Incredibile.
il parlàfono fa plin-plin ed arriva un messaggin. Plin plin, plin plin.
Ansioso come uno scolaretto la mattina di Natale, mi precipito a
vedere.
“E seppellire definitivamente l’ascia
di guerra?” recita il messaggin che proviene dal Tanyesco parlàfonin.
Ora io dico.
No, dico.
Perché, no, dico.
Vuoi la Minchia Imperiale? Ma dillo, benedettocroce, non rompermi i
coglioni
con ‘ste cazzate adolescenziali dell’ascia, brutta bagascia. Beh, brutta brutta magari no, ma bagascia, amisgi che numerossi mi seguite da cassa, è bagascia da far arrossire anche l’Ammiraglia della Balduina, grandissima troia zoccola uccellaia cappellaia pazza.
con ‘ste cazzate adolescenziali dell’ascia, brutta bagascia. Beh, brutta brutta magari no, ma bagascia, amisgi che numerossi mi seguite da cassa, è bagascia da far arrossire anche l’Ammiraglia della Balduina, grandissima troia zoccola uccellaia cappellaia pazza.
Leggo e rileggo la mesta riga e penso a cosa fare, dire, baciare,
lettera e testamento. Perché, amisgi, chiavarla io me la chiaverei di
strabrutto. Considerando poi che sono più secco di figa chiavabile io che
Altero Matteoli, la Tanya sarebbe come il governo Monti: una figa di salvezza
Taziale.
Però c’è un però.
L’ideale sarebbe scoprire le carte e dirsi senza remore: chiaviamo.
Chiaro, preciso, ben segnato, indiscutibile, non ritrattabile. Perché se
cominciamo coi giochini di
usciamo-mangiamo-parliamo-passeggiamo-bacino-nottenotte-ti chiamo domani e così
via, mi viene da sboccare nel cestino della carta. Perché io le ho già fatte
con lei ‘ste robe e quindi basta, fine, stop, a monte. Voglio la carnazza e
subito.
Ma so anche che se fossi brutale nella definizione dei miei intenti, la
gallinella farebbe la timida e si ritirerebbe, quindi ecco servito il dilemma.
Solidale con le mie intenzioni e rischiante, oppure proteso a far ripartire il
volano dell’economia con spiri-to di sacrifizio?
E mi dico no. No Tazio, no.
Con cento pezzi ti draghi una troia stradale da dieci e loden, ma
chiccazzo te lo fa fare di cospargerti di melasso e piume per tessere
compromessi con quella lurida che è volubile come un cicisbeo?
Sii chiaro e concreto, imposta un sms odoroso di sperma e cazzo e se ci
sta buona, altrimenti ciccia.
Sì, cazzo. Così devo essere. Massiccio e incazzato come quando guidavo
i miei uomini sotto le armi.
Durissimo. Massiccione. Spezzale la schiena a quella baldracca, tenente Tazio.
E mi esce questo: “Scavare mette
appetito. Dove ceniamo?”
Plin plin messaggin: “Alla Solita
direi”
Rimpallo a caldo: “Venti e trenta
lì?”
Plin plin messaggin: “:) non scrivi mai i
numeri :)
OK 8:30 :) ciao!!”
Ecco. Pagherò una cena, parlerò, passeggerò, verrò baciato alla
colombella e mi sentirò dire “grazie
della serata sono stata benissimo ci sentiamo domani” e poi prenderò la
Marzedes e andrò a troie stradali spendendo altri cento pezzi.
Il volano.
E lo spiri-to.
Si vede proprio che anche a me mi manca il foglio del come.
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