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sabato 19 novembre 2011

Nessun problema


E mi chiami per dirmi che ti spiace? Ma che ti spiace cosa chi come? Ti ascolto, mentre con la voce devastata dal fumo e da tutto il resto mi spieghi che è il tuo lavoro che non farmi ridere fino alla fine dell’anno che mi si screpolano le labbra con ‘sto freddo. Guardo l’orologio e vedo che ti ho già dedicato cinque minuti e allora, d’improvviso, ti interrompo e ti dico poche, ma sentite parole.
Mi prendi per il culo e io odio essere preso per il culo. Non me ne frega più un cazzo di te e non ti voglio più vedere. Puoi farti quanto vuoi, fai il cazzo che vuoi, con me hai chiuso per sempre.
E chiudo.
Ma ci mancherebbe anche altro che devo stare lì a dissezionare le molecole d’ossigeno come ho fatto con quella troia di merda della Tanya. Imboccate tutte e due, per manina,  la tangenziale che vi porta direttamente affanculo e dimenticatevi di me.

Poi chiamo la Giulia per sentire come sta. Sta bene. Stronzolo pure. Le racconto della Ade e dell’assistente frocetta e lei ride come una matta perché lo sapeva già, in quanto la Cavaliera l’ha convocata sulla collina per offrirle un lavoro. Devastante! Incredibile! La Ade convoca la Giulia e le offre un lavoro come coordinatrice culturale del relais resort . Posso continuare a vivere con attorno ‘ste bestie? Ditemelo.
La Giulia mi calma e mi dice “Dai Tazio, guardala da un altro punto di vista: per la prima volta in vita sua ha avuto un’iniziativa e si impegna ad organizzare una cosa non facile e sembra ci riesca, perché lassù sta venendo proprio molto bene.
Sui motivi dell’impegno nell’iniziativa vorrei che ne parlassimo e poi va detto che con dieci milioni di euro anche io sono bravissimo a realizzare una clinica per cani di cui non so un assoluto cazzo. Poi le chiedo se ha accettato l’offerta e lei mi dice di sì. Mi viene da incazzarmi, ma poi mi fermo e la stimo, perché so bene che razza di sforzo sia per lei lavorare per la Ade, ma so anche bene che condizione difficile è la sua di questi tempi, per cui non dico niente.

Poi, non pago del travaso di bile delle ultime ventiquattro ore le chiedo se si sente col Costa. Mi dice che l’ha chiamata per invitarla fuori a cena. Le chiedo se c’è andata e mi risponde “ovviamente no”. Ovviamente no perché “…ad esclusione di averci fatto sesso qualche volta, non ho nessun interesse per lui e sarei stata falsa ad accettare per dovere di cortesia
Glielo hai detto?
Non in questi termini, ma gliel’ho detto
E lui?
Ci è rimasto male, ma mi dispiace tanto, io non ho né tempo né voglia di fare le moine. Si è trattato di giochetti di letto, mica di amore folgorante.
Spietata, un bulldozer, la apprezzo tantissimo.

Le chiedo se stasera le va di uscire. Mi dice di sì, ma mi avvisa di essere mestruata. Le chiedo se per lei è un problema. Mi dice che per lei non lo è, ma che non sa se può esserlo per me.
Per me non è un problema.
Per lei non è un problema.
Noi odiamo i problemi.
E non ce ne facciamo di fatti in casa.

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