sdraio davanti a noi delle persone chiacchierano.
La Domi osserva e mi dice: “Quella
coi capelli corti”.
La guardo, quella coi capelli corti, che è anche una bella figona sui trentacinque,
ma non capisco.
“Cos’ha ?” chiedo.
“Guardale i piedi” mi
risponde concentrata e telegrafica, braccia conserte sul bordo e mento affogato
nelle braccia.
E li guardo. E cazzo sì, piedi del numero uno. Ma buoni buoni eh.
Poi, distrattamente, mi fa la classifica dei piedi meritevoli, di cui
quella coi capelli corti è in pole.
Minchia mi dico.
E la vedo presa dalla cosa e allora sussurro “Te la faresti quella coi capelli corti?” e lei mormora con aria
cospiratoria di chi non vuol far capire qual è l’argomento: “Mi farei i suoi piedi di sicuro, mentre lei
si farebbe te di sicuro da come ti ha guardato prima quando sei uscito dall’acqua”.
Minchia, torno a dirmi.
Sulla strada del ritorno, un bel po’ dopo, ripenso all’episodio
divertente e mi sorge spontanea una considerazione.
“Ma senti Domizeus, ma quest’estate
al supermercato, in giro, ovunque, io e te, cioè, sarà tutto un guardare,
scovare, osservare e segnalare piedi….”
Ride.
“Ho paura di sì, sai? A meno che
non decidiamo che non ci confidiamo i pruriti…”
“No, no, confidiamoceli,
confidiamoceli, scherzi?”
E ride.
Sto già sudando.
Nessun commento:
Posta un commento