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lunedì 14 novembre 2011

Pericolosa puttana


Esco in strada e non c’è traccia di S.
Accendo una sigaretta, guardo a destra, guardo a sinistra. Niente.
Sicché mi dirigo verso l’automobile, per ritornare a casa. Mentre cammino lungo il marciapiede passo all’altezza del portone del civico successivo e lì, appiattita sulla porta, c’era S.
Che mi dice, come un film di spionaggio “Non ti fermare e non ti voltare, gira a sinistra e aspettami”.
E così faccio. Proseguo diritto e poi, dopo circa duecento metri, svolto per la prima via sulla sinistra.
E la aspetto.
E dopo qualche minuto arriva, ma siamo ancora in azione commando.
“Dove hai la macchina?” e le indico dove.
“Valla a prendere e poi vieni a prendermi, dobbiamo andare via di qua”

Comandi, signor  Tenente.
Eseguo, la recupero e partiamo destinazione boh.
Si chiama Sofia.
E’ un bellissimo nome Sofia.
Ma siccome sono ancora elettrizzato dall’azione commando, le chiedo come avremmo fatto a incontrarci se avessi preso la direzione opposta e non fossi passato davanti al portone in cui lei era nascosta.
“Era destino che non ci dovessimo incontrare”

E non so il perché, ma questo fatalismo immediato mi ricorda la Ade filosofa dei migliori tempi andati.

A mezzanotte mi ritrovo in un bar di terz’ordine a parlare con una figa stratosferica di ventuno anni, vestita da ventunenne, con i Bearpaw ai piedi, i jeans strizza tutto, il piumino lucido e il maglione di lana bianco che esce dal piumino.
E la intervisto. Le chiedo cosa cazzo ci fa una figa come lei nelle grinfie di una donna disturbata.
E lei ride. E mi dice che non è così grave.
E lentamente mi spiega.
Mi spiega che lei ci fa i soldi a quel modo. E che è un modo anche piacevole, perché ogni tanto capitano dei bei maschi. E dicendolo si allunga sul tavolo e mi stringe la mano.
E poi sorridendo aggiunge “Perché non sei arrivato prima, stasera? Magari Madame fumava di meno e le veniva voglia di vedere come stiamo assieme

Così bella e così puttana. Un’autentica giovane puttana. Che si fa allungare una paghetta per fare la troia a soggetto in un mondo adulto, imparando nel frattempo quelle perversioni raffinate che il mondo dei bamboccioni di ventuno anni manco si immagina.
Una puttana imprenditrice che unisce magistralmente l’utile, il dilettevole e la formazione professionale.
Una puttana che una sera ha incontrato un amico di famiglia, da Milly.
E anziché sprofondare nel baratro assieme a lui, si è tanto divertita per la situazione, rassicurandolo.
Lui in giacca e cravatta e lei nuda. Stupefacente più dell’hashish di Inquieta.

Poi ritorna il momento dell’azione militare. Lista precisa di accordi che si sintetizza con il concetto semplice che  l’incontro non è mai esistito. E capisco quanto si stia divertendo.
All’una la riporto alla macchina, una Smart Cabrio bianca regalata da papà avvocato alla maturità.
Maturità. Che termine inappropriato.
Scendo, la accompagno alla porta dell’auto.
Le dico che mi piace, che mi piace molto.
Si appoggia alla macchina e mi tira a sé per il bavero del cappotto. Ci baciamo in bocca, ci annodiamo per la lingua, a lungo. Infilo le mani sotto il maglione bianco e trovo le mammelle di marmo nude. Stupende al tatto, calde, chiodate da due capezzoli di ferro.

“Chiamami domani” mi dice con un sorriso erotico, salendo in macchina.
Stanne certa.

2 commenti:

  1. Tazio, sarà l'età, ma mi sono perso.
    Perché pericolosa?

    k

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  2. Perchè non ha il senso del pericolo.
    E può andare ovunque.

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