La star si strucca alla specchiera, con addosso la vestaglia maschile
di seta nera.
Una fascia le tiene tesi i capelli sul cranio, mentre il suo viso si
contrae di mille smorfie coadiuvanti il passaggio del diluente sintetico utile
a sciogliere la maschera che si era verniciata poche ore prima.
Nella stanza il puzzo orrendo di Gauloise.
Struccandosi mi confida il timore, con voce stanca e pronuncia incerta
a causa delle smorfie di cui sopra, che la
vitalità del suo Stimatissimo Circolo stia avviandosi al declino.
E mi chiede un parere.
“Credo che lo spirito sia molto
indebolito, Milly. C’è incertezza e promiscuità, manca un senso complessivo,
forse una guida, forse delle novità, forse un ordine delle cose.”
Mi guarda dallo specchio e mi dice che i soci sono progressivamente disinteressati
allo stile di vita, che ci sono
sempre più vanillas e sempre più
libertini amanti dei costumi debosciati.
Lo stile di vita. Il BDSM.
Impietoso dico che quell’errore, quello dello schiavo ribellato, le ha
macchiato indelebilmente il curriculum.
Mi guarda dallo specchio, rallentando la smacchiatura del viso.
Aggiungo, altrettanto impietosamente, che l’aver concesso a Cora di
rimanere nella Casa, seppur dopo una punizione esemplare, è stato comunque un
altro errore.
E a fronte di questi due errori, la sua credibilità di Mistress risulta
dubbia. Ed una Mistress non credibile, che commette errori da principiante e
che garantisce il “perdono” e la “riabilitazione” a chi è stata causa
della sua più grande figura dimmerda, difficilmente riesce ad allettare l’avvicinamento
allo stile di vita.
Si gira, accavalla le gambe, accende una sigaretta.
“Cosa consiglieresti quindi?”
mi chiede insaccando seria il mio verdetto tranchant.
“Ritirati. Limitati al ruolo di
Gran Maestra della Casa, di Motore
Immobile della nuova era del Circolo. Caccia Cora, domani stesso. E comincia a
cercare una Mistress, o un Master, o entrambi, che ti sostituiscano. Ne uscirai
con dignità, scrollandoti di dosso la patetica immagine della domatrice che,
senza fiere, siede sconsolata sullo sgabello nella gabbia. Imprimi un moto
nuovo. Concentrati sui due fronti: i libertini e i malati di frusta. Trova
soluzioni per entrambi, ma esci dal guado. Non sei più una ragazzina, devi
decidere ora, finché sei bellissima e hai in pugno le redini, anche se lasche.”
“Non posso cacciare Cora. E’ la preferita del Vecchio Giudice. E’ la sua
protetta.” versandosi un
altro bourbon.
“Allora trasforma la Casa in un bordello, non resistere ulteriormente.
Dichiaralo, però. Perché è sotto agli occhi di tutti che questo Circolo è una
via di mezzo improbabile tra un bordello ed un club scambista. Collare rosso e
collare nero sono prostitute, lo si sa bene. E chi non usufruisce delle
prostitute che metti a disposizione, si arrangia per i fatti suoi, senza una
linea, senza un concetto, senza una guida o delle regole. Come avviene nei club
scambisti di terz’ordine”
Mi guarda con la furia negli
occhi, ma sa che ho ragione.
“In questo momento stai
scontentando tutti. Quanto resisteranno mugugnando, pagando quel che pagano all’anno
per essere iscritti? E poi, sei proprio sicura che ti servano delle prostitute
qui dentro? TUTTE quelle prostitute? Mi risulta che ci sia un mondo pieno di
pazzi pronti a farsi macellare gratis e di ninfette vogliose pronte ad essere
usate gratis. Devi scegliere: o è un bordello, ma in quel caso la qualità va
elevata di molto, o è il circolo serio di un tempo ed allora sai cosa ci vuole.
Ti ricordi i bei tempi in cui il Professore leggeva le poesie di Catullo mentre
sul tappeto quei due bei cerbiatti nudi si lavorano le natiche l’un l’altro
davanti all’arco di spettatori seduti ad ascoltare e a guardare? Ti ricordi?”
“Certo che me lo ricordo”
mesta e meditabonda.
Segue un lungo silenzio. La caduta dall’Olimpo è dolorosa, me ne rendo
conto.
“Milly io vado. E’ tardi.”
“Sì. Ti accompagno e chiudo.”
“Tazio”
“Dimmi”
“Mi aiuterai?”
“Per quel che posso, sì”
“Ho bisogno del tuo parere, lo
sai che non mi fido di nessuno”
“Lo so”
Avrà avuto una notte di tormento.
Ma potrebbe nascere qualcosa di buono, dal tormento di Milly l’Acuta.
Che Aristotele la aiuti.
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