Rieccomi.
Mi sono regalato un pomeriggio di spensieratezza, sull’onda positiva
delle considerazioni costruttive con cui ho aperto questo immotivatamente
sfolgorante martedì qualunque.
Sono andato a fare visita a quella persona di adamantina condotta
morale e morigeratezza dei costumi che risponde al nome di Madame Milly. Oh sì.
Ci siamo isolati, chiudendoci nella sala da tè, consegnandoci opinioni
e consigli da persone normali e non azzannate dai ruoli.
Mi ha, ovviamente, chiesto della Franca.
Ed io ero lì, ovviamente, pronto a risponderle. Con poche parole le ho
spiegato la situazione, sortendo in principio un sorriso patetico di chi
sottolinea una sorta di “… e se non sei
capace …” dato che mi ero premurato di far riferimento ad una generica
disobbedienza, non dettagliata nei fatti.
Perché, checché se ne dica, io sono un autentico gentleman.
Però mi premeva anche che Madame si scoprisse e la scopertura non ha
tardato a manifestarsi, materializzandosi in una sua esplicita tessitura di uno
scenario in cui lei, la Mistress Che Non Perdona, si sarebbe presa in carico la
Franca, le avrebbe spezzato dolorosamente le reni e me l’avrebbe restituita
educata e disciplinata, lasciandomi l’esercizio di un’opzione di riacquisto
che, in caso di non buon fine, avrebbe esercitato lei stessa.
Ho detto alla Milly che la Franca non è più cosa che mi riguarda e che,
quindi, si ritenesse libera di agire secondo desiderio. E questo piccolo nulla
osta cadeau è stato assai gradito.
Chissà se rivedrò la Franca in quella casa, priva dei privilegi che la
ricoprivano quando la frequentava in mia presenza?
Si vedrà.
Non è più una cosa che mi riguarda.
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