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mercoledì 16 novembre 2011

Acciaio Cor-Ten


Esticazzi. Mi sa che stavo meglio quando bighellonavo tutto il giorno vestito di spugna corallo sotto la quale penzolava Mastro Tarello Barzotto eh. Non ho avuto tregua tutto il giorno. Stamattina lo Scozzese con il Loca per capire cosa vuole. A pranzo con N che c’aveva da dirmi sedicimilasettecentoventidue cose. A pomeriggio briefing fiume con Matt e la Greta.
Ebbasta. Io sono un pigro, io sono un latin lover, un maestro d’amore, ho bisogno dei
miei spazi, dei miei tempi, delle mie masturbate che punteggiano qua e là la giornata, oltre che le piastrelle del bagno.
E poi c’ho un blog da tirare avanti, insomma io non posso essere impiegato a tempo pieno col lavoro.
Echeccazzo.

Comunque pare che ci sia una tregua adesso, finalmente.
E così posso pensare in soave serenità alla serata con la mia cagnolina in calore Frankie zuppa di ormoni e con la figa gonfia di voglia insoddisfatta. Spero che stasera sia un po’ più cannibale e carnivora di lunedì sera. Tre giorni di astinenza (sempre che non l’abbia infranta) non sono pochi per una ragazza di ventisei anni. Sono tanti per quella ragazza di ventisei anni che, mestruata o non mestruata, febbricitante o non febbricitante, celebra la cerimonia del nuovo giorno tutti i giorni con una bella sditalinata propiziatoria.
Penso sempre a quel “Mi arrampicherò su per i muri lo sai?” che è stato davvero confortevole come un Mozartkugel o un pallone maxi Lindor.
Che gran ragazza la mia cagnolina in calore Frankie.

Tanto per cominciare, stasera ci fiondiamo alla Solita che se no la Marghe Marghera Culo d’Oro mi va in pensiero se non mi vede, che mi telefona anche. “Non sei venuto ieri sera, va tutto bene?”.
Mi sfondo di cibo unto e pesantissimo e poi vediamo il da farsi.
Potrebbe essere istruttiva una gita alla Casa, considerando il periodo di astinenza. Però sarei una merda a portare una bambina dal pasticcere dicendole: “Guarda che meraviglia, ma non ti compero niente”.
Che io ci voglio bene alla Frankie.

Potrei, allora, propendere per un dopo cena casalingo in cui le scopo i piedi e basta. Questo rientra all’interno di una sfera privata e può starci eccome. Gliela voglio vedere gonfia, la sorca. Gonfia e con quel cazzetto scappellato sul quale striscia il ferretto dei desideri.
Più scrivo e più mi si drizza l’uccello, c’ho una voglia brutta.

Non sono nemmeno riuscito ad andare a vedere il capolavoro della nettezza operata dalla squadra commando Charlie Tango 21 dell’impresa di pulizie. Però potrebbe essere un’altra alternativa: andiamo là, poi la lego nella legnaia e la monto, fermandomi quando sento che sta per venire.
Uh, bella questa. Bella bella.
Nuda al freddo nella legnaia, col tatuaggio increspato di pelle d’oca e i capezzoli di acciaio Cor-ten.
Il cazzo è uscito dal bordo dei boxer, lo sento sulla gamba e lo sento contro la tela dei jeans. Se mi dimeno un po’ sborro. Ma mi tengo per la mia cagnolina. Voglio mostrarle quanto godo venendo.

Beh, insomma, diciamo che c’è da scegliere per rilassarmi dopo un’intera giornata di lavoro.
Ma se ci penso ancora non mi capacito, sono sbigottito.
No, dico, ho lavorato tutto il giorno.
Ma si può?
Da domani si cambia registro.

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