Che serata interessante. Con punte comiche, punte sinistre e punte
eccitanti. Proprio interessante.
Sfumata una cenetta alla buona con N, ho deciso di andare nella Casa.
Così, senza particolari obiettivi, spinto dalla noia più che dalla
voglia.
Ed è stata una buona scelta, sì. Rilassante.
Inquieta non c’era, in quanto forzata a letto dall’influenza. Non oso
immaginare sotto quelle coperte che traffico. Non oso pensare a quella povera
ragazza che presta servizio da lei.
Ma sì, un pochino oso e mi viene un sorriso immediato.
Inquieta non c’era, ma c’era un discreto movimento. Perché la Casa è
versatile. Offre sale per godere, ma anche sale sorde e mute nelle quali oscuri
personaggi siedono parlando a voce bassissima. Sinistri personaggi che non
dovrebbero essere visti assieme, magari. Ed è la riprova che il potere è osceno
quanto il sesso. Si parla di potere lì dove si chiava. L’analogia è semplice per
chiunque, credo.
Milly era di una bellezza sfolgorante, davvero. Un abito di pizzo
finissimo, nero, lungo, che le lasciava scoperte le spalle
e il decolleté, con
uno scollo profondissimo sulla schiena. Calze nere autoreggenti che facevano
capolino dallo spacco vertiginoso. Scarpe nere di vernice, dal tacco
chilometrico, probabilmente Casadei. Che stile. Che pezzo di femmina di razza.
Irresistibile, con quel lungo bocchino nero che lei tiene con una grazia e una
classe irraggiungibili.
Facciamo chiacchiere morbide lungo il corridoio e a un tratto compare
una ragazza che non avevo mai visto prima. Bella, giovane. Addosso solo
autoreggenti nere e sandali sling-back simili a quelli della Franca, ma più
raffinati. Milly la ferma e la chiama e mi dice che lei è una nuova Sorella,
che debutta quella sera.
Si chiama P. Milly mi invita a saggiarne i seni e il pube e io l’accontento.
Poi la fa girare e le scosta una natica, scoprendo un anal-plug che termina in
un grosso diamante di vetro.
Proprio bella.
Quando stavo per parlare a Milly della mia posizione, considerando che
frequento la Casa senza aver donato
nemmeno un tallero, arriva una Serva a dirle che di là la vogliono. Di là i
personaggi oscuri vogliono Milly. E Milly parte con passo deciso, mentre la
Serva dagli occhi sozzi mi chiede se può fare qualcosa per me, ben sapendo che
non posso chiederle quello che, negli effetti, mi è balenato nella mente.
E così dico “Un whisky doppio con
ghiaccio e seltz”.
Sì, perché dovete sapere che esistono diversi ruoli. Le Sorelle sono dame di piacere, ma come avviene in ogni
compagnia militare, a turno assolvono a determinati servizi. Così una Sorella
diviene Serva, quando assiste durante le serate, servendo da bere, da fumare,
aprendo la porta e facendo tutto ciò che serve per il corretto svolgimento
della serata. Quando una Sorella è in
servizio da Serva non può dare piacere.
Le Serve sono comunque mezze nude o nude, poiché la sera del giorno
dopo saranno Sorelle e quindi usabili. Si distinguono dalle Sorelle usabili perché
indossano ridicoli grembiulini e crestine da french maid, da cameriera in stile francese.
Al mattino, le Serve in servizio provvedono alla pulizia della Casa ed
al suo approvvigionamento.
Un esercito, insomma. A capo del quale vi è la Generalessa Madame
Milly.
Sorseggiando il whisky raggiungo una strana coppia, che ha portato il momento
comico nella mia serata.
Lui vestiva il tuxedo nero (direi un pochino troppo), mentre lei era
totalmente nuda con ai piedi due zoccoletti neri, estivi, molto belli. E qui
scatta la comicità. Entrambi avevano le mascherine.
Ha! Ho avuto subito il sapore di un Eyes
Wide Shut de noantri. Esilarante.
Chiunque abbia un briciolo di raziocinio riconosce subito l’inutilità
della mascherina. A che pro? Per non svelare che sei il direttore di banca XY e
tu la professoressa del liceo WZ? Esilarante. Ma quand’anche veniste
perfettamente riconosciuti, cosa pensate che possa succedere? Non vi rendete
conto che ciò che avviene qui dentro è patrimonio riservato delle nostre morali
corrotte? Chi è il danneggiato cerebrale che può avere la malsana idea di
andare a raccontare in giro cosa fate? Avete mai realizzato che chi apre bocca auto denuncia anche se stesso? Questa è la
confraternita, signori, potete togliere le mascherine e distribuire anche
biglietti da visita. La confraternita non esiste. Rasserenatevi.
Lui avrà avuto all’incirca cinquatacinque anni, lei buoni dieci anni di
meno. Lui magro e allampanato e lei rotondetta, con la pancetta, il sederotto,
le tettone scese e morbide. Depilatissima. Capelli biondi raccolti in uno chinon e spalmati di rigido gel. Tesi,
tesissimi. Sicuramente nuovi.
Mi avvicino. Chiedo brutalmente a lui: “E’ tua?” riferendomi alla
manzetta candida.
Ottengo un sì col capo. Sorseggio e la guardo e poi chiedo a lui: “Permetti?”
e dopo uno scambio fulmineo di occhiate tra i due, dietro le mascherine, ottengo
un altro sì col capo.
E allora appoggio il bicchiere e comincio a palparla.
Lui deglutiva, deglutiva, deglutiva. Ah quanto gli piaceva vedere la
moglie in quella situazione. Ah come disappanna dalla routine quella signorile
casetta eh?
I capezzoli induriti raccontavano che se a lui piaceva guardare a lei di
certo non dispiaceva mostrare.
D’un tratto premo il dito medio sul collo, per sentirle il battito.
Bum, bum, bum, bum. Da infarto.
Sorrido, ringrazio e mi sposto.
Ma lui mi raggiunge dopo un breve parlottare con lei.
“Vorresti unirti a lei?” mi
chiede con formula pasticciona. Divertentissimo.
“Vi ringrazio, ma è tardi e non
comincio mai ciò che non posso finire”
Mi fa l’inchino e ritorna alla base. Esilarante.
Gironzolo osservando qui e lì.
C’è gente ma l’atmosfera non si arroventa. Libertinaggio sfuso, cose
soft.
Aspetto Milly, voglio chiarire la cosa della frequentazione, mi secca
passare da scroccone.
E, finalmente, esce in compagnia dei personaggi che si avviano alla
porta accompagnati da lei.
Quando l’ultimo è uscito e Milly chiude, la raggiungo rapidamente.
Lontano da occhi e orecchie, nella penombra dell’ingresso.
Ci guardiamo.
Le accarezzo una guancia, è davvero bellissima da far mancare il fiato.
“Milly” attacco “sto frequentando casa tua da tempo e vorrei
che mi indicassi come onorare la tua ospitalità”
La sua mano scivola sul mio pacco.
“Ci sono molti modi Tazio”
mormora massaggiandomi e sorridendo cattiva.
“Quali?” chiedo.
“Il primo, il più gradito,
sarebbe che tu mi portassi quella ragazza” sibila strizzandomi con
sapienza.
“E se non fosse possibile?”
chiedo.
“L’unico ostacolo saresti tu,
Tazio. In sé la cosa è possibilissima”
“Posso darti il suo numero”
propongo mentre il cazzo mi si indurisce irreversibilmente.
“Io non chiamo le puttane,
dovresti saperlo” sentenzia secca e seria.
“Rifletterò su questo, allora. Il
secondo modo?”
Avvicina il viso al mio orecchio, strizzando più forte, magnificamente.
“Farmi giocare con questo
randello, ma in privato. Privatissimo”
“Come ai vecchi tempi …”
mormoro quasi gemendo.
“Come ai vecchi tempi …”
sussurra in un sorriso.
Faccio scivolare le dita nello spacco, seguendo l’elastico dell’autoreggente,
sino ad arrivare al pube.
Incontrando il denso vello di peli morbidi.
Perché Milly è nature, nera,
folta, odorosa. Speciale.
“Pensaci Tazio. Sai già cosa
avrai in cambio”
Già. Lo so bene.
Ma io non vado dalla Frank a parlarle. No.
Bella serata, comunque. Molto rilassante.
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