Polaroid

Facciamo la spesa e tu sotto sei nuda e mi piace e ti guardano perché va bene che è caldo, ma le gambe nude è un po’ presto e mi mormori sozza che senti l’aria sulla fica e ti piace e hai due chiodi che spuntano da quella polo lunga senza maniche e ti piegherei in due sul banco dei surgelati e ti chiaverei e a te piace che mi dondoli il cazzo scappellato nelle braghe della tuta che lo guardano tutte e facciamo i maiali che tanto qui non ci conosce nessuno e guarda Taz, guarda quella che bei piedi che c’ha, t’ho contagiata, ammorbata, infettata e lo ammetti ridendo che adesso c’hai la fissa dei piedi di donna e ridi e mi sussurri drogata e ubriaca che, a quella, prima glieli leccheresti e poi, ben bagnati di saliva, ci sfregheresti di sopra la fica e le sborreresti tra le dita dei piedi e quando parli troia e schifosa sento che il cazzo reagisce e tu me lo palpi e la signora ci vede e depreca e tu la scimmiotti strizzandoti le tette e paghiamo ed andiamo, arrapati e strafatti ed è solo mattina.

Poi ti chiama la Raffa, ma non c’hai cazzi di lasciare l’Eden Taziale per andare a salutarla, anche son tre vite che non vi vedete e allora suggerisco di invitarla qui che mentre chiacchierate prendete il sole e mi chiedi se sono sicuro e ti dico se ti sembra che io non lo sia quando c’è da vedere della figa e tu ridi e la chiami, mi dici porco, ma mentre aspetti che risponda mi confermi che è fighetta ed è vero, la Raffa è fighetta davvero, sembra tua sorella, coi fusilli castano chiari, minuta quanto te e comincio a sfornare mojito e tu a rollare cannette che la vogliamo mettere a proprio agio, quella bella fighina della Raffa, ci mancherebbe altro, che bevi che ti ribevi e fuma che ti rifuma, la situazione sul prato debosciato si compone dal Tazio ultranudo e sensuale, dalla Chiara ultranuda e sensuale e dalla Raffa perizomata rossa, che la prima volta si sa, la mutanda la si tiene, ma che belle tettine e che bel culino e che bei piedini con l’anellino.

Siamo ad un ottimo livello leggerezza cerebrale, tutti e tre, ed io propongo un altro mojito, il trentesimo o il trentacinquesimo, non so che ho perso il conto, e vado in cucina e tutte e due in un secondo mi seguite e non ci vuole un genio americano per capire che tutti e tre abbiamo pensato a quello e ci facciamo i mojito alegrissimi e poi vi abbraccio, pollastrelle, che bello, pelle su pelle e la Squinzy sozzetta sorride all’amichetta e le accarezza una tettina guardandola lurida e mi sento la saliva piantarsi in gola e la Raffa la guarda sospesa, mentre io le accarezzo la schiena e poi mi guarda e poi scoppia a ridere e urla “UUUUH CHE CALDO RAGAAAAZZZZZIIIII BASTA BASTA VADO A PRENDERE ARIAAAA” e scappa fuori ridendo e la cosa va in vacca, ma ci sta, che tanto la situazione è comunque propedeutica alla chiavata che non vediamo l’ora di farci dopo che la Raffa è partita, che ci ha lasciati lì entrambi in calore, e ci divoriamo sul prato a fantasticare su cosa avremmo fatto alla bella Riccetta Numero Due e la Chiara infoiata mi dice senza perifrasi che c’aveva voglia di mangiarle la fica e guardarla mentre prendeva il cazzo grosso, perchè anche questa è amicizia, nella declinazione alcolica e alcaloidica.

Poi, mentre siam lì che ci sfreghiamo nel morbino,  arriva il messaggino che le dice “Brutta troia ma che figone c’hai tra le mani?” e questo mi sollazza e mi fa scappellare l’ego che mi tira a duemila e mentre lecco lo spacco del culo alla Chiaretta questa risponde all’amica messaggiando un “Mi sa che ha dei progetti sul mio culo il bel figone, potevi restare” e rido come un matto, vuoi perché stonato, vuoi perché è vero che sto per metterglielo proprio lì, vuoi che questa creatura impastata di ormoni sessuali bollenti mi dà una voglia di vivere libero che non so nemmeno spiegarla.

E sono spaccato da venerdì pomeriggio e non sono mai stato così felice da un pezzo.